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 LE  MENZOGNE  DELLA  STORIA     
 

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Vogliamo solo la verità


NON VOGLIAMO RISCRIVERE LA STORIA,
MA SOLTANTO FARLA CONOSCERE.
TUTTA.

 

"Una società che manchi di riferimenti veritativi e quindi anche di fiducia fondamentale nella ragione e, conseguentemente di riferimenti etici, è una società senza fondamento. Nella società senza fondamento, tutti, ma soprattutto i giovani, è come se vivessero sull'orlo di un baratro".

Fides et Ratio di
Giovanni Paolo II

Partecipa alla nostra iniziativa segnalandoci le menzogne sui libri di testo.

 facoltativo




8. Gulag

8.1. IL DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA di Tullio De Mauro edizione 2000 Paravia-Mondadori

“Gulag: nell'ordinamento dell'Unione Sovietica, campo di lavoro forzato/estensivo: sistema politico o ambiente di lavoro chiuso e repressivo”.
Stando alla definizione sembrerebbe un luogo dove si scontano pene alternative utili alla società: realizzazione di strade, fogne, illuminazione, dighe. Sfidiamo chiunque a capire, dall'autorevole voce del ministro, che nei gulag venivano internati i dissidenti politici del regime comunista, rei solo di pensarla in modo diverso, e che milioni di persone innocenti vi sono state trucidate.
 

8.2. ELEMENTI DI STORIA XX SECOLO di Augusto Camera e Renato Fabietti IV edizione Zanichelli
Pag. 1575

“[...] Né si dica che se da una parte ci si schierava per i Lager dall'altra ci si batteva per i Gulag, perché, in primo luogo i lager erano solo la conseguenza estrema, ma logica e necessaria, di un regime che si fondava sulla disuguaglianza degli uomini, sulla sopraffazione e l'eliminazione delle “razze inferiori”, sull'asservimento degli Untermenschen, mentre in linea di principio il comunismo esprimeva l'esigenza di uguaglianza come premessa di libertà…”.
Un maldestro tentativo di giustificare l'ingiustificabile. E' opportuno far parlare Aleksander Solzenicyn, premio Nobel per la Letteratura nel 1970, privato della cittadinanza sovietica ed espulso nel 1974. Affrontando un aspro parallelismo tra i servi della gleba dell'epoca zarista e i detenuti nei gulag dell'epoca dell'illuminato impero sovietico scriveva:
“Non gli è permesso il più piccolo temperino, non gli è permesso di avere una scodella, di animali domestici è autorizzato ad avere solo i pidocchi. Il servo della gleba poteva di tanto in tanto buttare le reti, pescare qualcosa. Il detenuto pesca solo con il cucchiaio, nella sbobba. Il servo della gleba aveva la sua mucca, o una capra, polli. Il detenuto non si unge neppure le labbra con il latte, non vede un uovo per decenni, potrebbe addirittura non riconoscerlo se lo vedesse”.