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 LE  MENZOGNE  DELLA  STORIA     
 

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NON VOGLIAMO RISCRIVERE LA STORIA,
MA SOLTANTO FARLA CONOSCERE.
TUTTA.

 

"Una società che manchi di riferimenti veritativi e quindi anche di fiducia fondamentale nella ragione e, conseguentemente di riferimenti etici, è una società senza fondamento. Nella società senza fondamento, tutti, ma soprattutto i giovani, è come se vivessero sull'orlo di un baratro".

Fides et Ratio di
Giovanni Paolo II

Partecipa alla nostra iniziativa segnalandoci le menzogne sui libri di testo.

 facoltativo




11. Stalin

11.1. L'ETÀ CONTEMPORANEA – IL 900 E IL MONDO ATTUALE di P. Ortoleva, M. Revelli Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
Pag. 310

"[…] Nell'esaltazione della figura di Stalin che raggiunse aspetti di un vero e proprio "culto della personalità" (come sarebbe stato definito questo fenomeno negli anni cinquanta), non si trovava, infatti, solo il rapporto capo-seguaci tipico di tutti gli stati autoritari di quegli anni ( e pure di stati meno autoritari, come gli USA), ma anche la risposta a un profondo bisogno di stabilità e di certezza: in quel clima di continui e violenti mutamenti, la figura di Stalin appariva rassicurante nella sua immensa autorità e nella sua salda permanenza al potere. Il timore da essa ispirato poteva quasi essere sentito positivamente, come il rispetto dovuto a un'autorità dura ma giusta”.
Sarebbe interessante fare un esercizio insieme, per capire meglio l'aberrante descrizione: sostituire alla parola Stalin la parola Hitler. Si riesce a percepire meglio l'inganno.

“Il ritmo continuo delle trasformazioni sociali e politiche, che continuavano ad abbattere senza sosta ceti, come i kulàki, e figure fino a poco prima onnipotenti come i leader man mano liquidati da Stalin, poteva anche essere interpretato come la prova di una grande volontà di eguaglianza, pronta a colpire il privilegio ovunque si formasse: Stalin diveniva, in tal senso, l'incarnazione di una rivoluzione giusta e livellatrice. […]"
Il passo si commenta da solo. E' necessario però ricordare che i kulàki uccisi dal regime stalinista furono cinque milioni.
 

Pag. 315

"La politica staliniana in tema di nazionalità comunque non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tenere conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime, compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate nella loro zona di insediamento."
Si introduce surrettiziamente la giustificazione dei genocidi in presenza di 'etnie minoritarie'. Il Paragrafo 24.12 dal titolo “I regimi autoritari nell'Europa degli anni '20” non cita l'URSS.
 

11.2. STORIA E STORIOGRAFIA. IL '900: DALL'ETÀ GIOLITTIANA AI GIORNI NOSTRI di Antonio Desideri e Mario Themelly Casa editrice G. Anna – Messina – Firenze.
Pag. 221

“La dittatura di Stalin, che sarà clamorosamente denunziata nel famoso 'Rapporto Kruscev' del febbraio 1956, rappresenta il prezzo pagato dalla Russia in cambio della distruzione del sistema feudale, dell'abolizione dello sfruttamento capitalistico e della creazione, nel giro di pochi anni, di un apparato di produzione industriale pari a quello che i paesi dell'Occidente avevano costruito nel corso di lunghi decenni, se non di secoli”.