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 On.  FABIO  RAMPELLI     
 

L'architetto, il creativo, il militante instancabile, il movimentista, l'anima popolare di Alleanza Nazionale... Lo hanno definito il tanti modi, ma il suo lavoro quotidiano e appassionato per restituire alla politica la vocazione più autentica e la sua personale storia - che parte dall'impegno studentesco al liceo Righi di Roma - non hanno certo bisogno di un'etichetta.

Chi è

Fabio Rampelli, 39 anni, sposato, consigliere regionale uscente e coordinatore del Lazio di An, è stato segretario romano del Fronte della Gioventù, per primo ha sperimentato la logica del superamento tra destra e sinistra per ricomporre la comunità studentesca al di là degli schieramenti e degli odi ideologici. Promotore di memorabili iniziative simboliche, impegnato in prima persona nella campagna di aiuti per le popolazioni colpite dalla guerra, si è recato più volte in Croazia e Bosnia per organizzare spettacoli d'animazione per i minori nei campi profughi. Fabio Rampelli è sempre stato in prima linea nella difesa dell'ambiente denunciando con i fatti l'ipocrisia della sinistra. Si è distinto nell'elaborazione di provvedimenti per rendere compatibile sviluppo economico e tutela ambientale; ha fondato numerose associazioni culturali e di volontariato colmando a destra un vuoto pluriennale, convinto della necessità di superare i confini della forma-partito per dialogare con la società a tutto campo.
E' stato capogruppo del Msi nel consiglio della Prima circoscrizione di Roma dall'89 al '93, vicesegretario provinciale del Msi, consigliere comunale di Roma dal '93 al '97 e fondatore della rivista underground "Morbillo" che, alla fine degli anni '80 ha suscitato un forte interesse tra intellettuali e opinionisti per la capacità di uscire dagli stereotipi della rivista di destra.
Memorabili le sue battaglie in aula (in Campidoglio prima, alla Pisana poi) per la difesa di Tor Marancia contro la colata di cemento che l'amministrazione Rutelli - con la complicità della Giunta Badaloni - vuole imporre sulla zona pregiata nel bel mezzo del parco dell'Appia Antica disprezzando i vincoli di tutela paesaggistica per favorire le lobbies di costruttori e speculatori.
Ex campione azzurro di nuoto, Fabio ha vinto numerosi titoli italiani e meeting internazionali, partecipando, tra l'altro, ai Campionati del Mondo del 1978. Ha fondato ed è stato presidente dell'Asi-Ciao, la rete di associazioni federate all'ente di promozione sportiva Asi, che si occupa di cultura, integrazione, associazionismo e occupazione.
Nel '95 Gianfranco Fini lo ha nominato nella Direzione Nazionale di An nel settore organizzazione, Dal '97 è coordinatore regionale del Lazio, ruolo che ha esercitato con grande scrupolo, sempre presente sul territorio, esercitando la giusta dose di pazienza e autorità nei rapporti delicati con gli alleati del Polo nella regione dove An vanta i consensi più forti di tutta Italia.
 



 

Cosa ha fatto

Eletto alla Regione Lazio nel 1995, Fabio Rampelli con la sua indefessa attività ha portato le esigenze dei cittadini nelle aule del consiglio regionale.

Cinque anni di battaglie politiche:
Ha presentato la proposta di legge sulla famiglia e sulla fecondazione assistita riproposta anche a livello parlamentare. Ha sollecitato la Regione Lazio alla revisione dei tassi dei mutui, fermi a interessi altissimi, contratti per l’acquisto della prima casa. E’ intervenuto con forte insistenza sui criteri di nomina della dirigenza regionale attuata dalla Giunta Badaloni, denunciando per primo il tentativo di lottizzare la burocrazia della Regione Lazio, e ha dimostrato la illegittimità dei bandi di concorso per l’assegnazione dei dipartimenti e delle aree.
E’ stato il primo a proporre, in occasione delle elezioni della Provincia di Roma, il patto con gli elettori in cui ribadiva la necessità di una norma anti-ribaltone da introdurre nella Costituzione e nella nuova legge per l’elezione diretta del presidente della giunta regionale, poi di fatto adottata dal Parlamento. Ha organizzato ‘Il Polo di governo’, una convention in cui si sono riuniti per la prima volta nel Lazio tutti gli amministratori del Polo, sindaci di Comuni capoluogo e non, presidenti di giunta provinciale, assessori allo scopo di dimostrato con i fatti la capacità di governo del centrodestra.
Ha promosso e mobilitato le organizzazioni regionali del partito in occasione dei referendum contro la quota proporzionale e contro il finanziamento pubblico dei partiti, attraverso iniziative che hanno conquistato le pagine di cronaca politica nazionale: ‘Ogni firma una fetta di libertà, cocomerata contro la partitocrazia’ e il ‘referragostum’, un’iniziativa organizzata in tutto il litorale laziale, durante la quale, sotto il sole ferragostano, si distribuivano fette di cocomero per la firma dei referendum.
Ha organizzato una manifestazione politica di 5 giorni a Morlupo, ‘La Sfida’, per ribadire la necessità della contrapposizione netta tra destra e sinistra contro ogni trasformismo e melassa buonista. All’iniziativa hanno partecipato i protagonisti della politica nazionale.
Ha ideato il blitz nei nosocomi laziali nel maggio del 1998, che ha rivelato lo stato di degrado e di incuria in cui versano gli ospedali romani e laziali. Ha denunciato il criterio della riduzione del danno adottato dalla giunta Badaloni nella scarsa lotta alle tossicodipendenze per favorire le cooperative rosse.
Ha svolto un’attività di controllo per ciò che riguarda i lavori realizzati grazie ai finanziamenti del Giubileo.
Sul fronte dell’informazione ha smascherato l’utilizzo propagandistico di una trasmissione del Tg Lazio: con la rubrica ‘Regioni Italia’, un palinsesto curato dall’ufficio stampa della giunta, la tv di Stato offriva una passerella agli esponenti della maggioranza e agli alti burocrati della Regione, i quali facevano surrettiziamente propaganda alle iniziative dei loro committenti politici. L’80% delle presenze era ascrivibile alla coalizione di Badaloni. Dopo questa denuncia, la Rai ha rivoluzionato la trasmissione togliendo la competenza alla task force giornalistica del presidente della Regione.
Ha ideato ‘La Sfida’, lo spazio di approfondimento politico in onda su Radio Spazio Aperto, 98.100, ogni venerdì dalle ore 8 alle 9.
Ha denunciato l’uso propagandistico del sito istituzionale della Regione Lazio che si fa propaganda elettorale con i soldi di tutti i contribuenti, anche quelli di destra. Come componente la commissione Cultura, Giubileo e Turismo Rampelli ha scardinato gli equilibri lottizzatori del centrosinistra, che ha tentato di spartire prebende a consulenti ed enti culturali politicamente omologhi. Ha attaccato i criteri di assegnazione dei fondi giubilari al Teatro dell’Opera e Teatro di Roma. Ha favorito il bando per le guide turistiche non abilitate, ha presentato e fatto approvare un importantissimo provvedimento per consentire agli albergatori che, per l’immobilismo della giunta, non erano riusciti a terminare i lavori di ristrutturazione alberghiera, di usufruire degli stanziamenti statali anche oltre la data di scadenza prevista dalla legge, impedendo che la legge venisse definanziata dal governo nazionale. Ha chiesto la revisione dei termini per il concorso degli archivisti, e ha rivalutato leggi per lo sport non finanziate da molto tempo. Si è battuto per il finanziamento degli esercizi commerciali tradizionali al fine di arrestare la desertificazione dei centri storici, ottenendo che nella Finanziaria del 1999 venissero stanziati fondi per la tutela delle botteghe centenarie. Memorabile in questo senso la difesa della libreria Tombolino, che grazie a Rampelli è riuscita a ottenere un contributo per non chiudere i battenti.
Membro della commissione Urbanistica e Ambiente si è impegnato in difesa di Tor Marancia. Area di pregio ambientale e archeologico che Rutelli, con la complicità di Badaloni, ha voluto sacrificare sull’altare degli interessi lobbistici di speculatori edili. Badaloni e Hermanin (assessore all’ambiente) sono corresponsabili di questa sciagura (2 milioni di metri cubi su l’ultima sopravvivenza dell’agro romano) perché hanno impedito l’approvazione della proposta di legge sulla tutela integrale di Tor Marancia.
Rampelli ha presentato e fatto approvare una proposta di legge per introdurre nella Costituzione un articolo per la difesa dell’ambiente.
Al contrario la furia vincolistica del centrosinistra si è concentrata fuori dal territorio romano (come il parco di Bracciano e Martignano), per far aumentare l’appetibilità economica delle aree potenzialmente edificabili nel perimetro capitolino. Rampelli ha difeso i piccoli proprietari immobiliari e gli agricoltori, le maggiori vittime dei vincoli assurdi posti dal centrosinistra. Ha denunciato lo stato di degrado e di abbandono in cui versano tutti i parchi regionali a testimonianza che l’ambientalismo dei Verdi va contro l’ambiente, perché frutto di una mentalità illuministica, che norma, regolamenta, e congela il territorio in una miriade infinita di leggi e leggine a danno dello sviluppo ecocompatibile. Ha presentato un emendamento alla legge sui parchi che prevede che i singoli cittadini, Comuni, o aziende possano chiedere lo stralcio dal perimetro dei parchi, di zone urbanisticamente compromesse, zone urbanizzate e sui cui insistano insediamenti produttivi, erroneamente compresi nel perimetro dei parchi.
Rampelli si è battuto contro il degrado degli Iacp, mobilitando gli inquilini a protestare contro l’assessore Salvatore Bonadonna (Rc). Ha chiesto maggiore trasparenza negli appalti per la ristrutturazione degli immobili Iacp, ha chiesto l’autogestione da parte degli inquilini per i lavori di ordinaria manutenzione, si è scagliato contro la morosità dei partiti di sinistra nelle sedi Iacp, ha denunciato il villaggio rom a Villa Gordiani. Ha promosso finanziamenti per la riscoperta dell’architettura sacra. Ha fatto approvare una legge per le comunità giovanili, luoghi di incontro in alternativa ai centri sociali. Ha fatto approvare una legge per la riqualificazione dei centri storici. Ha denunciato la vergognosa gestione del patrimonio immobiliare della Regione Lazio che nonostante sia proprietaria di migliaia di appartamenti, spende oltre 10 miliardi ogni anno per la dislocazione dei propri uffici, dimostrando assoluta incapacità gestionale degli immobili.
 



 LA  NOSTRA  SFIDA     
 

Rabbia

Declino economico, tassazione alle stelle, disoccupazione inarrestabile, crescita della criminalità. Sono i risultati dei governi di centro-sinistra. Il ritardo nei confronti delle altre nazioni europee aumenta. Per restare alla Regione Lazio bastano pochi dati per comprendere il completo fallimento di Badaloni. Negli ultimi sei anni il tasso di disoccupazione è cresciuto dal 9,6 all’11,7%. I fondi europei destinati alla lotta alla disoccupazione sono stati utilizzati per meno della metà nel biennio ‘97-’99, mentre nell’impiego dei fondi per le aree a declino industriale (42,9%) e per la formazione professionale (41,9%) siamo tra le ultime regioni. Sono giunte a destinazione neanche la metà delle risorse disponibili, migliaia di miliardi che l’Europa ci mette a disposizione per lo sviluppo restano inutilizzati. Gli stanziamenti per la creazione di nuove imprese sono stati ridicoli e la fallimentare gestione dei fondi per il Giubileo ha impedito l’erogazione dei contributi statali per potenziare il settore alberghiero. In cinque anni, solo a Roma hanno chiuso 40.000 piccoli esercizi commerciali. Non meno disastrosa la situazione negli ospedali, massacrati dalla gestione clientelare delle Asl: ci vogliono nove mesi per una visita ortopedica al San Camillo, sei per la risonanza magnetica all’Umberto I, tre per una Tac al Pertini. E si tagliano pure i posti-letto.
L’Istituto Autonomo Case Popolari, altro carrozzone indegno di una società civile, ha impegnato quasi 20 miliardi per costruire villette di lusso per i nomadi; intanto, migliaia di famiglie vivono nei residence o nelle scuole occupate e le case popolari cadono a pezzi.
 





 

 

Amore

Voltare pagina si può: non più scelte calate dall’alto con presunzione e disprezzo, ma partecipazione e consultazione saranno i nostri strumenti per governare. Con la vittoria del Polo per le Libertà saranno varate finalmente quelle riforme che la sinistra non vuole e non può fare, ma che nelle regioni già amministrate dalla destra hanno dato ottimi risultati. Una sanità che abbia per obiettivo l’efficienza del servizio agli utenti, mettendo in concorrenza pubblico e privato, abbattendo costi e tempi d’attesa. Una politica di tutela ambientale vera e adeguata alle esigenze del territorio, senza imposizioni, con parchi e riserve naturali da ridefinire, intesi come occasioni di sviluppo e non d’ostacolo per l’economia locale. Una politica della casa che tuteli le migliaia di famiglie abbandonate al loro destino; una formazione professionale sottratta alle clientele sindacali e legata al mondo del lavoro.
Con la destra al governo la famiglia, quella tradizionale, tornerà il cuore della società; il diritto prioritario alla vita verrà riaffermato dopo anni di scelte discutibili e censurabili; la droga sarà combattuta senza tregua con il potenziamento delle comunità terapeutiche e un’efficace prevenzione. I centri storici e i borghi che tramandano l’identità delle nostre comunità saranno recuperati e con lo stesso impegno si avvierà il processo di risanamento delle periferie e delle borgate abusive, che aspettano ancora i servizi essenziali. La rete di piccole e medie imprese, fino a oggi strozzate dalla morsa mortale stretta tra sinistra e grande industria, potrà finalmente produrre nuova occupazione.
 

 

Libertà

Affaristi e speculatori senza scrupoli, nostalgici degli anni delle clientele e della corruzione hanno rialzato la testa grazie alla restaurazione del vecchio potere dei partiti che il centro-sinistra ha compiuto negli ultimi anni. I "ribaltoni" hanno rappresentato il sistematico tentativo di arrestare la voglia di rinnovamento che il popolo italiano aveva espresso con grande determinazione. Noi impediremo che il regime costruito dalla sinistra soffochi l’istinto di libertà del popolo italiano. Non gli daremo tregua.
Daremo voce alle fasce sociali disagiate, rappresenteremo gli interessi deboli e diffusi, difenderemo il ceto medio dalle aggressioni costanti di chi vuole spingerlo sotto la soglia di povertà, lotteremo per garantire i diritti delle persone che non hanno avuto privilegi e che sono state solo spremute dai governi di sinistra. Disoccupati, giovani coppie, studenti, anziani, professionisti, impiegati, casalinghe, artigiani, commercianti, imprenditori potranno finalmente avere per interlocutore la destra popolare, interclassista, capace da sempre di pensare insieme pubblico e privato.

La rivoluzione dolce si rimette in cammino...