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Teatro Erba
La grande prosa
Novità in prima italiana di
Amélie Nothomb
ARNOLDO FOA’ e MIRIAM MESTURINO per la GRANDE
PROSA
“L’igiene dell’assassino” è
al Teatro Erba di Torino
Finale
di forte fascino per la “Grande Prosa” con L’igiene
dell’assassino, novità teatrale di Amélie Nothomb, in prima italiana
al Teatro Erba dal 2 al 10 maggio.
L’interpretazione
è affidata al carismatico Foà, affiancato da Miriam Mesturino, Guido Ruffa e
Alberto Barbi. L’allestimento, prodotto dalla Compagnia Torino Spettacoli,
è diretto da Andrea Dosio (che ha curato anche la traduzione). Scene e
costumi sono di Sebastiano Romano. Le musiche di Bruno Coli.
Il
testo, firmato da un’autrice che si è ormai imposta sulla scena
internazionale, nasce come romanzo breve ma già nella sua forma d’origine
ha efficaci potenzialità teatrali: la prova è data dal grande successo delle
due versioni francesi per il teatro.
Lo scrittore Prétextat Tach, premio Nobel per la
Letteratura, vive recluso ormai da molti anni. Alla notizia della sua morte
imminente, la stampa di tutto il mondo si scatena per raccogliere le sue
dichiarazioni: i primi giornalisti inviati a intervistare il misterioso Tach,
nei loro tentativi di confrontarsi col Genio, offrono momenti di vero
divertimento teatrale. Ma ecco arrivare la giornalista Nina, capace di scontri
vibranti con il “mostro sacro” e decisa a scoprire la verità... ed è
pura tensione scenica.
La
parola al regista Dosio: “L’impressione che la destinazione naturale de L’Igiene
dell’assassino sia il palcoscenico non è suscitata solo dal fatto che
il romanzo per lunghi tratti è già scritto in forma di dialogo e di dialogo
marcato da un ritmo squisitamente teatrale –(botta, risposta, effetto)- né
dalla teatralità “forte” delle diverse situazioni che si presentano,
tutte iscritte nelle unità canoniche di luogo spazio e azione, né dal tema
principale dello smascheramento del Genio e dei suoi meccanismi di creazione e
di produzione. La Fonte principale di teatralità del testo risiede nello
statuto dei personaggi, nel fatto che dalla prima lettura essi vivono
immediatamente di vita teatrale, cioè parlano per azioni, “agiscono”
teatralmente, sono unici e allo stesso tempo universali, sono predisposti per
la scena per dirla alla Jouvet sono creati per essere incarnati. Il
personaggio principale Tach, ma anche la giornalista Nina sono pura materia
teatrale, il loro scontro che in alcuni momenti si fa inconsapevole incontro
d’amore non è solo fatto di schermaglie verbali ma è produttore di pura
tensione scenica in una parola, di spettacolo. Per non parlare della comicità
feroce con cui sono trattati i primi due giornalisti inviati ad intervistare
il misterioso Tach e che nei loro goffi tentativi di confrontarsi al Genio non
solo mostrano l’insipienza di una certa stampa culturale ma ci offrono momenti di
purissimo divertimento teatrale”.
Repliche all’Erba dal 2 al
10 maggio: feriali ore 21- festivi ore
16.
Biglietti:
Posto Unico £. 38.000 (Ridotti £. 33.000).
Replica
speciale per “I Pomeriggi a Teatro”,
sabato 5 maggio, ore 15.30.
Posto
Unico £. 24.000
Lo
spettacolo è compreso nell’Abbonamento trasversale “Torino Spettacoli”
a 3 spettacoli a scelta. Intero Lit. 72.000 – Ridotto (giovani e anziani)
Lit. 60.000
Mi
sembra di conoscerla personalmente, questa Amélie Nothomb. Dopo aver letto
questo “Piacere di uccidere”, o
come lo vorremmo chiamare, e “Mercurio”
– un suo romanzo che mi sono andato a comprare per rendermi conto se quello
che pensavo di lei dopo aver letto e accettato di interpretare “Il piacere di uccidere” era giusto - il mio giudizio su di lei
è che ha un carattere orrendo, truccato da un’apparenza gradevole ma voluta,
pronta ad ogni istante a saltarti addosso non appena ti provassi a contraddirla;
di avere un gusto per l’erotismo che l’educazione familiare le impedisce di
soddisfare concretamente con la frequenza che desidererebbe e che immette nelle
sue opere come l’onanista più sfacciato fino ad assumere una forma di
esibizionismo più o meno criptico. Amélie negherebbe.
Amélie
si difenderebbe con tutti i mezzi possibili: se non bastano i suoi argomenti e
la sua intelligenza a convincerti, allora ti tira fuori citazioni di testi che
ha letto e assimilato, con i quali non ti sarà facile confrontarti perché
spaziano dai classici ai moderni più quotati in fatto di letteratura ai
filosofi più eminenti, antichi e moderni, fino a citare sé stessa fra i testi
più autorevoli. (v. “Mercurio”).
Se
ti va di litigare, ci puoi litigare, ma devi stare ben attento a non soccombere,
se non hai la sua cultura, la sua memoria e la sua esperienza dialogica!
Si
può litigare con un imbecille? No. Ma con un intelligente e con un colto ti
puoi sottoporre alla fatica.
E’
quello che mi sono accinto a fare accettando di interpretare il personaggio de
Premio Nobel nel “Piacere di uccidere” di questa autrice belga dal carattere
imperioso e prepotente, per dimostrare a me stesso di chi è il torto e se c’è
uno che ha torto fra noi due o se tutti e due abbiamo ragione se sia possibile
che fra due contendenti tutti e due possano avere ragione!
Il
giudiizio, in questo caso lo darete voi , col vostro assenso o con la vostra
negazione al gusto dello spettacolo che vi proponiamo, e il bello è che la
vostra disapprovazione farà vincitore me nel mio contrasto con Amélie Nothomb!
2
recite straordinarie del capolavoro di “black humour”
Dopo il “tutto esaurito” registrato da novembre a gennaio,
torna all’Erba il 17 e 18 marzo, Arsenico
e vecchi merletti di
Joseph Otto Kesselring,
nella nuova edizione Torino
Spettacoli, diretta da Giancarlo Zanetti. La Compagnia propone infatti, a grande
richiesta, due recite straordinarie del capolavoro di black humour prima di
partire per l’importante appuntamento Eti al Teatro Duse di Bologna.
L’interpretazione è affidata alla coppia mitica
Innocenti-Nuti, Franco Vaccaro, Miriam Mesturino, Manuela Massarenti, Andrea
Beltramo, Antonio Sarasso, Emanuele Arrigazzi, Domenico Brioschi, Paolo
Vasciminno. Le scene e i costumi sono di Sebastiano Romano.
Kesselring raggiunge in questa commedia il massimo
dell’originalità, del rendimento e dell’abilità espressiva: il congegno,
di assoluta precisione, è regolato da meccanismi costruttivi che si sublimano
in momenti di alto teatro. Caratteristica essenziale
che ha decretato il trionfo mondiale di Arsenico è la felice
congiunzione di uno spirito surreale in un corpo scenico di assoluto realismo.
Con arguto umorismo, sono rappresentate le
manie omicide di due simpatiche vecchiette in un grado di equilibrio in cui
l’autore plasma nella sua forma comica il materiale incandescente della sua
elaborazione. Mario Monicelli, che ne diresse un’edizione teatrale, rileva che
“il gesto di togliere la vita agli
anziani solitari e cioè la molla incontrollata e filantropica che muove le due
zie a uccidere, oggi più di ieri fa emergere il problema dell’eutanasia”.
La parola a Silvio D’Amico per una “spiegazione” dello
straordinario successo di “Arsenico”, rappresentato in tutti i Paesi del
mondo e portato sullo schermo da Frank Capra.
“Nella
commedia non si scherza col sesso, né con l’amore; si scherza con un’altra
cosa sacra: la morte. Nello spettacolo abbiamo venticinque morti: dico
venticinque uomini autenticamente assassinati. Gli è che si trattava di un
gioco. Non so che dirvi: so che la novità del divertimento scenico inventato
dal commediografo consiste precisamente in questo: la morte diventa spunto di
amenità. Per combinare i “pezzi” del suo gioco, l’autore ha immaginato di
far capitare Mortimer, un uomo normale –pensate un po’: un critico
drammatico- in mezzo a una famiglia di pazzi. A capo di questa famiglia ci sono
due candide vecchine, le quali struggendosi di pietà per la solitudine degli
uomini anziani senza famiglia, hanno preso l’abitudine di invitarli a casa e
di offrir loro un certo vinello arsenicato, e dopo averli così liberati dal
peso della vita, li seppelliscono nella loro cantina con l’aiuto di un nipote
che si crede Roosvelt. Il povero Mortimer è appena rimasto sbalordito della
macabra scoperta, che in casa capita un altro nipote pazzo, che arriva
portandosi dentro l’automobile, il dodicesimo dei suoi assassinati. Alla fine
di varie avventure, sopravviene il direttore d’un manicomio a fare la retata
definitiva di tutti i pazzi. Allora le due miti vecchiette, che nella gara col
nipote erano rimaste dodici a dodici, si pigliano la loro rivincita: scoperto
che il signor direttore è vecchio e solo, lo invitano a bere il famoso vinello…“
2 repliche
straordinarie al Teatro Erba: sabato 17 marzo
ore 21 e domenica 18 marzo ore 16.
Biglietti:
Posto Unico £ 30.000 – Ridotto (giovani, anziani e gruppi) £ 20.000.
Dopo
aver ospitato in passato spettacoli di forte successo da lui diretti, la Grande
Prosa vede Patrick Rossi Gastaldi impegnato in qualità di regista e di
protagonista, insieme a Edi Angelillo, Daniela
D’Angelo e Blas Roca Rey,
della spassosa pièce di Simon, traduzione di Enrico Luttmann. Le
scene sono di Alesandro Chiti, i costumi di Isabella Montani, le musiche di
Cinzia Gangarella.
Qual
è la chiave dello straordinario successo delle commedie di questo autore? La
risposta la si può trovare, almeno in parte, esaminando Capitolo Secondo, nel quale un quarantaduenne vedovo s’innamora di
un’attrice trentaduenne divorziata e, dopo aver superato dubbi, crisi e varie
problematiche sentimentali, decide di sposarsi nuovamente, inaugurando così il
suo secondo capitolo di vita.
Questa
commedia è ritenuta la più autobiografica della vasta produzione dell’autore
americano, ed è proprio qui che risiede il suo “segreto”, nell’aver
costruito con suprema abilità commedie che hanno preciso riferimento alle
vicende della sua vita. L’autore stesso dice infatti che la prima regola nella
scrittura è quella di scrivere cose che si conoscono bene: noi stessi, la
nostra famiglia, i nostri amici.
Capitolo
Secondo,
considerata una delle sue migliori commedie, è ambientata a New York, dove
agiscono personaggi di mezza età, della buona borghesia, brillanti, arguti, che
cercano di sopravvivere a un ritmo di vita ostile che non gli appartiene e che
non vorrebbero avere. La coppia protagonista della commedia è coinvolta in una
relazione di odio-amore in continua alternanza fra attrazione e rifiuto, che si
giura eterno amore e subito dopo minaccia di rompersi definitivamente.
Fautori
e testimoni di questo turbolento e contrastato rapporto sono il fratello di lui
e la migliore amica di lei, anch’essi non proprio risolti sul piano
sentimentale; alla fine, l’amore conquista più o meno tutti… in sostanza,
la trama base di Capitolo Secondo è molto semplice: un uomo e una donna si
incontrano, poi si lasciano, poi si ritrovano.
La
genialità di Simon sta nella magnifica costruzione dei dialoghi, che ci regala
momenti di irresistibile divertimento, nell’ironia di cui fa continuamente uso
per delineare i caratteri dei quattro personaggi, nell’evoluzione continua di
situazioni che offrono spesso un motivo, mai banale, di riflessione.
Così
il Time Magazine: “Se Broadway dovesse
erigere un monumento al santo patrono della risata, non potrebbe che erigerlo a
Neil Simon”.
La
parola a Neil Simon: “Per mia stessa
ammissione un autoritratto, “Capitolo Secondo” è stata la commedia più dolorosa da scrivere perché aveva a che fare
con la parte più dolorosa della mia vita”.
Repliche all’Erba dal 20 al 25 marzo:
feriali ore 21- festivi ore 16.
Biglietti:
Posto Unico £. 38.000 (Ridotti £. 33.000). Lo spettacolo è compreso
nell’abbonamento “Grande Prosa”.
Replica speciale per “I
Pomeriggi a Teatro”, sabato 24 marzo, ore 15.30. Posto Unico £. 24.000
Il successo del cartellone Grande Prosa, in una struttura che si è qualificata nel tempo come uno degli spazi teatrali e di spettacolo più interessanti e stimolanti del panorama cittadino, sinserisce nellambito della volontà di servire ed educare gli spettatori, ascoltandone le richieste.
Il Teatro Erba si conferma luogo di proposte qualitativamente valide e abbracciate da un pubblico ampio, che rispecchia l'anima del progetto di Torino Spettacoli: il voler realmente raggiungere unutenza eterogenea, in modo da superare la discriminazione culturale, legata per troppo tempo a un certo modo di fare teatro. Il lavoro in funzione di unapertura dunque, per creare uno scambio libero con un auditorio crescente e qualitativamente rappresentativo di ambiti diversi: nulla vuole essere fine a se stesso.
Lo sguardo dei creatori, di cui la Grande Prosa offre una scelta panoramica, sia attraverso opere originali, sia con la rilettura del repertorio, ci permette di riflettere sul mondo in cui viviamo, in un clima espressivo aperto a scritture artistiche differenti e alla contaminazione dei segni, che lascia spazio a lavori di fascinazione, di forza, di energia, alla forte comprensione dellattimo, alla magia delle utopie di mondi possibili; in uno spazio dotato anche di momenti "lievi", onde evitare di soffocare, invece che invogliare, laddove per "momenti lievi" sintende, comunque e sempre, teatro di eccezionale qualità artistica.
Una curiosità: abbiamo chiesto agli abbonati di regalarci alcune definizioni. Il teatro (cito testualmente) è risultato essere " vita", "emozione", "divertimento", "cultura", "passione", "qualcosa che rende la vita meno pesante", "unoccasione per entrare in avventure diverse dalla nostra quotidianità", "un aiuto per vivere e per capire"
Sono felice di questi esiti, e felice che il pubblico vero, si accosti alla Grande Prosa, come appassionato oppure come "neofita", attratto da una singola proposta, o ancora, perché educatore o operatore del settore. Gli spettatori ci raccontano che si sono divertiti, oppure commossi, o ancora che sono rimasti sorpresi da una lettura registica piuttosto che da uninterpretazione: da tutti emerge che hanno PARTECIPATO allemozione teatrale.
Emozione nella quale credo, da tutta la vita: credo nel teatro come evento totalizzante e che levento teatrale lo si costruisca insieme: partecipatori, dunque, e non soltanto osservatori da una parte e venditori dallaltra. Lo spettatore ha il diritto di essere motivato ad andare a teatro, e non per moda, ma per migliorare linput-output della propria quotidianità, per cogliere in prima persona nuove sfumature, provare un coinvolgimento, o un rifiuto, ma che sia sempre un moto dellanima, un arricchimento della propria cultura e personalità.
Mi piace considerare il teatro UN RISCHIO DELLANIMA e del cuore, una sorta di filtro tra la vita e il trascendente.
Germana Erba
INFORMAZIONI, PRENOTAZIONI E ABBONAMENTI TEATRO ERBA C.so Moncalieri 241 - Torino Tel: 011/661.5447 - Fax: 011/661.5415 Aperto tutta lestate e tutti i giorni Orario biglietteria: feriali 9-13 e 16-22/festivi 15-22 |