La traduzione è libera, mi scuso per eventuali errori.

Part I 

Sommario:

(Antefatto)

Magonza, 1602 d.C.

Il sole si era levato già da alcune ore quando Gabriel Laymann, un giovane novizio dei monaci Domenicani di Magonza, attraversò la porta, lasciando il monastero per fare il suo lavoro... Forse fu apprezzato per la sua magnifica battaglia durante l'ultimo processo quando assistette l'anima di Else Vogler nella mano del diavolo, prima che fosse data in pasto alle fiamme purificanti. Non lo sapeva di sicuro, ma sembrava come se ai monaci più vecchi del monastero - soprattutto del tipo del mentore Jakob con il quale aveva avuto la responsabilità dell'anima di Else - fosse piaciuto il modo in cui affrontò la situazione nella cella della prigione della strega Vogler, che fu denunciata per essere stata scoperta a leggere scritti pagani. Jakob doveva essere stato orgoglioso di lui, perché menzionò più volte come fosse stato impressionato dalla sensibilità di Gabriel; come questo agì in tutte quelle situazioni, quando il diavolo rientrò nel corpo di Else per parlare attraverso la sua bocca e quando venne fuori per poi ritornare in dietro... E sebbene non fu facile vedere l'essere umano dietro la donna isterica, Gabriel non dimenticò mai che lei una volta era stata un essere umano quale lui stesso era; fino a quando l'Antico Spirito Malvagio non portò via la sua salute mentale.

Così, immediatamente ottenne la ricompensa: oggi era stato inviato da solo alla torre delle streghe, dove quelli che avevano perduto la retta via aspettavano ciò che meritavano. Per la prima volta... Ma quando ebbe aperto il pesante portone di legno per dare un occhiata alla persona che stava distesa là sul freddo pavimento di pietra coperto di poca paglia, sentì come un tuono abbattersi proprio dietro la sua testa. Guardò una volta, un'altra volta e infine non riuscì più a distogliere il suo sguardo dalla sua "cliente": Anna Held! Era distesa là a guardarlo, e sembrava come se fosse troppo debole per riconoscerlo. Per riconoscere il suo fratellastro, che era stato come un vero fratello per lei quando erano bambini. Quando dovette abbandonarla all'età di nove anni per unirsi ai Domenicani, le promise che un giorno si sarebbero sicuramente rincontrati. Ma in questo modo? Anna Held? Una strega? Quando era un bambino non avrebbe mai immaginato che il diavolo avesse potuto mai possederla. Ma certamente non sapeva ancora nulla di stregoneria e del gioco dell'Antico Demonio allora... Qualunque cosa fosse, parlandogli dalle labbra di lei, gli disse che doveva essere stata innocente. Senza dubbio, un demonio non è un demonio se rivela la sua identità così in fretta. Qualche volta ci vogliono settimane prima di far si che il corpo, nel quale è nascosto, confessi. Ma ci doveva essere almeno una piccola possibilità che il suo imprigionamento fosse solo un grosso errore della legge. Ad ogni modo, c'era solo un modo per scoprirlo: Jakob! Avrebbe aiutato Gabriel se ci fosse stato qualcosa di sbagliato in corso. E avrebbe scoperto se c'era stato qualche affare strano...

...Cautamente Gabriel aprì la porta e la luce di qualche candela illuminò l'ingresso del monastero attraverso la fessura della porta dall'interno della biblioteca. Gabriel aveva cercato Jakob durante tutto il pomeriggio e la sera, ma poiché non era riuscito a trovarlo da nessuna parte, decise di visitarlo nella biblioteca più tardi. Jakob era sempre disponibile per qualsiasi problema quando stava li a leggere; e la probabilità di incontrarlo lì era abbastanza alta, poiché era lì quasi tutte le notti. Così Gabriel mise un piede nella stanza e non appena l'anziano monaco si accorse di lui, immediatamente chiuse il libro che stava leggendo e lo ripose nello scaffale; o meglio, più che lo ripose lo lanciò e lo lanciò dietro di esso più che sopra di esso. Voleva nascondere qualcosa? Impossibile, Jakob era uno di quei tipi che tanto potevano calarsi in ciò che leggevano nel silenzio che così doveva essersi davvero spaventato quando capì di non essere solo nella stanza. Non di meno però il monaco ascoltò coscienziosamente il problema di Gabriel e promise, che avrebbe reso l'imprigionamento e il processo di Anna più leggero per lei quanto possibile, finché la sua innocenza, o la sua colpevolezza, non sarebbe stata provata. Inoltre disse al preoccupato novizio che avrebbe iniziato ad investigare sull'archivio per scoprire se vi fossero errori. Lasciò Gabriel con alcune parole tranquillizzanti, che tornò nella sua cella monacale per trovarsi a non dormire per niente. Cosa stava accadendo attorno al novizio? Certo, Jakob promise di aiutarlo; ma le sue parole suonavano oneste? Aveva agito in modo così strano, quando Gabriel entrò nella libreria. E perché aveva avuto un sobbalzo quando questo l'aveva sorpreso a leggere? Forse c'era qualcosa che non andava con il libro... Si, il libro, avrebbe finalmente portato un po' di luce nei pensieri di Gabriel. E se no? Come minimo sarebbe potuto essere un libro pagano del quale si pensava che Gabriel non sapesse nulla. Forse era uno dei libri satanici che confiscarono ad Else Vogler, la strega. Sebbene lui fosse stato coinvolto nel processo, non aveva mai visto i libri che fu accusata di aver letto. Ma come avrebbe potuto questo aiutarlo a liberare la sua sorellastra Anna? O... avrebbe potuto? Oppure non avrebbe potuto tentare meglio di liberare la sua sorellastra? Non era forse lei davvero posseduta dall' Antico Drago? In ogni caso, Gabriel non riuscì a dormire in nessun modo e così pensò che valesse la pena di fare lo sforzo di dare un'occhiata al libro. Silenziosamente si intrufolò in biblioteca... E anche se il libro fosse stato un potenziale pericolo per il suo lettore, Gabriel credeva di essere sicuramente abbastanza forte per affrontare e sopportare qualche forza maligna.

Vecchio, sembrava essere molto vecchio. E il suo odore Gabriel lo conosceva bene: il libro era malvagio. Proprio malvagio! Fissa nella parte interna della copertina di pelle, c'era una placca triangolare grande come una mano, che sembrava essere fatta di qualche tipo di metallo. Non era capace di capire la maggior parte delle cose nel libro perché non conosceva il linguaggio nel quale era scritto. Solo pochi scarabocchi, che qualcuno aveva aggiunto in seguito, probabilmente molto tempo dopo che lo stesso libro era stato scritto. Ma benché potesse leggere quelle parole non riuscì a capirne il significato.

Molte strade conducono a Roma. Sette volte una via per tutte queste conduce ad un mondo al di là della nostra immaginazione.

Chiunque fosse chi poteva comprendere tutto questo, non era Gabriel, perciò continuò ad esaminare lo strano scritto, sperando di trovare qualcos'altro di leggibile per lui. E fu ricompensato per i suoi sforzi. Nelle ultime pagine trovò una lettera riposta dentro il libro, che era stata scritta da un certo Lugaid Vandroiy per Else Vogler! E adesso Gabriel seppe di che tipo di libro si trattava! Ma ancora non poteva esserne certo e così iniziò a leggere la lettera, benché non si sentisse molto tranquillo mentre leggeva qualcosa di probabilmente molto privato, che ovviamente non era destinato a lui.

Vandroiy aveva scritto che aveva sentito da un mercante gallico, che questo aveva venduto il libro a Else Vogler tempo prima. Ma l'autore della lettera sosteneva di essere il legittimo proprietario del libro che gli era stato rubato tempo prima. E poiché voleva indietro il libro le fece sapere che sarebbe andato a visitarla durante i giorni attorno alla notte del solstizio d'estate per riacquistare il libro. Gabriel si sentì confuso per qualche momento, perché si era aspettato qualcosa di molto più eccitante quando aveva pensato si trattasse di un libro di stregoneria. Deluso, rimise il libro nel punto da qui l'aveva preso e lasciò la biblioteca per andare a letto e avere un po' di riposo, sebbene non riuscì a dormire per un secondo comunque. Concepibilmente c'era una possibilità di scoprire qualcosa il giorno seguente.

Dovevano essere più o meno le 8 del mattino quando Gabriel stava presso la fontana a lavarsi le dita. Ma le macchie nere sulle sue dita non andavano via, per quanto ci provasse. Era forse la morte nera, che si aggirava attorno ai muri del monastero? Gabriel fu spaventato dal pensiero, ma nello stesso momento si dimenticò delle sue dita, perché qualcuno lo stava chiamando da dietro la sua schiena, così che il novizio si girò. Jakob lo accolse calorosamente, scusandosi per essersi comportato in modo un po' strano la notte prima. Gabriel fece un sospiro di sollievo per il fatto che il suo paterno amico non era arrabbiato con lui. E non c'era ragione per l'anziano monaco di essere arrabbiato solo perché il novizio era entrato in biblioteca, proprio per il fatto che non era capace di prevedere che il suo mentore stava leggendo qualcosa di probabilmente segreto. Ma proprio nello stesso momento il vecchio guardò di traverso. "Sei stato da solo in biblioteca senza essere stato autorizzato", gridò e indicò le dita nere di Gabriel. E ora Gabriel sapeva cos'erano le macchie sulle sue mani. Qualcuno aveva marcato il libro affinché nessuno avesse potuto leggervi clandestinamente. "Hai abusato della mia fiducia e hai letto il libro proibito. Vai in cappella... e prega per il perdono!" Urlò Jakob furioso. "Per il Solo e Unico che può avere misericordia con uno che ha violato la sacra legge monastica." Fu l'ultima volta che frate Jakob parlò con Gabriel, perché quando Jakob si unì ai mercenari per arrestare il novizio inginocchiato di fronte all'altare, il vecchio fissava il pavimento, restando in silenzio...

(Avantasia)

Riassunto

Atto I

Scena I

Intanto doveva essere notte fuori nelle vie di Magonza perché solo una luce molto tenue entrava dalla finestra nella parete sopra il freddo pavimento di pietra della cella della prigione. Gabriel si sedette per terra, rannicchiato, facendo poco caso al suo compagno di cella, che camminava impaziente per la stanza, nonostante avessero passato alcune ore insieme nella stessa cella. Per tutto il tempo Gabriel aveva pensato a quanto era accaduto durante le ore precedenti e quante più domande si faceva, tante più domande sorgevano nella sua mente.

Raccontò al suo compagno di cella tutta la sua storia; perché lui - un monaco - fosse in prigione. E nonostante lo sconosciuto ovviamente non poteva aiutarlo, Gabriel si sentì molto meglio dopo aver parlato di tutto ciò. Durante la conversazione, lo sconosciuto con uno strano accento disse che qualcuno gli aveva teso un agguato quando era arrivato a Magonza, perché lui era colui che aveva firmato la lettera della quale aveva parlato Gabriel.

Quindi i due conversarono per tutta la notte. Lo straniero rivelò di essere uno degli ultimi druidi nel mondo intero, un membro di un antico clan segreto di Celti in Irlanda. E confermò che nelle investigazioni del giovane novizio non c'era stato proprio niente di sbagliato (REACH OUT FOR THE LIGHT). E sebbene il giovane novizio non capiva molto bene di cosa stesse parlando il vecchio tipo dalla grigia barba, le poche cose che poteva capire gli mostrarono una visione totalmente nuova della vita (SERPENTS IN PARADISE).

Era la coscienza che chiedeva a Gabriel una volta e un'altra che razza di animali dovevano essere stati nel torturare Else Vogler in tale e duro modo, perché se le parole di Lugaid Vandroiy erano la verità, lei era stata probabilmente innocente. Il breve sonno che Gabriel ebbe durante la notte seguente non era rilassante riposo; incubi - mandati dalla sua coscienza - lo ossessionavano ogni singolo momento nel quale chiudeva gli occhi nell'osare tentare di dormire... il processo di Else che era stata trattata come una bestia (MALLEUS MALEFICARUM). Dopo tre giorni di comune imprigionamento Lugaid Vandroiy riuscì a far riconoscere a Gabriel che non aveva alcun senso arrendersi al proprio destino e aspettare una decisione della giustizia o - come sembrava sarebbe successo - dell'ingiustizia. E Gabriel si rese conto che Anna non poteva essere aiutata se lui restava li in catene.

Era facile per Vandroiy notare, che Gabriel era meno spaventato dalla probabilità che la morte falciasse lui piuttosto che falciasse Anna. Entrambi sapevano, che dovevano fuggire, perché agli occhi della legge Vandroiy era un eretico... e Gabriel un rinnegato. Così nella terza mattina di prigionia aspettarono l'arrivare della guardia che come tutte le mattine precedenti portava loro dell'acqua e un umile pasto per il giorno. Lo sguardo di Gabriel non riusciva a seguire Vandroiy sentendo la guardia da dietro la porta, che velocemente l'anziano individuo, che portava ancora bene i suoi anni, passò all'azione. Con indolente sollievo il druido prese la chiave dell'uomo fuori combattimento (che puzzava di vino in un modo che non si può spiegare) per aprire prima le sue manette, poi quelle di Gabriel. Senza sapere del tutto cosa succedeva, Gabriel seguì l'affrettato druido-clava attraverso la porta. Liberarsi dall'imprigionamento... e da quella che finora era stata la sua visione dell'esistenza (BREAKING AWAY).

Non c'era niente che Gabriel avrebbe fatto se non correre dritto alla torre delle streghe dove Anna giaceva in catene, ma Vandroiy gli ricordò che il novizio non era uno di quelli che avevano imprigionato Anna. Non era più un ecclesiastico. Ma un rinnegato, probabilmente lo stavano già aspettando per rimetterlo in catene... e le opportunità di fuggire allora sarebbero state vicine allo zero. Alla fine Gabriel ascoltò il consiglio di Vandroiy e fu d'accordo quando l'anziano druido chiese di lasciare il paese al più presto...

Gabriel non sapeva quanti passi avevano fatto durante il giorno, ma la sera del loro primo giorno di fuga poteva a mala pena sentire i suoi piedi. E sentiva come un fallimento perché Anna era ancora incatenata. Come aveva sperato di incontrarla ancora in tutti quegli anni; ora l'aveva incontrata ma - in corrispondenza con l'incubo che faceva costantemente, in cui vedeva Anna in catene - piuttosto avrebbe voluto che questa riunione  non fosse mai avvenuta... (FAREWELL)

Scena II (nel frattempo):

Il rumore di una carrozza rimbombava sul terreno. Falk von Kronberg, ufficiale giudiziario di Magonza, diede un'occhiata fuori dalla finestra e fu molto impressionato dalle facciate di Roma, dal suo splendore e dalla sua infinita bellezza. Aveva l'onore di unirsi al viaggio del principe e vescovo Johann Adam von Bicken, perché non c'era nessuno eccetto Falk, che avesse portato a termine il processo di Else Vogler. Il processo, durante il quale avevano confiscato il libro che il gruppo di ecclesiastici in quel momento stava portando a Roma. Inclusi nel gruppo erano il vescovo di Magonza, Falk l'ufficiale giudiziario, molti mercenari e anche frate Jakob, uno dei migliori amici del vescovo, il quale aveva sempre gradito i consigli dell'intelligente Domenicano. Anche Jakob sembrava stupefatto dalla bellezza di Roma, tuttavia nei suoi occhi non c'era lo scintillio che c'era in quelli di Falk. Von Bicken stava solo leggendo, sembrava come se non gli interessasse nessuna cosa all'infuori della Bibbia che aveva in mano e forse l'incontro con il Papa, ma perché si sarebbe dovuto meravigliare delle strade di Roma? Era stato lì tante altre volte prima...

Più tardi si ritrovarono tutti seduti ad una splendida tavola. L'ufficiale giudiziario non capiva niente di quello di cui stavano parlando gli altri, ma non gliene importava. Si limitava a godersi i raffinati eventi nel Vaticano, mentre Clemente VIII, il Papa che era amico del vescovo di Magonza, a quanto pareva, da lungo tempo, lasciava la stanza per ricevere dal vescovo e dal suo amico consulente Jakob quello che cercava da tanto tempo:

L'ultimo libro con l'ultima delle sette parti di un sigillo di cui avevano bisogno per portare il sigillo completo al centro del mondo spirituale. E come era stato predetto da "incredibilmente vecchi, segreti e sacri documenti", coloro che riusciranno a portare il sigillo dei sette sacri libri dell'illuminazione al centro del mondo spirituale raggiungeranno la sapienza suprema, l'illuminazione e la somma verità. E saggezza significa potere (THE GLORY OF ROME).

Così il Papa invitò von Bicken e il suo amico Jakob, (che erano entrambi spaventati anche se non lo dimostravano), a raggiungerlo in un mondo "del quale la gente non conosce nemmeno l'esistenza" - un viaggio in un'altra dimensione, in carne ed ossa.

E così il gruppo di Magonza lasciò Roma senza Jakob and von Bicken, meravigliandosi del fatto che non si fossero uniti al viaggio di ritorno, ma partendo comunque.

Durante la notte successiva Papa Clemente, il vescovo e Jakob strisciarono per gli ovviamente interminabili corridoi sotto Roma, per compiere la missione.

Una missione segreta, come Clemente disse ad entrambi avvisandoli di non parlarne con nessuno, oltre al fatto che era un privilegio molto speciale per loro unirsi a lui. Dio normalmente non vuole che la gente veda ciò che loro probabilmente avrebbero visto quella notte e non vuole che la gente sappia, la sapienza non dovrebbe illuminare le menti delle persone sbagliate perché nel mondo ci sono troppe persone che non hanno la forza di affrontare l'intera verità. E come ordinato dai segreti e sacri scritti, come disse Clemente, avrebbero dovuto chiudere il mondo della sapienza eterna per sempre, dopo averla ricevuta.

Dopo aver ridisceso infiniti corridoi e aperto innumerevoli porte, arrivarono al portone di legno che stavano cercando. Posando la pesante sacca che aveva trasportato fin li, il Papa tirò fuori una placca triangolare, che Jakob poteva riconoscere poiché sembrava molto simile alla placca triangolare che aveva visto nella copertina del libro che avevano confiscato ad Else Vogler tempo prima. Clemente, prese in mano la placca e con entrambe le mani la mise contro un'altra placca fissata sul pesante portone. E senza usare nessuna chiave e nessuna maniglia, questa si aprì. Forti venti soffiavano sulle loro facce e benché il Papa tentasse di sembrare molto rilassato, gli altri due - che erano spaventati a morte - potevano vedere, che neanche Clemente si sentiva del tutto tranquillo. Con un misto di sentimenti entrarono nella stanza dietro la porta; un passo verso l'ignoto... (IN NOMINE PATRIS)

Nel frattempo...

Gabriel si era svegliato, una forte emicrania gli martellava la testa e il suo corpo era coperto di abrasioni. Ma dov'era Vandroiy? Gabriel cercava di ricordare:

Erano fuggiti insieme dalla prigione a Magonza e da coloro che erano interessati nell'averli arrestati. Vandroiy e lui erano in viaggio verso Roma (o meglio, verso il treno di von Bicken sulla strada per Roma, perché Gabriel aveva saputo che c'era un treno che partiva da Magonza per andare a Roma più o meno in quel momento e Vandroiy aveva supposto di sapere il perché...), quando degli sconosciuti - probabilmente una banda di briganti - li aggredirono per poi abbandonarli vivi per qualche ragione. Vandroiy avrebbe voluto avere quel libro a tutti i costi prima che sparisse dietro i muri del Vaticano, perché - come aveva spiegato - nessuno avrebbe dovuto permettere che i leader di una potente organizzazione potessero decidere chi  dovesse avere accesso al mondo spirituale. Durante la loro fuga il druido aveva parlato molto a Gabriel del libro. Ne esistevano altri sei dello stesso tipo e ognuno di essi era la chiave di una porta, attraverso la quale si poteva accedere in carne e ossa al mondo spirituale. Comunque l'accesso a questo mondo doveva essere effettivamente un privilegio dello spirito. L'ingresso con il corpo attraverso queste porte, che erano sparse in tutta la terra, doveva essere sempre possibile, in modo che Avantasia - così Vandroiy era solito chiamare il mondo spirituale - non fosse dimenticata da nessuna generazione. In realtà Avantasia era stata sempre aperta per lo spirito di tutti, ma ogni giorno sempre di più la gente si dimentica di questo mondo. E per impedire questo ci sono i libri per accedere ad Avantasia con il corpo, per ricordarsi di cosa è e come entrarci con lo spirito senza porte e libri...

In qualche modo Vandroiy doveva aver sentito che tutti i libri erano vicini nelle mani di una persona e una terrificante gli aveva messo fretta nel loro viaggio verso Roma: gli esseri umani possono essere molto egoisti quando si tratta di potere e di influenza, tanto che arrivano persino a recar danno a tutta la gente e a tutte le razze. E se i sigilli vengono portati ad una certa torre inquietante, il luogo più oscuro al centro di Avantasia, il mondo spirituale rimarrà chiuso per sempre, così aveva detto Vandroiy.

Nonostante all'inizio tutto questo per Gabriel non avesse senso, iniziò a rendersi conto che era la realtà: c'erano persone interessate ad uccidere la ricerca della verità nelle menti dei loro contemporanei per avere una grande influenza su quelle. E sempre più potere su di quelle per fare di loro delle marionette senza spina dorsale. Nel fare questo i "controllatori" ignoravano completamente cosa sarebbe successo nel momento in cui, compresi i propri seguaci, avrebbero dimenticato Avantasia alcune generazioni più tardi. Ma anche se erano consapevoli di questo o meno - Gabriel lentamente si rendeva conto di perché Vandroiy aveva bisogno di riavere il libro...

Ebbene, Vandroiy... era stato rapito? Proprio mentre Gabriel voleva andare a cercarlo, il druido apparve con moltissime erbe in mano per curare le loro ferite. Vandroiy confermò quello che Gabriel aveva supposto: erano stati rapiti da una banda di briganti e miracolosamente li avevano solo lasciati senza sensi e non li avevano uccisi. Vandroiy era triste perché sembrava sapere che non c'era più possibilità di raggiungere il vagone del treno di von Bicken per Roma, supponendo che il treno sia partito puntuale da Magonza. Se il libro era stato consegnato al Papa, questi sarebbe andato subito ad Avantasia e la terribile visione che aveva avuto Vandroiy sarebbe diventata realtà. C'era un solo modo per evitare questo, come Gabriel avrebbe saputo presto...

Ma prima che potesse porgergli una domanda, il vecchio druido gli rivelò un altro piano:

Una voce interiore aveva detto al vecchio druido che in un luogo non molto lontano da lì c'era una radura nel bosco, un antico luogo spirituale da dove avrebbero potuto continuare la loro missione in un modo diverso. E mentre camminavano nel bosco svelò a Gabriel le sue intenzioni:

Nel luogo spirituale che stavano cercando, dove gli antichi poteri e le forze della terra si univano in un punto di intersezione, Vandroiy voleva provare a far trascendere lo spirito di Gabriel ad Avantasia... un atto pericoloso per Gabriel. Spiegò che non poteva andare lui perché avrebbe fatto la guardia al corpo senz'anima di Gabriel (sicuramente i soldati di Magonza stavano cercando i due fuggitivi e, benché ci fosse solo un minimo rischio che li trovassero, se questo fosse accaduto, avrebbe dovuto richiamare Gabriel indietro immediatamente). Ma sarebbe rimasto in contatto con l'anima di Gabriel da li e avrebbe comunicato con lui. E sebbene tutto suonasse molto strano e inverosimile a Gabriel, comunque credeva alle parole del vecchio (in realtà, comunque non aveva altra scelta, perché... si... oh Anna...).

Pochi minuti più tardi si trovavano nella radura nel bosco nel centro di un cerchio di grosse pietre, così Lugaid disse a Gabriel che dei vecchi amici del druido, creature di Avantasia, gli avrebbero dato in quel luogo un nuovo corpo per la sua visita nell'altra dimensione. Lui voleva solo liberare la sua sorellastra - ora era così lontana da lei e in più doveva lasciare questo mondo?! Per Dio! Chi poteva chiedere più di questo ad un giovane novizio, CHI? 

E ora Gabriel cadde in un sonno profondo e trascese...

Atto II 

Scena I

Gabriel si svegliò con ancora un po' di emicrania e sentendosi in qualche modo strano. E gli ci volle un po' di tempo prima di riuscire a capire che era se stesso e allo stesso tempo non lo era. Quando osservò sino ai piedi il suo corpo e si toccò il naso, seppe che il suo corpo non era il corpo che aveva usato per vivere prima. Ma la sua mente, la sua anima... Quello era proprio lui.

Forse si era meravigliato molto del fatto di essere diverso da come era di solito, ma c'erano troppi motivi per abbandonare quei pensieri su di se; quello che lo circondava: il cielo azzurro, domini lontani, bellissime montagne all'orizzonte. Si, davvero questa era la prima volta che vedeva e sentiva quanto era bella la natura (A NEW DIMENSION).

In quel momento un piccolo uomo apparve alle sue spalle per dargli il benvenuto ad Avantasia, si presentò come Regrin, il nano. Condusse Gabriel alla capitale di Avantasia: la città degli elfi, Sesidhbana, dove parlarono con Elderane, il principe degli elfi e capo di Avantasia. Egli spiegò a Gabriel chi erano e che cosa erano (INSIDE).

Scena II

Regrin ed Elderane raccontarono a Gabriel cosa stava succedendo ad Avantasia. Antiche forze del male avevano radunato un forte esercito che percorreva Avantasia spargendo terrore, senza permettere a nessuno di passare attraverso la torre, centro del mondo dei sogni, se non a coloro che portavano le sette parti del sigillo. Una guerra eterna tra filosofia e decadimento, tra spirito e stupore, vita mentale e morte. Dissero a Gabriel che la sua missione sarebbe stata quella di unirsi agli esseri umani che erano entrati in Avantasia (così erano stati informati) e riportare indietro il sigillo per evitare che tutte le creature buone fossero dimenticate e svanissero (SIGN OF THE CROSS). Questa sarebbe stata la sua missione, dal momento che le sacre leggi di Avantasia proibivano agli Avantasiani di essere violenti con gli umani.

Con una strana macchina volante, l'atterrito (e ogni volta più meravigliato, ma ogni volta meno interessato a capire) novizio fu trasportato verso la via che conduceva alla torre e lasciato nel luogo dove poche ore più tardi  sarebbero passati i tre chierici. Non essendo riconosciuto a causa del nuovo aspetto col quale si era unito a loro, disse che era colui che avrebbe mostrato loro la strada per la torre.

Nel frattempo Vandroiy si interessava di una vecchia domanda che si era sempre posto: Qual era il segreto della torre? Perché Avantasia si sarebbe chiusa se i sigilli avessero raggiunto la torre? Ma Elderane, che era in contatto con Vandroiy (come anche Gabriel), non voleva parlare del segreto, perché pensava che a volte era meglio per l'umanità non saperne niente.

E Gabriel?!? Si chiedeva tutto il tempo come diavolo avrebbe potuto aiutare Anna girovagando per un mondo del quale sino a poche ore prima non conosceva l'esistenza. Ma nel profondo della sua mente poteva sentire Vandroiy che gli parlava, che lo esortava costantemente a fare attenzione agli ordini di Elderane e a portare finalmente indietro i sigilli. E piano piano il giovane novizio cominciava a rendersi conto di quello che stava realmente accadendo... La guerra è dappertutto, sino a dove Gabriel riesce a vedere. Come migliaia di formiche i soldati delle forze unite di Avantasia combattevano contro le armate nere. Nella sua mente sente sempre Lugaid che gli parla, così lontano nel mondo materiale e ora così vicino, gli diceva di rubare il sigillo ai tre chierici.

Vandroiy continuava a chiedere ad Elderane - che era tornato a Sesidhbana dopo aver lasciato Gabriel - il nome della voce che parlava dall'interno della torre aspettando i tre chierici tutto il tempo, ma l'elfo non rispose al druido.Tutto ciò che quest'ultimo sapeva, era che il mondo spirituale sarebbe stato perduto se gli invasori di Avantasia fossero riusciti a lanciare il sigillo sul muro della torre. E mentre si trovavano di fronte alla torre, Gabriel si chiedeva in che modo avrebbe potuto rubare il sigillo - anche pensando che gli altri non sapevano che era lui. Ma se avesse preso ora il sigillo, lo avrebbero saputo e in più avrebbe avuto un intero esercito contro. Tutto questo non aveva senso per il novizio.

Erano lì e quando il Papa iniziò a parlare con la forza nella torre Gabriel e Vandroiy iniziarono a capire la vera ragione per cui i tre chierici avevano portato il sigillo alla torre. Ovviamente non sapevano quello che facevano quando avevano creduto a documenti falsi senza sapere che lo erano, supponendo di leggere documenti sacri. Documenti che promettevano di raggiungere l'illuminazione suprema, Gesù Cristo. E solo quando la voce nella torre iniziò a gridare, domandando il sigillo e diventando impaziente, Vandroiy capì che era difficile credere a ciò che Elderane aveva tentato di nascondere. E quando Vandroiy gli chiese di nuovo del segreto della torre, l'elfo si arrese alla sua preghiera e iniziò a raccontare:

Migliaia di anni fa tre maghi dell'universo crearono sette porte, sette libri e sette parti di un sigillo. Sapevano che ci sarebbe stata l'umanità un giorno e sapevano che l'umanità avrebbe passato dei brutti momenti, ma che comunque gli esseri umani sarebbero stati la luce e l'amore della creazione. Quando le sette porte furono costruite e i sette libri della sapienza con le sette parti del sigillo furono consegnate alle sette persone del mondo dissero: Il nostro lavoro in nome della madre terra è stato compiuto. Ora è il turno degli umani. Possa Avantasia conservarsi in eterna bellezza; possano gli esseri umani comprendersi a vicenda e utilizzare le possibilità che offre il pianeta. Quando la terra non aveva forma ed era vuota, e l'oscurità veniva in superficie dall'interno, chiusero il loro padre nella torre. Il loro padre, col quale avevano litigato, perché aveva voluto portare il caos sulla terra. La torre, una prigione dalla quale sarebbe potuto scappare solo se l'umanità avesse chiuso Avantasia, portando il sigillo alla torre. Fino a quel momento il padre dei maghi poteva possedere solo coloro che in qualche modo avevano abbandonato il proprio spirito e la propria anima.

Vandroiy era spaventato mentre ascoltava tutto questo. Ancora una volta disse a Gabriel di prendere il sigillo, che era ancora nella sacca del Papa. Perché in qualche modo quest'ultimo non credeva più alle promesse fatte dai documenti segreti nel Vaticano, visto che non avevano sentito niente di illuminante. Dopo un po' tirò fuori lentamente il sigillo, mentre il "sacro" potere stava diventando sempre più impaziente e non suonava proprio "sacro". Come von Bicken, Jakob stava vicino al Papa sempre più terrorizzato dalla profonda voce che urlava. Fece un passo indietro mentre combatteva e cercava di aggrapparsi alla tonaca del Papa facendo si che anche quest'ultimo resistesse. Senza pensarci due volte Gabriel seppe che era il suo momento, prese il sigillo dal terreno polveroso e iniziò a correre. Sempre più veloce attraverso gli eserciti dei soldati oscuri. Gabriel non pensava; si preoccupava solo di correre, correre e correre (schivando e passando di fianco alle armate nemiche come Lothar Matthaus attraverso la difesa avversaria nei suoi anni migliori... Si, caro ascoltatore, e non sarei stato Tobias Sammet se non avessi scritto qualcosa del genere da qualche parte!!!). Correre e correre finché pochi minuti più tardi non apparve un ombra dietro di lui per afferrarlo alle spalle e sollevarlo in aria... Quando la macchina volante degli elfi lo lasciò a Sesidhbana si chiese subito come poteva essere stato così veloce con un corpo umano, ma poi si ricordò che non aveva un corpo umano qui ad Avantasia, e forse era quello che gli aveva salvato la vita (THE TOWER).

Ritornato a Sesidhbana Gabriel fu lodato dagli Avantasiani, ma non poteva esserne del tutto felice. Aveva fallito, tutto questo non valeva nulla senza di lei, che era ancora in prigione. Che stava ancora aspettando l'aiuto di un idiota, che aveva fallito nel liberarla, oh Anna...

CONTINUA...

 

 

Part II  

 

Atto II 

Scena III

Mentre Gabriel era stato portato lontano dal campo di battaglia attorno alla torre, portando indietro i sigilli, i tre ecclesiastici - il Papa, il vescovo e Jakob - non riuscivano a credere di aver fallito. La voce nella torre urlava e imprecava e i tre iniziarono ad aver paura della collera di "Dio". Durante i giorni seguenti, mentre era a Sesidhbana, Gabriel capì sempre meglio cosa stava succedendo e l'importanza di ciò che aveva fatto. Quanta influenza l'oscura forza nella torre aveva sui suoi isospettabili servitori, che falciava le anime di coloro che credevano senza mettere niente in dubbio; forse non deliberatamente ma ancora... (THE SEVEN ANGELS).

Passando qualche tempo a Sesidhbana, la parte più bella di Avantasia, Gabriel decise di cercare di sapere di più sul mondo spirituale, questa stupenda parte non materiale dell'esistenza.(NO RETURN).

Dopo aver parlato ad Elderane del suo desiderio, Gabriel ottenne di poter trovare le risposte alle sue domande dall'Albero della Conoscenza e per ricompensarlo del suo aiuto gli elfi gli offrirono di portarlo all'Albero, per avere risposte e vedere se avrebbe potuto aiutarlo, ma avrebbe anche potuto confonderlo di più. Spinto da un intimo desiderio di saggezza e verità e certamente dalla curiosità, accettò. Quando infine si trovò di fronte all'albero trovò un essere piacevole ma un po' cinico che lo confuse ancora di più di quanto non lo fosse mai stato prima. (THE LOOKING GLASS).

A volte devi immergerti in acque torbide per essere purificato. (IN QUEST FOR). 

Dopo aver spiegato accuratamente a Gabriel che non c'era ragione di disperarsi per il fatto che non si poteva capire tutto, mentre lui avrebbe ancora cercato di aprire i suoi occhi quanto più possibile per imparare tutto il possibile, una nuova visione rivelò qualcosa a Gabriel. Il lago al quale stava vicino l'albero iniziò a diventare più mosso. Il cielo diventò più scuro e le onde divennero più grandi. Immediatamente il lago sembrò diventare vivo. Volti urlanti apparvero fra le onde e Gabriel non poteva credere ai suoi occhi quando sentì la voce di Jakob gridare verso di lui mentre Gabriel riconobbe un giovane volto fra le onde che somigliava un po' a Jakob, ma era molto più giovane. Un momento dopo capì che non si trattava del fratello minore di Jakob, ma di Jakob stesso nei suoi anni migliori. (THE FINAL SACRIFICE).

 

Scena IV

 

Nel frattempo i tre chierici vagavano invano attraverso le terre desolate di Avantasia, cercando la persona cha aveva rubato i sigilli e chiedendosi se il loro girovagare attraverso quella specie di inferno fosse solo la punizione di Dio per il loro fallimento. Essendo abbastanza consapevoli di questo e non trovando niente di male nel fatto che alcune persone conoscano più di altre... Per alcuni poteva essere meglio sapere di meno e credere solamente. Diversamente le cose forse sarebbero uscite dall'ordine. (NEVERLAND).

 

Scena V

 

Intanto Gabriel decise - non importava quanto volesse tornare a casa e aiutare Anna e quanto gli mancasse - di accondiscendere all'implorazione del "giovane" Jakob e liberare la parte della sua anima che poteva essergli stata rubata lentamente ma sicuramente anni prima che fosse imprigionata sotto Roma ora. (ANYWHERE).

Tornato a Sesidhbana Gabriel parlò ad Elderane della sua intenzione di liberare l'anima di Jakob. Elderane non voleva che Gabriel buttasse via la sua vita, ma infine gli disse tutto quello che sapeva sui corridoi sotto Roma, poiché sapeva bene che liberare quelle anime sotto Roma poteva aiutare gli Avantasiani nella loro guerra contro le armate della forza oscura che traeva tutto il proprio potere succhiandolo da quelle anime. Elderane disse a Gabriel che doveva preoccuparsi di una bestia su una pietra che faceva da guardia ad un calice d'oro riempito con le anime che erano state falciate nel corso delle ere, il calice con tutte le anime che davano potere alla forza maligna nella torre.

Sebbene fossero stati messi in guardia Gabriel e Regrin presero uno dei sigilli per aprire la porta da Avantasia a Roma e partirono per un altro viaggio. Dopo essere arrivati a Roma i due oltrepassarono la porta del mondo materiale per strisciare attraverso gli interminabili corridoi sotto la città fino ad arrivare ad una grande sala con un calice incredibilmente enorme al centro. Unendo le loro forze tentarono di rovesciare il calice e sentirono subito che qualcosa di magico stava riempiendo la stanza. Milioni di anime fuggirono dal calice, attraverso l'edificio in tutte le direzioni.

Passarono pochi istanti e uno dei muri iniziò a muoversi e la bestia scolpita sul muro divenne viva; cacciando quante più anime poteva dentro al calice mentre tentava di afferrare Gabriel e il lento nano dalle gambe corte, quest'ultimo con successo. Mentre Gabriel cercava la porta per tornare ad Avantasia e chiusa la porta dietro di se, chiedendosi se l'anima di Jakob era riuscita a liberarsi, il nano non lo fece e venne ucciso dalla bestia. Ma benché Gabriel si sentisse responsabile della morte di Regrin e benché non avesse saputo se l'anima di Jakob era stata liberata, aveva ottenuto un successo per Avantasia. Rientrato a Sesidhbana gli fu detto che tantissimo potere era stato tolto alle forze oscure grazie alla perdita di molte anime che avevano un'influenza anche sulla battaglia che si combatteva attorno alla torre oscura. (CHALICE OF AGONY):

Quella sera Gabriel fu rispedito nel mondo in carne ed ossa nel suo corpo che giaceva ancora vicino a Lugaid.

 

Atto III

 

Scena I

 

Entrambi dormirono ancora una notte per poi liberare Anna a Magonza il giorno seguente. Poiché Lugaid era stato sostenuto da Gabriel per tutto il tempo e Anna doveva essere ancora in prigione, comandò a Gabriel di avviarsi verso casa sua (di Lugaid). Sarebbe potuto essere troppo pericoloso tornare a Magonza e così Gabriel ricevette istruzioni su come farlo in Irlanda. Il druido promise di fare tutto ciò che poteva per liberare Anna. Non era molto d'accordo, ma accettando l'autorità del druido Gabriel seguì le istruzioni.

 

Scena II

 

Lugaid lasciò Gabriel insieme ad alcuni uomini in una locanda e tornò a Magonza lavorando ad un piano per liberare Anna. Durante una delle notti seguenti, quando arrivarono alla torre, la prigione di Anna, trovarono una porta aperta. Jakob era già lì, pronto a liberare Anna. Il monaco era veramente confuso riguardo a quello che stava facendo, mille pensieri e domande nella sua testa, si sentiva rinato e fresco e tuttavia confuso e triste. Lugaid parlò ad Anna di Gabriel e gli disse in breve dove lo aveva mandato. Non c'era possibilità di dire molto perché sentirono voci e rumori provenienti dall'esterno. Appena aiutarono Anna ad arrampicarsi fuori da una delle piccole finestre nel muro, Lugaid corse alla porta per dare un'occhiata fuori. In quel momento Falk e alcuni uomini piombarono dentro e colpirono il druido. Il druido morì. Qualcuno doveva aver visto qualcosa e aveva chiamato l'ufficiale giudiziario. Dopo essersi guardato attorno per un momento l'ufficiale giudiziario prese il suo stocco e si diresse velocemente in direzione di Jakob, che prese uno degli arnesi di ferro vicino a lui per difendersi. Accecato dalla rabbia, essendo come ipnotizzato e senza fare attenzione, l'ufficiale giudiziario si gettò sul ferro che gli trafisse il torace... (MEMORY).

Sebbene quella notte guardie e soldati avessero perlustrato Magonza il lungo e in largo per trovare la fuggitiva, nessuno di loro trovò mai Anna...

 

Scena III - Fine:

(INTO THE UNKNOWN).