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Anubi venne raffigurato come sciacallo o un cane selvatico sdraiato, con un nastro annodato al collo e la sferza di lato, |
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oppure come figura umana con muso di sciacallo.
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Nei tempi romani, cioè quando la religione egizia era oramai in piena decadenza, troviamo Anubi anche rappresentato in abito militare, cioè loricato come un centurione romano (ma sempre con la sua testa di sciacallo), abbigliamento che diremmo piuttosto carnascialesco.
Per ragioni che si ignorano, ma che si possono forse intuire dal fatto che gli sciacalli si aggirano spesso nelle vicinanze delle sepolture, Anubi divenne, da dio locale che era, il Sovrano del Regno Occidentale (cioè dei defunti), giudice e protettore dei morti.
Anubi era la prima divinità che il defunto incontrava: era lui che doveva pesare l'anima del morto che, per poter andare nel loro "paradiso", doveva essere molto leggera, a testimonianza di una vita vissuta onestamente. In questa immagine si vede appunto Anubi che confronta il peso di un cuore di
defunto con quello di una piuma.
In un altro dipinto, risalente al periodo della XVIII dinastia (1570-1293 a.C.), conservato al Museo egizio di Torino, il dio Osiride (al centro) è con il dio dalla testa di sciacallo Anubi. Nella mitologia egizia Osiris era il vero signore del regno dei morti, mentre ad Anubi era attribuito il compito di giudicare le anime
dei defunti.
Nel mito di Osiris, Anubi è l'imbalsamatore della salma di questi, meritandosi così l'altro suo appellativo: Capo della Divina Sala d'Imbalsamazione.
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In quest'altra immagine si vede un sacerdote, con la maschera di Anubi sul capo, che offre ad una mummia una coppa di acqua sacra.
Secondo la credenza egizia, il rito dell'apertura della bocca risvegliava i sensi del defunto, consentendogli di risorgere nell'aldilà.
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I Greci identificarono Anubi con il loro Hermes psychopompòs, conduttore di anime all'Averno.
La più grande statua di Anubi è conservata a Copenaghen, nella Glyptoteca Ny Carlsberg. |
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