QUETZALCOATL - Pietra. Città del Vaticano, Museo Missionario Etnografico. 1440 d.C.

QUETZALCOATL

La leggenda del serpente piumato

e il mito dell'Eldorado

QUETZALCOATL - Parigi, Musée de l'Homme. Un'altra raffigurazione di Quetzalcoatl, che si manifesta sotto diverse identità per mostrare i suoi molteplici aspetti divini.

 

 

 

Quetzalcoatl, divinità del Messico precolombiano, patrono dei sacerdoti, simbolo di morte e resurrezione, è di solito raffigurato come un Serpente Piumato, ibrido e mitico animale, che nelle culture mesoamericane rappresenta il principio cosmico della dualità: ciò che striscia e ciò che vola riuniti in uno stesso simbolo.

 

"Serpente piumato" ha la sua origine fra i Toltechi, ma entrò ben presto nel culto azteco. Con ogni probabilità si cela dietro la sua figura un personaggio storico, una specie di Solone messicano, che si suppone abbia vissuto a Tula nel sec. IX.

Istruì gli indigeni nell'uso dei metalli, nell'agricoltura e nell'arte delle istituzioni sociali.

La sua era l'età dell'oro del Messico: si racconta che la terra generasse fiori e frutti senza richiedere la fatica del lavoro, che le pannocchie di granturco fossero così grandi che un uomo bastava appena per portarne una e che il cotone assumesse da solo, crescendo, i colori che i tintori avrebbero voluto dargli. Non c'è quindi da  meravigliarsi che Quetzalcoatl venisse divinizzato e che le leggende fiorissero attorno alla sua persona.

 

  

 

Per iniziare bene dall'inizio, gli si attribuiva una nascita mistica da Chimalman che l'avrebbe concepito pur restando vergine. Gli spagnoli, sentendo questa leggenda, ovviamente non potevano non pensare a una parodia della verginità di Maria e conclusero che in questo caso il diavolo si fosse travestito da arcangelo Gabriele per operare un deprecabile trucco.

 

Ma torniamo a Quetzalcoatl. La sua riforma del culto religioso tradizionale, ivi compresa l'abolizione dei sacrifici umani, doveva ovviamente suscitare il rancore degli altri sacerdoti.

Se ne trova l'evidente traccia nella leggenda secondo cui la sua mistica vita di sacerdote, basata sul digiuno e sull'astinenza, finì quando, ubriacato dai servitori di Tezcatlipocal (dio del male e del cielo notturno, suo rivale e nemico nella creazione del mondo), diede sfogo alla sua passione per la bella Quetzalpétatl (il celibato dei preti ha le sue valide ragioni).

Per essere caduto in peccato, abbandonò piangendo Tula, seguito dalla sua gente. Si fermò a Cholula dove gli venne eretto un tempio le cui poderose rovine esistono tuttora.

Giunto infine sul Golfo del Messico, Quetzalcoatl si congedò dai suoi promettendo che lui e i suoi discendenti sarebbero tornati un giorno a riconquistare il potere ed a portare una nuova età dell'oro, dopodiché sali a bordo di una nave magica fatta di pelli di serpenti e partì per la terra favolosa di Tlapallan, la terra del rosso e del nero. I conquistatori inseguirono in effetti il mito dell'uomo d'oro ( el -hombre- dorado), cioè il mito dell'Eldorado, illudendosi di aver trovato il regno favoloso nella regione di Bogotà, in Colombia. In questa zona l'oro veniva usato senza parsimonia, talvolta associato con il rame in una lega detta tumbaga; gli altri metalli erano quasi completamente sconosciuti.

 

Secondo un'altra variante, Quetzalcoatl si gettò in un rogo trasformandosi nell'astro del mattino chiamato Tlahuizcalpautecuhtli. E' tuttavia la prima variante, con l'insita speranza in un ritorno dell'epoca d'oro, che restò viva fra il popolo. Questa circostanza favorì Hernan Cortés nella conquista del Messico: siccome si diceva che Quetzalcoatl fosse alto di statura, di pelle bianca, con lunghi capelli neri e una barba fluente, caratteristiche pressappoco corrispondenti a Cortés e ai suoi, il re azteco Montezuma II alla notizia dello sbarco degli Spagnoli nel 1519 era incerto se si trattasse del ritorno del dio Quetzalcoatl o no, e non ebbe il coraggio di contrastare subito il passo al conquistatore Cortés, il quale anzi fu accolto inizialmente con grandi onori.

 

Restano però dei fatti strani: il dio Kukulcan dei Maya corrisponde perfettamente a Quetzalcoatl anche nelle caratteristiche fisiche e pure presso gli indiani del Perù si favoleggiava di uomini bianchi che, dopo aver sparso i semi della civiltà, se ne sarebbero andati.

 

I missionari spagnoli arrivarono alla conclusione che doveva trattarsi dell'Apostolo San Tonmaso.

 

Oggi c'è chi avanza addirittura l'ipotesi che Quetzalcoatl fosse un visitatore extraterrestre.

 

Una favola vale l'altra; la verità, se mai la sapremo, sarà probabilmente molto meno romanzesca.

 

 

 

Click Here!