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Mistretta per Cagliari

I Giovani


L'universo giovanile tra nuove opportunità e maggiori responsabilità

Viviamo in un'epoca di trasformazioni culturali che non ha avuto precedenti e gli importanti e frequenti cambiamenti della società contemporanea si riflettono nell'estrema mutevolezza - e, per certi versi, nella accentuata precarietà - che caratterizza l'universo giovanile: sono cambiati gli stili di vita, così come i modelli culturali, gli interessi dei giovani, le loro modalità di aggregazione e di divertimento, il loro modo di comunicare. Le prospettive occupazionali sono contrassegnate, anch'esse, da un notevole grado di incertezza, in quanto la difficoltà di trovare un lavoro stabile - per il fenomeno della progressiva scomparsa del "posto fisso", ovvero di rapporti di lavoro a tempo indeterminato - e la diffusione di nuove tipologie lavorative, sempre più flessibili, ma spesso assai precarie accrescono l'incertezza e precludono la possibilità di formulare programmi a lungo termine, non solo a livello professionale, ma prima ancora a livello "esistenziale".
D'altra parte, l'elevato tasso di disoccupazione che affligge il nostro Paese pone, sempre più spesso, i giovani nella condizione di dover accettare una collocazione professionale talvolta assolutamente estranea al proprio background culturale e la possibilità di trovare lavoro trasferendosi in un altro Paese non sempre è vissuta positivamente, ma spesso come una scelta obbligata.
Di fronte ad una società sempre più esigente e selettiva nei loro confronti, i giovani pretendono un giusto interesse per i propri problemi, manifestano nuovi bisogni (soprattutto bisogni sociali), formulano domande ed esigono risposte chiare e concrete, al di fuori di qualsiasi retorica e, soprattutto, senza atteggiamenti paternalistici e tentativi di strumentalizzazione.

La cultura come strumento per la prevenzione ed il superamento del disagio giovanile
Uno dei fattori che incidono maggiormente sullo sviluppo cognitivo ed emotivo-affettivo dei giovani è l'educazione che essi ricevono all'interno della famiglia e, successivamente, della scuola. Famiglia e scuola sono i due gruppi sociali in cui i giovani sono inseriti fin dai primi anni della propria vita, e, se si escludono gli anni della prima infanzia, si deve riconoscere che la scuola rappresenta il luogo in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte della loro giornata e compiono le proprie esperienze di socializzazione, soprattutto in una società come quella attuale, in cui spesso entrambi i genitori lavorano ed i momenti trascorsi insieme ai figli sono sempre più radi. Il processo di costruzione della personalità ed il confronto con gli altri giovani si svolge, dunque, principalmente all'interno della scuola, luogo di relazione e di confronto prima ancora che di trasmissione della conoscenza.
La scuola, sotto questi aspetti, si integra perfettamente nella città - intesa come civitas - e può dialogare con la città per ricostruire gli spazi di aggregazione perduti, che oggi non sono più percettibili perché sono cambiate le funzioni e l'organizzazione delle stesse città e, soprattutto, gli stili di vita: la piazza di un tempo era lo spazio urbano per eccellenza, luogo di discussione, di incontro, di acquisti. Oggi il luogo di riunione non è più la piazza, ma l'area dove i giovani parcheggiano il motorino o la macchina. Mancano, dunque, gli spazi di relazione, e le aree di incontro virtuali (le chat, ovvero i siti Internet in cui è possibile socializzare con altri utenti della rete) non sostituiscono il confronto diretto e i momenti di vita in comune che nella scuola costituiscono parte integrante del processo educativo: le prime amicizie (spesso, le più durature) si fanno a scuola, le prime vere emozioni sentimentali nascono tra i banchi, in questo contesto si creano le solidarietà, le invidie e i tormenti, che incidono positivamente - e purtroppo anche negativamente - sui più sensibili e sui più deboli. L'importanza della scuola quale luogo di aggregazione è confermata dal fatto che, in occasione di meeting (sportivi o musicali) che si svolgono in ambito scolastico, le diverse categorie di giovani, indipendentemente dalla provenienza sociale e dalle condizioni economiche della famiglia d'origine, finiscono per confondersi ed identificarsi in un momento emblematico e unificante.
L'attività educativa e formativa deve svolgersi, pertanto, con la consapevolezza di questo ruolo fondamentale della famiglia e della scuola e deve essere orientata al massimo coinvolgimento ed alla responsabilizzazione dei giovani. Sono loro, generazione ricca di energie, intelligenze e risorse, i protagonisti delle sfide dei prossimi decenni, ma in questo impegno hanno il diritto di essere sostenuti dai meno giovani, con la loro esperienza, la capacità di indicare validi punti di riferimento e di accompagnare i più giovani nella costruzione del proprio percorso di vita.
È importante che il processo educativo e formativo sia espressione di libertà, di democrazia e di rispetto tra le parti, educato ed educando, senza imposizioni immotivate, nella convinzione che lo sviluppo della personalità individuale debba avvenire sulla base di un modello non rigido ed uguale per tutti, ma flessibile e adattabile alle caratteristiche soggettive, alle inclinazioni personali, alle circostanze sociali e culturali. Questa flessibilità deve trovare conferma in percorsi scolastici orientati ad una formazione non necessariamente destinata a proseguire in ambito universitario, ma valida anche ai fini di un eventuale inserimento immediato nel mondo del lavoro.
La scuola, che si identifica in larga misura con la "società dei giovani", ha la responsabilità del mancato inserimento dei giovani nella società e nel contesto professionale: il problema della dispersione scolastica è la prima causa di emarginazione dei giovani e, di riflesso, degli episodi di sconforto che li riguardano. Ma anche il ruolo dell'università è fondamentale, poiché i ragazzi che iniziano gli studi universitari hanno un'età tardo-adolescenziale e, perciò, hanno ancora bisogno di riferimenti per la ricerca della propria identità e per la progettazione del proprio percorso esistenziale. D'altra parte, le tendenze formative più recenti mirano a creare nuovi canali di comunicazione tra la scuola e l'università, per garantire una maggiore continuità e coerenza del processo formativo individuale.
Il primo contributo che l'università può apportare per prevenire situazioni di disagio dei giovani consiste nel fornire loro strumenti di comprensione della realtà e nel promuovere occasioni di aggregazione, di socializzazione e di confronto: strumenti fondamentali in tal senso sono l'attività didattica e le iniziative culturali quali conferenze, dibattiti, incontri, discussioni. L'università vede con grande favore le diverse attività in cui si esprime l'associazionismo studentesco universitario (attività culturali, di orientamento, di distribuzione di materiale didattico, di supporto nella preparazione degli esami, scambi culturali con studenti stranieri, dibattiti, rassegne cinematografiche su tematiche di particolare impatto sociale, manifestazioni musicali) e le sostiene attraverso la predisposizione di sedi autonome di riferimento e la gestione delle necessarie attività di servizio. Le attività citate appaiono assai rilevanti poiché contribuiscono ad animare la vita universitaria, creando un clima di fermento culturale e intellettuale estremamente vivace e costituiscono importanti occasioni di dialogo tra gli studenti e l'università e, come tali, devono essere sempre più favorite ed incoraggiate.

La realtà della Sardegna
Gli ultimi anni sono stati contrassegnati dalla crescente importanza dei programmi di mobilità internazionale, che consentono ai giovani di compiere esperienze formative particolarmente utili sia per perfezionare la conoscenza di una lingua, sia, più in generale, per arricchire il proprio bagaglio culturale attraverso un confronto con i colleghi europei. D'altra parte, se è vero che tali programmi possono offrire nuove opportunità culturali e professionali ai giovani, molti dei quali scelgono di trasferirsi stabilmente nel Paese in cui hanno svolto parte dei propri studi, è importante che essi possano trovare anche in Sardegna la possibilità di mettere a frutto le esperienze maturate all'estero, in modo da promuovere un maggiore sviluppo delle risorse locali e favorire un clima di continua crescita culturale.
È da rilevare, a questo proposito, che un contributo importante al processo di sviluppo locale è stato apportato dall'imprenditoria giovanile: in tempi recenti, anche grazie a leggi regionali di incentivazione, i giovani sardi hanno rivelato una crescente propensione alla creazione di impresa e numerosi progetti sono stati finanziati e realizzati. Lo slogan secondo il quale nella società contemporanea, dinamica e innovativa, la realizzazione professionale presuppone la capacità di "inventarsi un lavoro" trova conferma nei successi delle iniziative di tanti giovani imprenditori, nella spiccata tendenza all'associazionismo (soprattutto nella forma della cooperativa), nella originalità delle idee proposte.
È auspicabile, dunque, che le leggi a sostegno dell'imprenditoria giovanile siano sempre più orientate verso la semplificazione degli adempimenti, per evitare che l'eccessiva burocratizzazione delle procedure si traduca in fattore di ostacolo alla creazione di ricchezza per la Sardegna.

La ricerca di un equilibrio tra globalizzazione e identità dei luoghi
È giusto aiutare i giovani ad acquisire la consapevolezza della propria cittadinanza europea; è anche vero che la cultura, per definizione, non ha confini geografici e che la ricerca scientifica e tecnologica, sempre più orientata verso l'integrazione pluridisciplinare, negli ultimi decenni ha sperimentato con successo il metodo di lavoro basato sull'apporto congiunto di studiosi di diversi Paesi. Viviamo nella società dell'informazione e il patrimonio di conoscenze esistente è a disposizione di tutta la popolazione mondiale, e non è pensabile (né tantomeno auspicabile) circoscriverlo ad una singola nazione.
Ciò non significa, però, che la globalizzazione debba diventare sinonimo di omologazione, ovvero di impoverimento culturale, di passiva importazione di modelli esterni senza alcuna mediazione culturale: è necessario che la cultura impartita ai giovani mantenga una forte connotazione culturale, storica, linguistica, di tradizioni.
Per i giovani sardi, la valorizzazione delle specificità culturali riveste particolare importanza, in quanto può offrire adeguati strumenti di comprensione della realtà locale e consentire un confronto più consapevole con gli altri giovani della Sardegna, dell'Italia, dell'Europa, in una prospettiva di "pluriappartenenza", da incoraggiare in quanto fonte di ricchezza culturale e di maturazione individuale.

Prospettive ravvicinate
Voglio concludere il mio intervento con una sollecitazione ad una maggiore responsabilizzazione della "società degli adulti" nei confronti della "società dei giovani". Le nuove generazioni sono uno specchio della realtà in cui vivono perché ne riflettono le tendenze, le contraddizioni, le positività e le negatività: per questo le azioni rivolte ai giovani richiedono un'attenta riflessione sui giovani, sulla loro multiforme realtà, in tutte le sue sfumature e nella sua continua mutevolezza.
Si tratta di una sfida epocale, che coinvolge le diverse istituzioni nelle rispettive sfere di competenza, ma soprattutto richiede un impegno comune per superare l'attuale frammentazione delle politiche per i giovani. A livello statale e, soprattutto, regionale, occorre promuovere iniziative di raccordo tra le diverse agenzie formative (e tra queste ed il mondo del lavoro) per facilitare le opportunità di inserimento professionale; introdurre adeguate garanzie per le nuove tipologie di lavoro, affinché la flessibilità professionale, precludendo la possibilità di formulare programmi a lungo termine, non diventi sinonimo di incertezza; incoraggiare i momenti di formazione umana e le occasioni di incontro e di maturazione dei giovani. Le risorse disponibili devono essere impiegate per potenziare i servizi sociali ed i servizi alla famiglia e per promuovere la diffusione di ambiti educativi e formativi improntati al massimo coinvolgimento dei giovani - soprattutto dei giovani "a rischio" - attraverso modalità relazionali anche diverse da quelle tradizionali (caratterizzate dal rapporto di subordinazione tra docente e discente), che consentano di valorizzare l'azione di sostegno degli stessi giovani, adeguatamente formati, nei confronti dei loro coetanei.
I giovani d'oggi hanno enormi potenzialità e le generazioni più mature sono chiamate a valorizzare le capacità e le competenze individuali fornendo alle nuove generazioni i necessari strumenti culturali e intellettuali. L'approccio della società degli adulti alla società dei giovani deve esser duplice: da un lato, occorre investire risorse e profondere un impegno sempre maggiore per garantire ai giovani dei riferimenti educativi e formativi che possano costituire un sostegno adeguato nel loro processo di crescita umana e culturale. Dall'altra, gli adulti devono dialogare con i giovani per imparare dai giovani, dalla loro energia intellettuale, dalla loro voglia di conoscenza, dal loro entusiasmo, dalla loro capacità di affrontare sfide sempre nuove con grande dedizione e rinnovato impegno.
Su queste tematiche occorre riflettere, ma soprattutto avviare azioni concrete, convinti che i giovani rivestono un'importanza determinante per lo sviluppo civile e sociale del nostro Paese e della nostra Isola e possono contribuire, con le loro idee e le loro potenzialità, a dare un impulso decisivo al cambiamento della società. Se si riconosce che il progresso scientifico-tecnologico e la stessa crescita civile e culturale di una società dipendono in misura determinante dalla sua capacità di valorizzare le risorse disponibili, risulta evidente che il modello di sviluppo del ventunesimo secolo - per quanto possiamo prevedere allo stato attuale, considerata la velocità dei cambiamenti in atto - deve lasciare ai giovani nuovi spazi, ridefinendo i ruoli sociali ed attivando processi di dialogo e di coinvolgimento intergenerazionali.
Non si può trascurare che, in misura sempre maggiore (e, in particolare, nel campo delle nuove tecnologie informatiche e telematiche), il "potere della conoscenza" è sempre più una prerogativa dei giovani: la maggiore elasticità mentale, la capacità di anticipare il cambiamento - qualità che, ormai, risulta ancor più indispensabile della capacità di affrontarlo e gestirlo - e, soprattutto, di essere artefici del cambiamento, con idee originali e innovative, sono caratteristiche peculiari dei giovani.
La suindicata ridefinizione dei ruoli dovrebbe lasciare il posto ad una società più dinamica e meno strutturata, con la possibilità per tutte le categorie sociali di giocare un proprio ruolo: ciò vale per i giovani, ma anche per altre fasce deboli della popolazione (come le donne e gli immigrati) che, finora, hanno ricoperto per lo più ruoli marginali all'interno della società e che, grazie ad una tendenza ormai inarrestabile, stanno progressivamente acquisendo una funzione strategica nel processo di sviluppo mondiale. In questa prospettiva, la società nel suo complesso deve operare con l'obiettivo di una maggiore integrazione dei ruoli, nella convinzione che la realizzazione di un maggior benessere collettivo presuppone la completa attuazione di un sistema di pari opportunità tra le diverse generazioni e tra i diversi gruppi sociali.
Agli studenti e ai giovani della Sardegna, non più psicologicamente deboli per il peso dell'insularità, ma consapevoli della ricchezza della propria identità culturale e delle grandi potenzialità della nostra terra, partecipe dei grandi cambiamenti a livello nazionale ed internazionale, il compito di esprimere nuovi slanci, nel ruolo di interpreti di nuove partiture e di nuove sceneggiature.