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L'ecumenismo
passa da Livorno
di Nicola Sangiacomo

Sta per finire l’era dei pionieri dell’ecumenismo, l’ecumenismo da movimento di pochi si avvia a diventare dimensione pastorale di tutta la chiesa. In questo periodo di transizione sembra urgente non disperdere il patrimonio d’esperienze ed idee che il movimento ecumenico italiano ha prodotto fino ad oggi. È nato così a Livorno un centro di documentazione del movimento ecumenico italiano: si tratta di una struttura, promossa dalla diocesi di Livorno, che si propone di raccogliere la memoria e rilanciare la formazione ecumenica, con la consulenza dei massimi esperti nazionali.Per tenere a battesimo questo progetto si sono ritrovati a Livorno dieci vescovi, tra quelli più impegnati sul versante ecumenico, e altri sacerdoti e laici esperti del settore.Si tratta di un’iniziativa che ha valenza storica e pastorale insieme e che prende le mosse dalla vocazione ecumenica del vescovo Ablondi e dal patrimonio genetico della città, nata nel segno dell’accoglienza della diversità. Lo sviluppo di Livorno, infatti, che risale al ’500, è dovuto all’emanazione delle «leggi liburnine» con le quali i granduchi di Toscana dell’epoca, Cosimo I e Ferdinando I, incentivarono persone d’ogni religione, razza e nazionalità ad insediarsi a Livorno per farne il principale centro commerciale della Toscana. Grazie a questa legislazione Livorno divenne un luogo d’incontro di religioni diverse, un città in cui gli ebrei non furono mai chiusi in un ghetto, un territorio in cui trovano ancora oggi spazio gli edifici religiosi di numerose confessioni cristiane.Il progetto del nuovo centro, la cui elaborazione è diretta dallo storico Riccardo Burigana, prevede l’istituzione di una biblioteca che faciliti l’accesso alla memoria del movimento ecumenico italiano, l’organizzazione di un archivio che raccolga testimonianze scritte ed orali dei pionieri dell’ecumenismo, la creazione di una pagina Web che consenta la consultazione a distanza di notizie e dati raccolti nel centro e la promozione d’iniziative pubbliche mirate sviluppare la riflessione sul dialogo interreligioso e interconfessionale.Nel presentare il senso di questo centro monsignor Savio, vescovo ausiliare di Livorno, ha detto: «vogliamo realizzare un centro a valenza ecumenica ed interreligiosa, luogo di memoria e di formazione, capace di raccogliere e di elevare la tensione originale di un’intera diocesi, nella certezza di poterci avvalere della presenza collaborante di monsignor Ablondi e di tanti amici.» Burigana ha definito il centro nascente come «una struttura unica nel nostro paese che viene a colmare una lacuna per la conoscenza storico - teologica del movimento ecumenico italiano».

 

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