Il Taekwondo trae origine da un antica arte marziale coreana che utilizza il corpo umano come arma di attacco e difesa. Rimasto inalterato per quasi 2000 anni, recentemente si è imposto all'attenzione mondiale come sport moderno. Questa trasformazione da arte marziale a sport riisulta sicuramente un fatto straordinario se si pensa che soltanto nel 1973 è stato disputato il primo campionato mondiale e che nel 2000, alle olimpiadi di Sidney, farà parte degli sport ufficiali. Numerosi sono i fattori che hanno contribuito al raggiungimento di tale traguardo ma indubbiamente dal punto di vista del regolamento arbitrale, il Taekwondo si presenta con tutte le carte in regola. Punto focale di questo processo è stato quello di dar vita ad un regolamento che, oltre a mantenere un collegamento tra la filosfia dell'arte marziale e l'aspetto agonistico, garantisce: 

  1. l'incolumità degli atleti attraverso l'utilizzo particolari protezioni (caschetto, corpetto, parafibia, paravanbraccia, conchiglia e paraseno); 

  2. eliminazione della soggettività nell'assegnazione del punto attraverso l'utilizzo di K.O. system, score machines, tabelloni elettronici;  

  3. avviamento alla specializzazione attraverso l'eliminazione del pugno al viso. 

E' stato studiato ed introdotto un sistema di gara in cui le tecniche più rappresentative, ovvero quelle eseguite con gli arti (calci), sviluppassero un metodo diverso dagli sport, con una esecuzione tale da non poter essere confrontata con altre discipline di combattimento. Il Taekwondo ha scelto il sistema del pieno contatto e l'utilizzo di protezioni, allo scopo di difendere e limitare le zone attaccabili, ma non l'efficacia delle tecniche stesse.  

Gli atleti suddivisi in 8 categorie di peso, combattono su un campo di gara di 144 metri quadri, al cui interno è inserita l'area di combattimento di 64 metri quadri. la competizione si svolge, tra due atleti della stessa categoria di peso, sulla distanza di tre rounds da tre minuti ciascuno, con un minuto di intervallo. Una tecnica ottiene un punto se colpisce la zona permessa con precisione e forza e se, a causa dell'azione l'avversario accusa il colpo, barcolla o cade in terra. La vittoria avviene per sommazione o per K.O.   Due penalità per ammonizione (Kyong-go) oppure per deduzione, una per attacchi proibiti (Gamma-jeom), comportano la detrazione di un punto, tre deduzioni di punto determinano poi la squalifica.  

 

Il taekwondo e i bambini 

Il Taekwondo, come le arti marziali in generale è considerato come uno sport violento e diseducativo a causa dell'immagine deformata che ne viene offerta nei telefilm e nei cartoni animati.  

Al contrario si tratta di una disciplina che aiuta a socializzare, ad aumentare le capacità psicomotorie condizionali e coordinative.  Avvicinandosi al Taekwondo, il bambino rimane affascinato dalle attività che costituiscono la preparazione di base quali i giochi propedeutici all'arte marziale (giochi e percorsi). Tali giochi servono a rafforzare la volontà e stimolare l'attenzione e la concentrazione.  Il Taekwondo favorisce la crescita di giovani dinamici, fiduciosi nelle proprie capacità, pronti a superare ostacoli di qualsiasi natura, leali e corretti nei confronti degli altri.  

Il Direttore Tecnico Sportivo 
Maestro
Marcello Pezzolla 5° DAN 

Home Total Fitness | Sala Arti Marziali