Dislivello
in salita:
800 m
Dislivello in
discesa:
940 m
Rifugi lungo il
percorso:
bar-ristorante a fondovalle presso Arnouva (1759 m), rifugio Elena (2062 m),
baite presso La Peule (2071 m)
Giornata lunga e faticosa che ci conduce fuori dai confini italiani per mostrarci il tranquillo ed ordinato versante svizzero della Val Ferret. Partiamo con calma dopo l'abbondate colazione a buffet che il rifugio Bonatti ci riserva. Percorriamo inizialmente un lungo tratto in costa dal quale si gode uno splendido panorama su le Grandes Jorasses, che termina con una ripida discesa al termine della quale raggiungiamo Arnouva (1759 m). Qui, purtroppo, Riccardo non riesce più a sopportare il dolore al ginocchio, già mal concio prima della partenza, che la discesa gli ha acutizzato; prenderà quindi il primo autobus per tornare verso Courmayeur, lasciandoci dopo due soli giorni di cammino. Aspettiamo quindi che arrivi l'autobus che porterà via l'infortunato e ci rimettiamo prontamente in cammino (con un compagno in meno e un po' di tristezza in più), perché i chilometri da macinare sono ancora molti.
In poco meno di un'ora arriviamo all'affollatissimo Rifugio Elena fino al quale, eventualmente, avremmo potuto prolungare la tappa precedente per snellire quella odierna. Dopo esserci rifocillati con un po' di frutta secca e barrette di cioccolata, ripartiamo verso la cima del Col du Grand Ferret (2537 m) che, faticosamente, raggiungiamo verso le 15. La cima del colle, che segna il confine Italia-Svizzera, è completamente immersa fra nubi che riducono la visibilità a poche decine di metri ed è spazzata da un forte vento gelido a causa del quale siamo costretti a coprirci con giacche a vento, guanti e berretti. Iniziamo dunque a percorrere l'interminabile discesa fino a che raggiungiamo un gruppo di baite presso la Peule, dove è possibile acquistare latte e formaggi. A tal punto inizia una lunga strada asfaltata (terribile per le nostre ginocchia), che, dopo aver attraversato il minuscolo ma assai grazioso paese di Ferret (dove eventualmente si può decidere di trascorrere la notte), ci permette finalmente di raggiungere La Fouly. Sono ormai le 19 quando finiamo di montare le tende nello spoglio ma ordinato campeggio; consumiamo una cena frugale fatta di pane e formaggi accompagnati però da una bottiglia di buon vino, il tutto acquistato nel carissimo supermercato del paese. Quando ci scaldiamo un po' d'acqua sul fornello da campeggio per preparare un the caldo, è ormai tramontato il sole ed il freddo inizia a farsi pungente; verso le 22 ci ritiriamo in tenda per trascorrere la notte sotto un cielo fattosi nel frattempo coperto e minaccioso.