Le bombe NATO provocano un disastro ambientale

Mentre continuano i bombardamenti NATO in Serbia e Kosovo, prove sempre più consistenti che documentano la catastrofe provocata dalle bombe cominciano a filtrare al resto del mondo. C'è tuttavia un particolare aspetto della devastazione che a malapena trova spazio sui mezzi di informazione occidentali: la carneficina ambientale che viene inflitta non soltanto alla Serbia, ma all'intera regione.

Nei loro appelli che invocano la fine dei bombardamenti, alcuni esponenti del nuovo partito verde di Belgrado e del partito ecologista di Tirana hanno descritto i costi umanitari ed ecologici della popolazione della regione. Le dichiarazioni di seguito riportate sono state tratte da un rapporto redatto da MITCHEL COHEN del Red Balloon Collective e dei Brooklyn Greens.

Agli inizi di aprile un leader del partito verde jugoslavo aveva lanciato un avvertimento: i missili NATO stavano cominciando a contaminare le riserve di acqua che riforniscono gran parte dell'Europa dell'est. "La Serbia è una delle maggiori riserve di acque sotterranee d'Europa e la contaminazione interesserà l'intera area circostante, fino al Mar Nero". Questo è quanto affermava Branka Jovanovic, corrispondente da Belgrado.

I suoi peggiori timori sembrano essere divenuti realtà.

Il primo giorno di attacchi aerei NATO, il 24 marzo, è stato colpito il comune di Grocka, sul cui territorio è situato il reattore nucleare di Vinca, contenente grandi quantità di scorie nucleari.

Nessun mezzo di informazione statunitense ha riportato la notizia.

È stato colpito il comune di Pancevo, sul cui territorio si trovano uno stabilimento petrolchimico e un impianto per la produzione di fertilizzanti artificiali. I due stabilimenti sono stati nuovamente bombardati due settimane dopo.

È stato colpito anche il comune di Baric. Sul territorio di Baric si trova un grande complesso per la produzione di cloruro (tecnologia Bhopal).

"Non è necessario che io spieghi cosa comporterebbe l'esplosione di questi stabilimenti industriali", ha detto Jovanovic. "Non solo Belgrado, che si trova ad appena 10 chilometri, ma l'intera Europa sarebbe in pericolo".

Il secondo giorno di bombardamenti sono stati colpiti uno stabilimento chimico a Sremcica (un sobborgo di Belgrado) e un deposito di carburante per missili. Le esplosioni hanno provocato la contaminazione delle acque e dell'intera area circostante.

Jovanovic riferisce che sono stati bombardati anche quattro parchi nazionali e che le armi all'uranio impoverito, utilizzate per la prima volta in Iraq e responsabili dell'insorgenza di leucemie e di altre forme cancerose in migliaia di bambini, vengono ora utilizzate contro la Jugoslavia.

La nube tossica

Le notizie che vengono date negli Stati Uniti sono così ben confezionate da non far trasparire gli aspetti più cruenti: le bombe della NATO, ci viene detto, continuano a colpire e mettere fuori uso le raffinerie di petrolio della Jugoslavia. Ma proviamo a confrontare queste informazioni con i racconti dettagliati forniti da Tom Walker, corrispondente da Belgrado, e pubblicati sul Times del 19 aprile:

"Una imponente nube di gas tossici incombe su Belgrado dal 25° giorno di bombardamenti, quando gli aerei NATO hanno colpito uno stabilimento petrolchimico nella periferia settentrionale della città".

"La NATO ha provocato ieri un disastro ecologico, bombardando un complesso per la raffinazione del petrolio e la produzione di fertilizzanti sulle rive del Danubio, a nord di Belgrado".

"Una serie di detonazioni che ha scosso l'intera città nel cuore della notte ha provocato una nube tossica di fumi e gas che si è sollevata a decine di metri di altezza nel cielo notturno. All'alba la nube soffocante si stagliava lungo tutto l'orizzonte verso nord".

"Il cocktail di sostanze chimiche che ha investito centinaia di migliaia di case conteneva fosgene (un gas tossico), cloro e acido cloridrico. Gli operai dello stabilimento industriale di Pancevo, in preda al panico, piuttosto che rischiare un'esplosione hanno riversato nel Danubio tonnellate di dicloruro di etilene, una sostanza cancerogena".

"L'impatto di almeno tre missili ha messo fuori uso vaste aree dell'impianto, e il petrolio greggio e raffinato fuoriuscito dalla raffineria danneggiata si è riversato nel fiume, creando una chiazza oleosa lunga 20 chilometri.

Si dice che nell'impianto distrutto la temperatura abbia superato i 1000 gradi centigradi. Rispondendo alle preoccupazioni sui rischi rappresentati dalla nube tossica, la NATO ha affermato che è molto più denso il fumo che si alza dai villaggi in fiamme del Kosovo".

Nel frattempo a Pancevo decine di persone hanno manifestato sintomi di avvelenamento in seguito ai bombardamenti di impianti di raffinazione e di produzione di fertilizzanti e di uno stabilimento di vinilcloruro ed etilene. Sono state immesse nell'aria enormi quantità di sostanze tossiche, come cloruro, dicloruro di etilene e monomero di vinilcloruro.

Sono stati pesantemente danneggiati anche gli impianti di trasformazione, dai quali è fuoriuscito un olio di trasformazione altamente tossico. Il ministero della sanità non disponeva di maschere a gas in numero sufficiente per distribuirle alla popolazione; come precauzione contro la pioggia di acido nitrico, ai residenti è stato detto di respirare attraverso sciarpe imbevute di bicarbonato di sodio.

Il problema della fame

"La combustione di enormi quantità di nafta e suoi derivati ha provocato il rilascio di oltre 100 composti chimici altamente tossici che hanno contaminato l'acqua, l'aria e il suolo", mettendo in pericolo l'intero ecosistema della penisola balcanica, afferma lo scienziato del nuovo partito verde Luka Radoja. Radoja sottolinea inoltre che i bombardamenti NATO stanno avendo luogo in un momento dell'anno nel quale normalmente vengono piantati molti raccolti vitali per la sopravvivenza delle popolazioni: frumento, girasole, soia, barbabietole da zucchero e ortaggi. La conseguenza è stata l’interruzione della coltivazione di 2,5 milioni di ettari di terra.

"La mancanza di carburante per le macchine agricole avrà risultati catastrofici, perché ridurrà alla fame l'intera popolazione. Se a questo aggiungiamo l'avvelenamento dell'acqua, dell'aria e del suolo, ci accorgiamo che la catastrofe assume dimensioni bibliche".

"In qualità di esperto ho trascorso la mia intera vita lavorativa nei campi di questo angolo d'Europa fino a oggi intatto dal punto di vista ecologico. Ma ora sto assistendo alla scomparsa del più bel giardino d'Europa", afferma tristemente Radoja.

Di fatto la crisi ecologica non può che peggiorare. Con i bombardamenti degli impianti petrolchimici i raid aerei della NATO sono arrivati pericolosamente vicini a colpire depositi contenenti decine di migliaia di tonnellate di sostanze chimiche esplosive.

Miralem Dzindo sostiene che i missili NATO abbiano recentemente sfiorato uno di questi depositi, contenente 20.000 tonnellate di ammoniaca liquida.

"Se fosse andato in fiamme, gran parte di Belgrado sarebbe stata avvelenata. L'inquinamento del Danubio e dell'atmosfera sopra la città non conosce frontiere". Dzindo ha infatti avvertito i paesi confinanti che "le nubi tossiche avrebbero presto potuto raggiungerli" (Times, 19 aprile).

L'ispettore capo del ministero macedone per l'ambiente, Miroslav Balaburski, ha infatti affermato che furani e diossine rilasciati dall'esplosione delle bombe vengono trasportati per lunghe distanze. L'inquinamento sta raggiungendo la Macedonia tramite l'atmosfera e il fiume Lepenec, che attraversa il confine tra la Macedonia e la Jugoslavia: è quanto afferma Zoran Bozinovski, portavoce del Centro per radioisotopi, un'istituzione governativa macedone con sede a Skopje.

Ivan Grozdanov, chimico presso il centro, ha fatto un’altra osservazione: la combustione di carburante per velivoli è la principale causa della presenza nella stratosfera di ossido di azoto, una sostanza che sta danneggiando gravemente lo strato di ozono.

Robert Fisk, corrispondente dalla Serbia per l’Independent a metà aprile ha commentato: "Daniel Cohn-Bendit, il leader dei verdi francesi, e Joschka Fischer, leader del partito verde e ministro degli esteri tedesco, dovrebbero vergognarsi di permettere che questa guerra abbia luogo; senza il loro sostegno, infatti, il bombardamento NATO cesserebbe".

"Bombardare la popolazione civile, distruggere le loro riserve di acqua, avvelenare i loro raccolti: è questa l'alternativa dei Verdi? No. È l'essenza stessa della guerra moderna, delle tecnologie moderne appositamente progettate e utilizzate per seminare il terrore e devastare gli esseri umani come la natura per il loro rifiuto ad accettare le richieste del capitale internazionale".

Presentato su greenleft.news da

Green Left Weekly.