- Lettera agli
americani di buona volontà di Christophe de Ponfilly -
Fonte: Wapha (Women's Alliance for Peace and Human Rights in Afghanistan
- www.wapha.org)
- Protetto da copyright - (trad. B. Bugliosi)
«La
vostra nazione è immensa. La vostra nazione è ricca. La vostra nazione
è potente e bellissima sotto molti aspetti. A meno che non siate fossilizzati
nell'illusione dei vostri sogni e miti, non potete ignorare tutta
la verità su ciò che ha provocato il dramma di cui ora siete voi le
vittime. Quando l'11 settembre è stato classificato tra i giorni più
disastrosi della vostra storia, sembra strano e preoccupante che un
altro evento - l'assassinio del comandante Massoud - non ha richiamato,
fatte rarissime eccezioni, nessuna attenzione da parte dei vostri
mass media. Nell'ora della vostra replica, rischiate di far riemergere,
nel mondo musulmano, un'avversione, un odio bruciante. Alcuni guerrieri,
nell'ombra e questo profondo odio, stanno aspettando i vostri errori
per commettere ancora altri atti di terrore.»
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- Coraggio sotto
il fuoco nemico (6 novembre 2001) - Fonte: The Times of India
- Protetto da copyright - (trad. N. Grieco)
«Lontano
dai riflettori, un notevole esempio di giornalismo investigativo è
stato portato avanti per anni documentando le incredibili brutalità
ed il terrore che il popolo afgano ha sofferto attraverso i vari regimi.
Il coraggio esemplare dimostrato dall'Associazione Rivoluzionaria
delle Donne in Afganistan (RAWA) nel garantire tale documentazione
non ha eguali nella storia recente. Queste donne, armate di telecamere,
hanno fatto molto più di tutte le agenzie internazionali per i diritti
dell'uomo messe insieme per mettere in luce gli eccessi omicidi del
regime talebano.» Richiedi
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- La maggioranza
dei britannici vuole una pausa nei bombardamenti (30 ottobre 2001)
di Alan Travis - Fonte: The Guardian - Protetto
da copyright - (trad. N. Grieco)
«L'appoggio
dell'opinione pubblica britannica alla guerra contro i Talebani è
sceso di 12 punti negli scorsi 15 giorni e la maggioranza ora crede
che si dovrebbe attuare una pausa nei bombardamenti per permettere
ai convogli umanitari di entrare in Afganistan. Il brusco crollo dell'appoggio
diffuso dal sondaggio Guardian/ICM di oggi conferma i timori di Tony
Blair a proposito del fatto che la realtà della guerra moderna e le
notizie sulle vittime civili facciano vacillare l'appoggio dell'opinione
pubblica britannica. [...] Tra le donne è schiacciante la propensione
per la pausa (59% contro 19%), mentre tra gli uomini il margine è
più stretto, con il 49% a favore della pausa e il 40% contrari.»
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- Pace di precisione
(29 ottobre 2001) di Gary Younge - Fonte: The Guardian - Protetto
da copyright - (trad. S. Russomando)
«Non
passa giorno senza che emergano nuove ragioni per opporsi a questa
guerra: da quelle pragmatiche a quelle di principio, da quelle militari
a quelle morali. Ma, la crescente disillusione nei confronti della
guerra non si traduce per ciò stesso in un impegno a perseguire la
pace senza un intervento politico da parte del movimento pacifista.
Gli attivisti farebbero bene ad osservare il comportamento del Pentagono
e a fare esattamente l'opposto, in modo da essere: onesti nella motivazione,
chiari negli obiettivi e non dogmatici nell'approccio.»
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- Il sogno dell'oleodotto
americano (23 ottobre 2001) di George Monbiot - Fonte: The Guardian
- Protetto da copyright - (trad. D. Riga)
«La
guerra contro il terrorismo è anche una lotta per il petrolio e per
il controllo sulla regione.[...] L'invasione dell'Afghanistan è certamente
una campagna contro il terrorismo, ma può anche essere una ultima
avventura coloniale. I ministri britannici hanno avvisato i deputati
che opporsi alla guerra è l'equivalente morale di pacificare Hitler,
ma in un certo senso le nostre scelte morali sono più vicine a quelle
del 1956 che a quelle del 1938. L'Afghanistan è tanto indispensabile
per il controllo regionale e per il trasporto del petrolio in Asia
Centrale quanto lo è stato l'Egitto per il Medio Oriente.»
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- Brutalità
macchiata di burro d'arachidi (23 ottobre 2001) di Arundhati Roy
- Fonte: The Guardian - Protetto da copyright
- (trad. S. Russomando)
«Non
c'è nulla che possa scusare o giustificare un atto di terrorismo,
non ha importanza se commesso da fondamentalisti religiosi, milizie
private, movimenti di resistenza popolari; o se infiocchettato come
una guerra punitiva da parte di un governo internazionalmente riconosciuto.
Il bombardamento dell'Afghanistan non è una vendetta per New York
e Washington quanto, piuttosto, l'ennesimo atto di terrore contro
gli abitanti della terra. [...] Non esistono soluzioni facili al groviglio
sempre più ingarbugliato di terrore e brutalità con cui oggi si trova
a dover fare i conti il mondo. Adesso è arrivato il momento per l'umanità
di conservare la calma e di attingere alle sorgenti della saggezza
collettiva, antica e moderna. Quanto è avvenuto l'11 settembre ha
cambiato il mondo per sempre. [...] Sarà mai possibile tornare ad
osservare il pigro comportamento di un giovane geco al sole che, se
sorpreso, con un guizzo si dilegua; o rispondere in un sussurro alla
marmotta che ci ha appena bisbigliato nell'orecchio - senza ricordare
le torri del World Trade Center e l'Afghanistan?»
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- Sette milioni
a rischio (18 ottobre 2001) di Jonathan Schell - Fonte: The Nation
(numero del 5 novembre 2001) - Protetto da copyright
- (trad. S. Russomando)
«La
ragione principale per salvare le vite degli afgani deve essere, ovviamente,
quella delle vite stesse. La vendetta di migliaia di innocenti in
America non può avere la precedenza sul salvataggio di milioni di
innocenti in Afghanistan.[...] Soltanto se questo sforzo umanitario
avesse successo, la strategia politica potrebbe avere a sua volta
successo - nello stesso Afghanistan, nell'opinione pubblica islamica
e nell'opinione pubblica mondiale. E soltanto se questi obiettivi
umanitari e politici saranno conseguiti, la guerra al terrorismo -
la cui importanza nel nostro mondo minacciato dall'antrace è diventata
più grande che mai - avrà qualche possibilità di farcela.»
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- Si profila
una catastrofe umanitaria (16 ottobre 2001) editoriale - Fonte:
Daily Star (Bangladesh) - Protetto da copyright
- (trad. N. Grieco)
«L'Amministrazione
USA non può nascondersi dietro il didascalico luogo comune che lanciando
soccorsi insieme alle bombe ed ai missili cruise, si sta facendo abbastanza
per gli stremati afgani. Tutti i rapporti in merito lasciano intendere
che i lanci di cibo sono assolutamente inutili.»
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- I terroristi
dovrebbero essere processati in tribunale (12 ottobre 2001) di
Imran Khan - Fonte: The Guardian - Protetto
da copyright - (trad. S. Ganzini)
«L'unico
modo per affrontare il problema del terrorismo internazionale è tramite
la giustizia. Sono necessarie istituzioni internazionali quali un
tribunale penale internazionale credibile e dotato di pieni poteri
per definire il terrorismo e far valere la giustizia con imparzialità.
Bisogna fare una distinzione tra terrorismo da un lato e lotte per
la libertà basate sui diritti umani e l'autodeterminazione dall'altro,
ma non sarà facile perché vi sono molte zone grigie e sfortunatamente
siamo rimasti senza soluzioni facili.» Richiedi
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- Non è
mio fratello (12 ottobre 2001) di Marcella Bombardieri - Fonte:
The Guardian - Protetto da copyright -
(trad. M. Scotto Di Carlo)
«Nell'unica
intervista rilasciata da un membro della famiglia di Bin Laden dall'11
settembre, Abdullah, il fratello di Bin Laden che vive negli Stati
Uniti, parla con Marcella Bombardieri.» Richiedi
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- Yalta 2001
(11-17 ottobre 2001) di Josette Alia - Fonte: Le Nouvel Observateur
- Protetto da copyright - (trad. C. J.
Floquet)
«Il
nuovo asse mondiale passa oramai da Washington e Mosca. Per la prima
volta dal 1945, i due nemici di ieri sono oggi soci nella gestione
del mondo. Quest'alleanza inattesa è congiunturale, il tempo di una
guerra, o annuncia una "nuova Yalta" destinata a durare? La questione
è tutta qui.» Richiedi
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- Persi nella
retorica nebbia della guerra (9 ottobre 2001) di Robert Fisk -
Fonte: The Independent - Protetto da copyright
- (trad. S. Russomando)
«Ma
perché noi giornalisti stiamo scivolando nuovamente nell'uniforme
conformismo di cui demmo prova durante la guerra nel Golfo nel 1991
e poi, di nuovo, in Kosovo nel 1999? Perché è proprio questo ciò che
sta avvenendo. La BBC ieri ha trasmesso un'intervista ad un ufficiale
americano in merito al pericolo esistente di "danni collaterali" -
senza fare il minimo accenno all'immoralità dell'espressione. È bastato
che Tony Blair vantasse il coinvolgimento britannico nelle operazioni
di bombardamento in termini di "risorse" a disposizione, perché da
ieri mattina la BBC cominciasse ad adoperare lo stesso gergo militare.
Veniamo sempre avviluppati da una nebbia di retorica quando bombardiamo
qualcuno?» Richiedi
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- Nella palude
(9 ottobre 2001) di George Monbiot - Fonte: The Guardian - Protetto
da copyright - (trad. D. Riga)
«La
risposta militare alla crisi del paese finora ha preso la forma di
37.500 pacchi-razione gialli, lanciati da aerei trasporto sulle regioni
nelle quali si pensa che vivano le persone che soffrono la fame. Ognuno
di essi contiene circa 2.200 calorie: appena sufficiente per il sostentamento
di una persona per un giorno.» Richiedi
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- Dipende tutto
da ciò che si intende per guerra (7 ottobre 2001) di Stephen
Pritchard - Fonte: The Observer - Protetto da
copyright - (trad. E. Amato)
«"La
prima vittima della guerra è la verità", disse Hiram Warren Johnson
in un discorso al Senato degli Stati Uniti nel 1917. Avrebbe dovuto
dire che la seconda è il linguaggio.» Richiedi
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- Afghanistan
(2 ottobre 2001) di Dominique Bari - Fonte: Humanité Presse
- Protetto da copyright - (trad. B. Bugliosi)
«Centinaia
di migliaia di Afgani stanno fuggendo dal rischio della guerra, dai
talebani e dalla carestia.» Richiedi
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- La guerra
d'inverno (2 ottobre 2001) di George Monbiot - Fonte: The Guardian
- Protetto da copyright (trad. C. Maioli,
A. Rocca) - PUBBLICATO (IL MANIFESTO 4/10/2001)
«Alcuni
possono argomentare che lanciando cibo piuttosto che bombe sugli afgani
si darebbe un incentivo ad ulteriori atti terroristici. Ma Osama bin
Laden, se è realmente collegato all'attacco su New York, non è interessato
al benessere del popolo afgano. Come i Talebani, utilizza miseria
e insicurezza come armi sociali. Non cerca la pace, ma la guerra.
Mentre l'aggressione occidentale guiderà gli afgani nelle braccia
dei Talebani e dei loro ospiti, l'aiuto occidentale allontanerà la
popolazione dagli sfruttatori.»
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- La tragedia
umana negli occhi di Shirin (1 ottobre 2001) di Ian Traynor -
Fonte: The Guardian - Protetto da copyright
- (trad. E. Amato, A. Spila)
«Su
un letto sudicio, in un tugurio fangoso, a poche centinaia di metri
di altezza sul fianco di una montagna, settanta miglia a nord-ovest
di Kabul, Shirin muore di fame. Il bambino si consuma, disidratato,
tormentato dalla dissenteria e dal vomito che non lo abbandona mai.
Shirin è il volto umano della tragedia umanitaria che si sta svolgendo
in tutto l'Afghanistan, un'emergenza che tocca milioni di persone
in un paese colpito da ventidue anni di guerra quasi ininterrotta,
quattro anni di siccità, una cultura della violenza profondamente
radicata e una povertà sbalorditiva.» Richiedi
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- L'algebra
della giustizia infinita (29 settembre 2001) di Arundhati Roy
- Fonte: The Guardian - Protetto da copyright
- (trad. S. Russomando)
«Occorre
che gli americani sappiano che non sono essi, in quanto popolo, ad
essere odiati quanto le politiche del loro governo. Non possono nutrire
il minimo dubbio del fatto che i loro straordinari musicisti, scrittori,
attori, uomini dello sport e il loro cinema siano universalmente acclamati
e che tutti noi ci siamo commossi di fronte al coraggio e alla compostezza
esibiti dai vigili del fuoco, dai soccorritori e dai comuni impiegati
nei giorni successivi agli attacchi. [...]
L'ultimatum lanciato dal presidente Bush al resto del mondo - "chi
non è con noi, è contro di noi" - è un'esibizione di presuntuosa arroganza
per imporre una scelta che non si vuole, di cui non si sente l'esigenza
e che non si dovrebbe essere costretti ad effettuare.»
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- Una folle
crociata - (23 settembre 2001) di Peter Oborne - Fonte: The Observer
- Protetto da copyright (trad. A. Spila)
«Questa
guerra, se proprio di guerra si tratta, è un conflitto tra Vecchio
e Nuovo Testamento. Tra coloro che danno un valore alla vita umana
e quelli che non lo danno. Se l'Occidente sceglie la strada della
vendetta, come Bush in particolare sembra intenzionato a fare, perderà.
Sia il presidente che il primo ministro britannico sostengono di essere
cristiani. Forse, prima di ordinare alle truppe di agire, dovrebbero
considerare in quale modo avrebbe reagito Gesù Cristo.»
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- Un crimine
contro l'umanità (20 settembre 2001) di Robert Badinter
- Fonte: Nouvel Observateur - Protetto da copyright
(trad. C. J. Floquet)
«Gli
autori di questi atti sono dei criminali contro l'umanità. Da quel
momento, l'umanità devi trattarli come tali. Ed è compito di tutti
gli Stati unire i propri mezzi di polizia e giudiziari per identificare,
arrestare e giudicare i responsabili. Speriamo che al riguardo gli
Stati Uniti si interroghino sulla loro costante opposizione alla creazione
della Corte penale internazionale incaricata di giudicare crimini
come questi.» Richiedi
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- En
el país de la guerrilla di Juan Jesús Aznárez - (6 giugno
1999) - Fonte: El Pais - Protetto da copyright (Trad. L. Martinelli)
- Verso
quale ordine mondiale?
(4 giugno 1999) di Ignacio Ramonet - Fonte: El Pais - Protetto da copyright (Trad. Stefano Liberti)
- Una
guerra contro l'Europa
- (Parigi, 25 maggio 1999) di Alexander Zinoviev - Fonte: Le Monde
- Protetto da copyright (Trad. P. Budinich)
Questo testo, tradotto dal russo in francese
e dal francese in italiano, e` tratto da un contributo scritto da
Zinoviev (gia` dissidente nell'URSS, oggi professore di logica all'Universita`
di Monaco di Baviera) in vista di un colloquio sulle "Conseguenze
dell'attuale guerra in Yugoslavia", tenutosi dal 17 al 19 maggio a
Giessbach (Svizzera), sotto l'egida della fondazione dell'ecologista
Franz Weber.
- Il
primo atto di una nuova Europa
- (Parigi, 30 aprile 1999) di Philippe Breton - Fonte: Le Monde -
Protetto da copyright (Trad. F. Fantinel)
- L'utopia
della guerra tecnologica - (Parigi, 30 aprile 1999) di
Francois Rachline - Fonte: Le Monde - Protetto da copyright (Trad. F. Fantinel)
- Una
serba sostiene i bombardamenti - (Toronto, Canada, 11 aprile
1999) di Gordana Knezevic - Fonte: The Star - Protetto
da copyright (Trad. P. Budinich)
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