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«L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali»     art. 11 della Costituzione italiana


Strategia nazionale statunitense per la sicurezza

(17 settembre 2002)

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Indice

Introduzione
I. Panorama della strategia internazionale americana
II. Difendere le aspirazioni alla dignità umana
III. Rafforzare le alleanze per sconfiggere il terrorismo mondiale e lavorare per prevenire gli attacchi contro gli Stati Uniti ed i nostri amici
IV. Lavorare con gli altri per disinnescare i conflitti regionali
V. Impedire ai nostri nemici di minacciare noi, i nostri alleati e i nostri amici con armi di distruzione di massa
VI. Avviare una nuova era di crescita economica globale attraverso i liberi mercati e il libero scambio

 

Introduzione

Le grandi battaglie del ventesimo secolo tra libertà e totalitarismo sono terminate con la vittoria decisiva delle forze della libertà e di un unico modello sostenibile per il successo nazionale: libertà, democrazia e libertà di impresa. Nel ventunesimo secolo, solo le nazioni che condividono l'impegno di proteggere i diritti umani fondamentali e di garantire la libertà politica ed economica potranno liberare il potenziale dei propri cittadini e assicurare la loro prosperità futura. Ogni persona, in ogni luogo del mondo desidera essere libera di parlare liberamente, di scegliere il proprio governo, di scegliere il proprio culto, di educare i propri figli, sia maschi sia femmine, di avere delle proprietà e di godere i frutti del proprio lavoro. Questi valori di libertà sono giusti e veri per ogni persona, in ogni società, e il dovere di proteggere tali valori contro i loro nemici è la vocazione comune di tutti gli amanti della libertà in tutto il globo e in ogni epoca.

Oggi gli Stati Uniti possono vantare una posizione di forza militare senza pari e una grande influenza economica e politica. In sintonia con le nostre tradizioni e i nostri principi, non utilizziamo la nostra forza per ottenere vantaggi unilaterali. Cerchiamo, invece, di creare un equilibrio di poteri che favorisca la libertà umana: condizioni in cui tutte le nazioni e tutte le società possano scegliere autonomamente i premi e le sfide della libertà politica ed economica. In un mondo sicuro, la gente potrà vivere la propria vita in modo migliore. Difenderemo la pace, combattendo terroristi e tiranni. Manterremo la pace costruendo buone relazioni tra le grandi potenze. Estenderemo la pace incoraggiando società libere e aperte su ogni continente.

Difendere la nostra nazione contro i suoi nemici è il primo, fondamentale impegno del Governo Federale. Oggi tale impegno è cambiato profondamente. I nemici del passato avevano bisogno di enormi eserciti e di un grande potere industriale per mettere l'America in pericolo. Oggi, reti di individui che lavorano nell'ombra possono portare un enorme caos e molta sofferenza al nostro paese, con costi minori di quelli necessari per l'acquisto di un solo carro armato. I terroristi sono organizzati per potersi infiltrare nelle società aperte e per rivoltare la potenza delle moderne tecnologie contro di noi.

Per sconfiggere questa minaccia dobbiamo usare ogni arma del nostro arsenale: la potenza militare, migliori sistemi di difesa nazionali, applicazione della legge, servizi segreti e un impegno vigoroso per bloccare i finanziamenti al terrorismo. La guerra contro i terroristi a livello globale è un'impresa globale la cui durata è incerta. La nazione americana aiuterà le altre nazioni che hanno bisogno della sua assistenza nella lotta contro il terrorismo. L'America si occuperà anche di quelle nazioni compromesse dal terrorismo incluse quelle che ospitano terroristi, perché gli alleati del terrore sono i nemici della civiltà. Gli Stati Uniti e i paesi che collaborano con noi non devono permettere che i terroristi acquisiscano nuove basi. Insieme, cercheremo di impedire, ad ogni occasione, che possano trovare un riparo.

Il pericolo maggiore che la nostra Nazione affronta si trova al crocevia tra radicalismo e tecnologia. I nostri nemici hanno dichiarato apertamente che stanno cercando armi di distruzione di massa, e abbiamo le prove che lo stanno facendo con determinazione. Gli Stati Uniti non permetteranno che tali sforzi abbiano successo. Costruiremo difese contro i missili balistici e altri dispositivi di lancio. Coopereremo con altre nazioni per negare, contenere e limitare gli sforzi dei nostri nemici per ottenere tecnologie pericolose. E, secondo le ragioni del buonsenso e per la propria autodifesa, l'America reagirà a queste minacce nascenti prima che esse siano totalmente concretizzate. Non possiamo difendere l'America e i nostri amici sperando per il meglio. Di conseguenza, dobbiamo essere preparati a sconfiggere i piani dei nostri nemici, usando il meglio della nostra intelligenza e procedendo con convinzione. La storia giudicherà duramente coloro che hanno visto il pericolo imminente e non hanno agito. Nel nuovo mondo in cui siamo entrati, l'unica via verso la pace e la sicurezza è l'azione.

Nel difendere la pace approfitteremo anche dell'occasione che la storia ci offre di conservare la pace. Oggi, la comunità internazionale ha l'occasione migliore, dalla nascita dello stato-nazione nel diciassettesimo secolo, per costruire un mondo dove le grandi potenze possano competere in pace invece di doversi continuamente preparare per la guerra. Oggi, le grandi potenze mondiali si trovano nello stesso schieramento, unite dal comune pericolo causato dalla violenza e dal caos del terrorismo. Gli Stati Uniti si baseranno su questi comuni interessi per promuovere la sicurezza globale. Siamo, inoltre, sempre più uniti da valori comuni. La Russia si trova nel mezzo di una transizione animata da grandi speranze: costruisce il suo futuro di democrazia ed è un alleato nella guerra contro il terrore. I leader cinesi stanno scoprendo che la libertà economica è l'unica fonte di benessere nazionale. Col passare del tempo scopriranno che la libertà sociale e politica è l'unica fonte di grandezza nazionale. L'America incoraggerà il progresso della democrazia e dell'apertura economica in entrambe le nazioni, perché solo così si gettano solide basi per la stabilità interna e l'ordine internazionale. Resisteremo in tutti i modi all'aggressione delle altre grandi potenze, pur appoggiando la loro pacifica ricerca di prosperità, commercio e progresso culturale.

Infine, gli Stati Uniti approfitteranno di questa opportunità per estendere i benefici della libertà in tutto il globo. Ci adopereremo per portare la speranza di democrazia, sviluppo, libero mercato e libero commercio in ogni angolo del mondo. Gli eventi dell'11 settembre 2001 ci hanno insegnato che stati deboli come l'Afghanistan, possono comportare un pericolo per i nostri interessi nazionali, che è paragonabile a quello degli stati forti. La povertà non trasforma i poveri in terroristi e assassini. Eppure, povertà, istituzioni deboli e corruzione possono rendere gli stati deboli vulnerabili alle reti di terroristi e ai cartelli della droga all'interno dei loro confini.

Gli Stati Uniti sosterranno ogni nazione che si sforzi di costruire un futuro migliore cercando i benefici della libertà per il suo popolo. I liberi mercati e il libero commercio hanno dimostrato la loro efficacia nel sollevare intere società dalla povertà; di conseguenza gli Stati Uniti lavoreranno con singole nazioni, intere regioni e l'intera comunità commerciale mondiale allo scopo di costruire un mondo che commerci in piena libertà e la cui prosperità possa crescere di conseguenza. Gli Stati Uniti offriranno il miglior sostegno allo sviluppo, attraverso i fondi del New Millennium Challenge Account (Sfida del nuovo millennio), a quelle nazioni che governino con giustizia, che investano nella loro popolazione e incoraggino la libertà economica. Continueremo inoltre a guidare il mondo nei suoi sforzi per ridurre i terribile costi dell'HIV/AIDS e di altre malattie infettive.

Nella costruzione di un equilibrio di poteri che favorisca la libertà, gli Stati Uniti sono guidati dalla convinzione che tutte le nazioni abbiano importanti responsabilità. Le nazioni libere devono combattere attivamente il terrore. Le nazioni che dipendono dalla stabilità internazionale devono contribuire a prevenire la diffusione delle armi di distruzione di massa. Le nazioni che cercano aiuti internazionali devono governarsi saggiamente, in modo che tale aiuto sia ben speso. Perché ci possa essere libertà di prosperare, è necessaria e richiesta la responsabilità.

Siamo inoltre guidati dalla convinzione che nessuna nazione possa costruire un mondo migliore e più sicuro da sola. Alleanze e istituzioni multilaterali possono moltiplicare la forza delle nazioni che amano la libertà. Gli Stati Uniti sono a favore di solide istituzioni come le Nazioni Unite, l'Organizzazione Mondiale del Commercio, l'Organizzazione degli Stati Americani e la NATO e di altre alleanze di vecchia data. Le coalizioni di chi è disposto a contribuire possono aumentare il ruolo di tali istituzioni permanenti. In ogni caso, gli obblighi internazionali devono essere presi seriamente. Tali obblighi non devono essere accettati simbolicamente per dimostrare il sostegno di un ideale senza l'impegno per il suo raggiungimento.

La libertà è la richiesta non negoziabile di dignità umana, il diritto che ogni essere umano acquisisce alla propria nascita, in ogni civiltà. In tutta la storia, la libertà è stata minacciata da guerre e terrore; è stata messa in pericolo dai conflitti tra stati potenti e dai piani malvagi dei tiranni, ed è stata messa alla prova dall'ampia diffusione di povertà e malattie. Oggi, l'umanità ha nelle proprie mani l'opportunità di un ulteriore trionfo della libertà su tutti questi nemici. Gli Stati Uniti accettano la responsabilità di guidare questa grande missione.

George W. Bush
CASA BIANCA,
17 settembre 2002

(Traduzione di Luana Rodriguez - Traduttori per la Pace)

I. Panorama della strategia internazionale americana

"La causa della nostra nazione è sempre stata più importante della sua difesa. Noi combattiamo, come combattiamo sempre, per una pace giusta - una pace che promuova la libertà. Difenderemo la pace dalle minacce dei terrosti e dei despoti. Manterremo la pace costruendo buone relazioni fra le grandi potenze. Diffonderemo la pace stimolando la sviluppo di società libere e aperte in ogni continente."

Presidente Bush
West Point, New York
1 giugno 2002

Gli Stati Uniti possiedono una forza e un'influenza che nessun paese ha mai avuto in precedenza. Sostenuta dalla fede nei principi della libertà e di una società libera, questa posizione porta con sé responsabilità e doveri superiori a quelli di qualunque altro paese. La grande potenza di questa nazione deve essere utilizzata per promuovere un equilibrio di poteri che favorisca la libertà.

Per quasi tutto il ventesimo secolo il mondo è stato caratterizzato da una lotta che vedeva contrapposti due modelli di società: da una parte un totalitarismo distruttivo, dall'altra uguaglianza e libertà.

Oggi quella lotta è finita. Le idee militanti di classe, nazione e razza, che promettevano un futuro utopistico e che hanno portato solo povertà sono state sconfitte e archiviate. Oggi l'America non è messa in pericolo da stati potenti e minacciosi, ma da paesi in declino. Non è minacciata da potenti eserciti, ma dalle tecnologie devastanti che si trovano nelle mani di poche persone mosse dall'odio. Noi dobbiamo sconfiggere queste forze che minacciano la nostra nazione e i nostri alleati e amici.

Questo è anche un momento che offre all'America grandi opportunità. Noi ci adopereremo per trasformare questo momento di grande influenza in decenni di pace, prosperità e libertà. La strategia della sicurezza nazionale degli Stati Uniti si fonderà su un internazionalismo decisamente americano che rifletta l'unione dei nostri valori e dei nostri interessi nazionali. L'obiettivo di questa strategia è quello di costruire non soltanto un mondo più sicuro, ma anche un mondo migliore. Gli obiettivi di questa strada verso il progresso sono ben chiari: libertà politica ed economica, relazioni pacifiche con gli altri paesi, rispetto della dignità umana.

Questa strada non è fatta soltanto per l'America, ma è aperta a tutti. Per raggiungere questi obiettivi, gli Stati Uniti:

  • difenderanno l'aspirazione alla dignità umana;
  • rafforzeranno le alleanze per sconfiggere il terrorismo globale e si impegneranno a prevenire gli attacchi contro gli Stati Uniti e i nostri alleati;
  • coopereranno con gli altri paesi nella soluzione dei conflitti regionali;
  • impediranno ai propri nemici di colpire gli Stati Uniti, i suoi alleati e i sui amici con armi di distruzione di massa;
  • daranno impulso a una nuova era di crescita economica globale basata sul libero mercato e sul libero commercio;
  • promuoveranno lo sviluppo economico facilitando la creazione di società aperte e democratiche;
  • fisseranno un programma di collaborazione con le altre grandi potenze;
  • adegueranno le istituzioni della sicurezza nazionale americana alle sfide e alle opportunità del ventunesimo secolo.

(Traduzione di Alessandro Michelucci - Traduttori per la Pace)

 

II. Difendere le aspirazioni alla dignità umana

"Alcuni credono che sia in qualche modo non diplomatico o comunque ineducato parlare di giusto e sbagliato. Non sono d'accordo. Circostanze diverse richiedono metodi diversi, ma non diversi principi etici."

President Bush West Point,
New York 1 giugno 2002

Nel perseguire i nostri obiettivi, è innanzi tutto indispensabile chiarire quello che vogliamo difendere: gli Stati Uniti devono difendere la libertà e la giustizia perché questi sono principi giusti e veri per tutti i popoli, ovunque. Nessuna nazione è proprietaria di queste aspirazioni, né esistono nazioni che ne siano esenti. In tutte le società, i padri e le madri vogliono che i loro figli ricevano un'istruzione e siano liberi dalla povertà e dalla violenza. Non ci sono popoli sulla terra che desiderino essere oppressi o schiavi, o che siano lieti di ricevere una visita della polizia segreta.

L'America deve ergersi a difesa delle necessità indiscutibili della dignità umana: l'ordine pubblico; i limiti al potere assoluto dello stato; la libertà di parola; la libertà di culto; una legge equa; il rispetto della donna; la tolleranza etnica e religiosa; il rispetto della proprietà privata.

Diversi sono i metodi per soddisfare queste necessità. La costituzione americana ci ha servito bene. Molte altre nazioni che hanno affrontato circostanze diverse, con diversa storia e cultura, hanno incorporato con successo questi principi di base nei loro sistemi di governo. La storia non è stata generosa con quelle nazioni che hanno ignorato o dileggiato i diritti e le aspirazioni dei loro popoli.

L'esperienza americana come grande democrazia multi-etnica conferma la nostra convinzione che gente di diverso retaggio e fede possa convivere e prosperare in pace. La nostra stessa storia è una lunga lotta per essere all'altezza dei nostri ideali. Anche nei nostri momenti peggiori, i principi custoditi nella Dichiarazione d'Indipendenza erano lì a guidarci. Il risultato è che l'America è una società non solo più forte, ma anche più giusta e più libera.

Oggi, questi ideali sono un appiglio per i difensori solitari della libertà. E, quando ci presentano le possibilità, siamo in grado di incoraggiare i cambiamenti, come abbiamo fatto nell'Europa Centrale e Orientale tra il 1989 ed il 1991, o a Belgrado nel 2000. Quando vediamo processi democratici affermarsi tra i nostri amici a Taiwan o nella Repubblica di Corea, e assistiamo in America Latina ed in Africa alla sostituzione dei generali con leader eletti, abbiamo un esempio di come i sistemi autoritari possano evolversi, combinando la storia e le tradizioni locali con i principi che ci sono cari.

Incorporando le lezioni del nostro passato ed avvalendoci delle opportunità che abbiamo oggi, la strategia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti deve partire da questi principi base per cercare all'esterno le possibilità di espandere la libertà.

Le decisioni del nostro governo per quanto riguarda la cooperazione internazionale, il carattere degli aiuti concessi all'estero e l'allocazione delle risorse saranno guidate dai nostri principi. Essi guideranno le nostre azioni e le nostre parole negli organismi internazionali.

Il nostro impegno sarà rivolto a:

  • protestare con onestà per tutte le violazioni alle necessità indiscutibili della dignità umana, con la nostra voce e il nostro voto nelle istituzioni internazionali, per far avanzare la libertà;
  • utilizzare gli aiuti da noi concessi all'estero per favorire la libertà e sostenere coloro che per essa lottano in maniera non violenta, facendo in modo che le nazioni che stanno avanzando verso la democrazia siano ricompensate per i passi che fanno;
  • rendere la libertà e lo sviluppo di istituzioni democratiche le nostre priorità nelle relazioni bilaterali, ricercando la solidarietà e la collaborazione delle altre democrazie mentre esercitiamo pressione sui governi che negano i diritti umani, per avanzare verso un futuro migliore; e
  • impegnarci in modo particolare per favorire la libertà di culto e di coscienza e difenderla da violazioni da parte dei governi repressivi. Difenderemo la causa della dignità umana e ci opporremo a coloro che ad essa resistono.

(Traduzione di Fulvo Giglio - Traduttori per la Pace)


III. Rafforzare le alleanze per sconfiggere il terrorismo mondiale e lavorare per prevenire gli attacchi contro gli Stati Uniti ed i nostri amici

"Sono passati tre soli giorni da questi eventi, e gli americani non hanno ancora raggiunto la distanza della storia. Ma la nostra responsabilità verso la storia è già chiara: rispondere agli attacchi e liberare il mondo dal male. È stata scatenata una guerra contro di noi di nascosto, con l'inganno e l'omicidio. La nostra nazione è pacifica, ma fiera se spinta alla rabbia. Il conflitto è stato scatenato da altri. Ma finirà nel modo e all'ora che decideremo noi."

Presidente Bush
Washington, D.C. (The National Cathedral)
14 settembre 2001

Gli Stati Uniti d'America stanno combattendo una guerra contro i terroristi di portata mondiale. Il nemico non è un singolo regime politico, né una persona, una religione o ideologia. Il nemico è il terrorismo: violenza premeditata, politicamente motivata contro degli innocenti.

In molte regioni, legittime rivendicazioni impediscono la nascita di una pace duratura. Queste rivendicazioni meritano di essere e devono essere incanalate in un processo politico. Ma nessuna causa giustifica il terrore. Gli Stati Uniti non faranno nessuna concessione alle richieste dei terroristi e non raggiungeranno alcun accordo con essi. Non faremo nessuna distinzione tra terroristi e coloro che consapevolmente forniscono loro protezione ed aiuto.

La lotta contro il terrorismo mondiale è diversa da qualsiasi altra guerra combattuta nel corso della nostra storia. Sarà combattuta su tanti fronti contro un nemico particolarmente difficile da colpire e per un lungo periodo di tempo. Il progresso nascerà dall'accumulo costante di successi, alcuni evidenti, altri meno.

Oggi i nostri nemici hanno visto i risultati di ciò che i paesi civilizzati possono e desiderano fare contro i regimi che proteggono, sostengono e usano il terrorismo allo scopo di raggiungere obiettivi politici. L'Afganistan è stato liberato; le forze della coalizione continuano a d inseguire i Talebani e gli uomini di Al-Qaeda. Ma non è soltanto in questo campo di battaglia che attaccheremo i terroristi. Migliaia di terroristi addestrati sono ancora liberi in America del Nord, America Latina, Europa, Africa, Medio Oriente ed Asia.

La nostra priorità sarà anzitutto colpire e distruggere le organizzazioni terroristiche mondiali ed attaccare la loro leadership, centri di comando, sistemi di comunicazione, mezzi di sostentamento e risorse finanziarie. Questo minerà la capacità operativa e programmatica dei terroristi.

Continueremo ad incoraggiare i nostri partner regionali per intraprendere sforzi coordinati che possano isolare i terroristi. Una volta che le campagne regionali abbiano individuato una minaccia ad uno stato particolare, forniremo ad esso l'aiuto militare, legale, politico e finanziario necessario per eseguire il compito.

Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i propri alleati per colpire il finanziamento del terrorismo. Identificheremo e bloccheremo le risorse che finanziano il terrorismo, congeleremo i beni dei terroristi e di coloro che li sostengono, bloccheremo ai terroristi l'accesso al sistema finanziario internazionale, proteggeremo le associazioni di beneficenza legittime dagli abusi dei terroristi ed impediremo il movimento dei beni dei terroristi nelle reti finanziarie alternative.

Tuttavia, non è necessario che questa campagna sia continuata per essere efficace, in quanto l'effetto accumulato di tutte le regioni aiuterà a raggiungere i risultati attesi. Colpiremo e distruggeremo le organizzazioni terroristiche attraverso:

  • un'azione diretta e costante usando tutti i mezzi del diritto nazionale ed internazionale. Concentreremo la nostra attenzione su quelle organizzazioni terroristiche mondiali e su ogni terrorista o stato che finanzi il terrorismo che cerchi di acquistare o usare armi di distruzione di massa o i loro precursori;
  • la difesa degli Stati Uniti, del popolo americano e dei nostri interessi in patria e all'estero identificando e distruggendo la minaccia prima che essa possa raggiungere i nostri confini. Mentre gli Stati Uniti si batteranno costantemente per ottenere l'appoggio della comunità internazionale, non esiteremo ad agire da soli, se necessario, nell'esercizio del nostro diritto di legittima difesa, agendo in via preventiva contro i terroristi al fine di prevenire loro di nuocere al nostro popolo e al nostro paese; e
  • il rifiuto del finanziamento, del sostegno e della protezione ai terroristi, convincendo e costringendo gli stati ad accettare la loro responsabilità sovrana. Combatteremo anche una guerra ideologica per vincere la battaglia contro il terrorismo internazionale. Tale guerra implica:
  • far uso di tutta l'influenza degli Stati Uniti e lavorare strettamente con i nostri alleati ed amici per rendere chiaro che ogni azione terroristica è illegittima, affinché il terrorismo sia concepito alla stessa stregua della schiavitù, della pirateria e del genocidio: comportamento che nessun governo rispettabile può perdonare, sostenere e contro cui tutti dobbiamo batterci;
  • appoggiare i regimi moderati e moderni, in particolare nel mondo musulmano, al fine di garantire che le condizioni e le ideologie che promuovono il terrorismo non trovino terreno fertile in nessuna nazione;
  • eliminare le condizioni alla base del terrorismo ottenendo l'appoggio della comunità internazionale affinché concentri i suoi sforzi e risorse sulle aree più a rischio; e
  • usare i mezzi diplomatici per promuovere il libero scambio di informazioni e di idee per accendere le speranze e promuovere le aspirazioni di libertà degli uomini nelle società governate dai sostenitori del terrorismo mondiale.

Pur sapendo che la nostra migliore difesa è un buon attacco, stiamo comunque rafforzando la sicurezza sul territorio americano per proteggerci dagli attacchi e per evitarli. Questa amministrazione ha proposto la più grande riorganizzazione del governo mai fatta da quando l'amministrazione Truman creò il National Security Council (Consiglio nazionale per la sicurezza) e il Department of Defense (Dipartimento della difesa). Il nostro progetto globale per rendere sicura la nostra patria si basa su un Department of Homeland Security (Dipartimento di sicurezza nazionale), include un nuovo comando militare unificato e una fondamentale riorganizzazione dell'FBI, ma soprattutto coinvolge ogni organo di governo a tutti i livelli e richiede la cooperazione del settore pubblico e privato.

Questa strategia muterà le avversità in opportunità. Ad esempio, i sistemi di gestione delle emergenze saranno maggiormente in grado di combattere non solo il terrorismo ma ogni pericolo. Il nostro sistema medico verrà rafforzato per gestire non soltanto il bioterrorismo ma tutte le malattie infettive e il rischio di stragi. I nostri controlli ai confini non soltanto fermeranno i terroristi, ma renderanno più efficiente lo spostamento efficace del traffico legittimo.

Sebbene il nostro obiettivo sia quello di proteggere l'America, sappiamo che per sconfiggere il terrorismo nel mondo globalizzato dei nostri giorni dobbiamo avere il sostegno dei nostri alleati e dei nostri amici. Dove possibile, gli Stati Uniti faranno affidamento su organizzazioni locali e poteri statali per adempiere al dovere di lotta al terrorismo. Laddove i governi avvertano la lotta al terrorismo come un compito oltre le proprie capacità, noi ci uniremo alla loro forza di volontà e alle loro risorse con qualsiasi aiuto che noi e i nostri alleati potremo fornire.

Mentre inseguiamo i terroristi in Afghanistan, continueremo a lavorare con le organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, con le organizzazioni non governative e con gli altri Paesi per fornire assistenza umanitaria, economica, politica e di sicurezza per ricostruire l'Afghanistan in modo che non possa mai più abusare dei suoi cittadini, minacciare i suoi vicini né fornire asilo ai terroristi.

Nella guerra contro il terrorismo mondiale, non dimenticheremo mai di essere in definitiva in lotta per difendere i nostri valori democratici e il nostro modo di vivere. Sono in guerra libertà e paura, e la conclusione di tale conflitto non sarà né semplice né rapida. Nel guidare la campagna contro il terrorismo, stiamo creando nuove e produttive relazioni internazionali e ridefinendo quelle già esistenti in modo da accettare le sfide del ventunesimo secolo.

(Traduzione di Silvina Dell'Isola e Annamaria Leone - Traduttori per la Pace)


IV. Lavorare con gli altri per disinnescare i conflitti regionali

"Costruiamo un mondo di giustizia o vivremo in mondo di coercizione. La grandezza delle responsabilità che condividiamo fa apparire i punti di disaccordo infinitamente piccoli."

Presidente Bush
Berlino, Germania
23 maggio 2002

Le nazioni interessate devono rimanere attivamente impegnate nelle controversie regionali più delicate per evitare escalation esplosive e ridurre al minimo la sofferenza delle persone. In un mondo sempre più collegato, le crisi regionali possono mettere a dura prova le nostre alleanze, riaccendere le rivalità tra le principali potenze e creare orribile offese alla dignità umana. Quando scoppia la violenza e gli stati sono in difficoltà, gli Stati Uniti collaboreranno con amici e partner per alleviare la sofferenza e recuperare la stabilità.

Non esiste una dottrina che possa anticipare ogni circostanza in cui l'azione deli USA, sia diretta sia indiretta, sia giustificata. Le risorse politiche, economiche e militari che abbiamo a disposizione per affrontare le nostre priorità globali sono limitate. Gli Stati Uniti affronteranno ogni caso facendo riferimento ai seguenti principi strategici:

  • Gli Stati Uniti devono investire tempo e risorse nella costruzione di rapporti e istituzioni internazionali che possano contribuire a gestire le crisi locali quando si presentano.
  • Gli Stati Uniti devono essere realistici sulla propria capacità di aiutare chi non è disposto o non è pronto ad aiutare se stesso. Quando e dove le persone sono pronte a fare la propria parte, saremo disponibili a muoverci con decisione.

Il conflitto israelo-palestinese è di importanza fondamentale per i suoi costi in termini di sofferenza umana, per gli stretti rapporti che legano l'America allo stato di Israele e ai principali stati arabi e per l'importanza di questa regione per le altre priorità globali degli Stati Uniti. Non ci può essere pace per le due parti senza libertà per entrambe le parti. L'America rimane impegnata per una Palestina indipendente e democratica che conviva con Israele in pace e sicurezza. Come ogni altro popolo, i palestinesi meritano un governo che difenda i loro interessi e ascolti la loro voce. Gli Stati Uniti continueranno a incoraggiare tutte le parti ad affrontare le proprie responsabilità mentre cerchiamo una soluzione giusta e complessiva del conflitto.

Gli Stati Uniti, la comunità internazionale dei finanziatori e la Banca Mondiale sono pronti a lavorare con un governo palestinese riformato sullo sviluppo economico, una maggiore assistenza umanitaria e un programma che permetta di istituire, finanziare e controllare un sistema giudiziario veramente indipendente. Se i palestinesi sceglieranno la democrazia e la legge, se affronteranno la corruzione e rifiuteranno con fermezza il terrore, potranno contare sul sostegno americano per la creazione di uno stato palestinese.

Anche Israele è fortemente interessata al successo di una Palestina democratica. L'occupazione permanente minaccia l'identità e la democrazia di Israele. Per questo gli Stati Uniti continuano a richiedere ai leader israeliani di muoversi concretamente per sostenere la nascita di uno stato palestinese autonomo e credibile. Con il progressivo aumento della sicurezza, le forze israeliane devono ritirarsi completamente sulle posizioni che tenevano prima del 28 settembre 2000. E seguenfo la raccomandazioni del comitato Mitchell, l'attività di insediamento di colonie istraeliane nei territori occupati deve cessare. Quando la violenza si ridurrà, si dovrà restituire la libertà di movimento, permettendo ai palestinesi innocenti di riprendere il lavoro e la vita normale. Gli Stati Uniti possono giocare un ruolo fondamentale ma, in ultima analisi, la pace duratura potrà essere raggiunta solo quando israeliani e palestinesi risolveranno le proprie controversie e porranno fine al conflitto che li separa.

Anche nel Sud dell'Asia, gli Stati Uniti hanno sottolineato la necessità che India e Pakistan risolvano le proprie dispute. Questa amministrazione ha investito tempo e risorse per costruire solide relazioni bilaterali con India e Pakistan. Tali solide relazioni ci hanno poi permesso di giocare un ruolo costruttivo quando le tensioni nella regione sono diventate acute. Nel caso del Pakistan, le nostre relazioni bilaterali sono state incoraggiate dalla scelta del Pakistan di prendere parte alla guerra contro il terrore e di scegliere una forma di società più aperta e tollerante. L'amministrazione vede il potenziale dell'India di diventare una delle grandi potenze democratiche del ventunesimo secolo e si è impegnata a fondo per trasformare di conseguenza le nostre relazioni. Il nostro coinvolgimento in questo conflitto regionale, sulla base dei nostri precedenti investimenti nelle relazioni bilaterali, guarda innanzitutto ai passi concreti che India e Pakistan possono intraprendere per contribuire a disinnescare lo scontro militare.

L'Indonesia ha intrapreso coraggiosi passi per la creazione di una democrazia funzionante e per il rispetto della legge. Grazie allla tolleranza delle minoranze etniche, al rispetto delle leggi e all'accettazione dei liberi mercati, l'Indonesia potrebbe essere in grado di sfruttare il motore dell'opportunità che ha contribuito a sollevare alcuni dei suoi vicini dalla povertà e dalla disperazione. È grazie all'iniziativa dell'Indonesia che l'assistenza degli USA può fare la differenza.

Nell'emisfero occidentale abbiamo formato coalizioni flessibili con i Paesi che condividono le nostre priorità, in particolare il Messico, il Brasile, il Canada, il Cile e la Colombia. Insieme promuoveremo un'emisfero realmente democratico dove la nostra integrazione permetterà l'avanzamento della sicurezza, della prosperità, dell'opportunità e della speranza. Lavoreremo con le istituzioni regionali, come il Summit delle Americhe, l'Organizzazione degli stati americani (OSA), e i Ministri della difesa delle Americhe (Defense Ministerial of the Americas) a vantaggio dell'intero emisfero.

Alcune parti dell'America Latina affrontano conflitti regionali che derivano in particolare dalla violenza dei cartelli dei narcotrafficanti e dei loro complici. Questo conflitto e il traffico degli stupefacenti che sfugge a ogni controllo, potrebbero mettere in pericolo la salute e la sicurezza degli Stati Uniti. Abbiamo pertanto sviluppato una strategia attiva per aiutare le nazioni andine a correggere le proprie economie, ad attuare le leggi, a sconfiggere le organizzazioni terroristiche e a tagliare la fornitura di droghe, mentre, aspetto altrettanto importante, lavoriamo per ridurre la domanda di droghe nei nostri Paesi.

In Colombia, siamo consapevoli del collegamento esistente tra gruppi di terroristi ed estremisti che mettono in pericolo la sicurezza dello stato e le attività di narcotraffico che contribuiscono a finanziare le operazioni di tali gruppi. Lavoriamo per aiutare la Colombia a difendere le proprie istituzioni democratiche e a sconfiggere i gruppi armati illegali sia di destra sia di sinistra, estendendo l'effettiva sovranità sull'intero territorio nazionale e offrendo un livello sufficiente di sicurezza al popolo colombiano.

In Africa, le promesse e le opportunità convivono a fianco di malattie, guerre e una povertà disperata. Questa situazione minaccia sia uno dei valori fondamentali degli Stati Uniti, la protezione della dignità umana, sia la nostra priorità strategica, combattere il terrorismo globale. Gli interessi americani e i principi americani ci guidano dunque nella stessa direzione: lavoreremo con gli altri per un continente africano che viva in libertà, in pace e in crescente prosperità. Insieme agli alleati europei, dobbiamo contribuire a rafforzare i fragili stati africani, a costruire le capacità locali di rendere sicuri confini oggi incontrollati, e a costruire le infrastrutture di pubblica sicurezza e intelligence che permettano di negare ogni rifugio ai terroristi.

L'ambiente in Africa è ancora più letale poiché le guerre civili locali superano i confini creando zone di conflitto regionale. La formazione di coalizioni di stati volenterosi e accordi di collaborazione per la sicurezza sono aspetti fondamentali per affrontare queste minacce transnazionali emergenti.

La grande dimensione e le diversità dell'Africa richiedono una strategia di sicurezza che si concentri su accordi bilaterali e costruisca coalizioni degli stati volenterosi. Questa amministrazione si concentrerà su tre strategie interconnesse per la regione:

  • i Paesi con maggiore impatto sui vicini come Sud Africa, Nigeria, Kenia ed Etiopia sono ancore per gli accordi regionali e richiedono un'attenzione speciale;
  • il coordinamento con gli alleati europei e le istituzioni internazionali è essenziale per una mediazione costruttiva nei conflitti e la riuscita delle operazioni di pace; e
  • gli stati in via di riforma e le organizzazioni subregionali dell'Africa che hanno le capacità devono essere rafforzati come mezzo primario per affrontare le minacce transnazionali per tempi prolungati.

In definitiva, la via della libertà politica ed economica costituisce il percorso più sicuro per il progresso nell'Africa sub-sahariana, dove la maggior parte delle guerre sono conflitti per le risorse materiali e l'accesso politico spesso tragicamente sostenute sulla base delle diferenze etniche e religiose. Il passaggio all'Unione Africana, con l'impegno da essa affermato a una buona capacità di governo e ad una responsabilità comune per il raggiungimento di sistemi politici democratici offre opportunità per rafforzare la democrazia sul continente.

(Traduzione di Andrea Spila - Traduttori per la Pace)


V. Impedire ai nostri nemici di minacciare noi, i nostri alleati e i nostri amici con armi di distruzione di massa

"La più grave minaccia alla libertà si trova dove radicalismo e tecnologia si incontrano: la diffusione di armi chimiche, biologiche e nucleari, insieme alla tecnologia dei missili balistici. Con tali basi, persino stati deboli e piccoli gruppi potrebbero diventare tanto potenti da sconfiggere grandi nazioni. I nostri nemici hanno apertamente dichiarato di avere tali intenzioni, e sono stati scoperti nell'intento di sviluppare queste terribili armi. Vogliono avere la possibilità di minacciarci, danneggiare noi o i nostri amici. Ma noi lo impediremo con tutte le nostre forze."

Presidente Bush
West Point, New York
1 giugno 2002

La natura della minaccia della Guerra Fredda comportò da parte degli Stati Uniti - insieme ai nostri amici ed alleati - l'inasprimento dei sistemi per dissuadere il nemico dall'uso della forza, portando ad una strategia di sicura distruzione da entrambe le parti. Con la caduta dell'Unione Sovietica e la fine della Guerra Fredda, la sicurezza nazionale ha subito radicali cambiamenti.

Un tempo improntata sul contrasto, la nostra relazione con la Russia adesso è basata sulla cooperazione, con evidenti vantaggi: la fine dell'equilibrio del terrore che ci divideva, lo storico ridimensionamento degli arsenali nucleari da entrambe le parti, nonché la cooperazione in ambiti quali la lotta al terrorismo e la difesa missilistica, cosa che fino a poco tempo prima sarebbe stata inconcepibile.

Ma nuove sfide mortali ci vengono lanciate da stati ostili e terroristi. Di certo nessuna delle attuali minacce è comparabile alla pura forza distruttiva spiegata contro di noi dall'Unione Sovietica. Ciò nondimeno, la natura e le motivazioni di questi nuovi avversari, la loro determinazione al raggiungimento della potenza distruttiva finora ad appannaggio esclusivo degli stati maggiori, unite all'alta probabilità che vengano impiegate armi di distruzione di massa contro di noi, rendono l'attuale condizione della sicurezza più complessa e pericolosa.

Negli anni '90 dello scorso secolo abbiamo assistito alla crescita di alcuni stati che, seppur differenti sotto aspetti fondamentali, condividono alcune caratteristiche. Questi stati infatti:

  • Brutalizzano il loro stesso popolo e dissipano le loro risorse nazionali per il personale arricchimento dei governanti;
  • Non hanno alcun rispetto per le leggi internazionali, minacciano i loro vicini e violano sistematicamente i trattati internazionali da essi sottoscritti;
  • Intendono acquisire armi per la distruzione di massa e altri tipi di tecnologia militare avanzata per poi usarle attivamente o come minaccia per raggiungere i loro scopi;
  • Finanziano il terrorismo in tutto il mondo;
  • Rifiutano i valori umani più elementari ed odiano gli Stati Uniti e tutto ciò che essi rappresentano.

Durante la Guerra del Golfo, abbiamo raccolto prove inconfutabili che testimoniano come i piani dell'Iraq non fossero limitati alle armi chimiche usate contro l'Iran e contro gli stessi iracheni, ma si estendevano all'acquisizione di armi nucleari e agenti biologici. Negli ultimi dieci anni, la Corea del Nord è divenuta il principale produttore di missili balistici testandone di sempre più intelligenti e contemporaneamente sviluppando il proprio arsenale di armi per la distruzione di massa. Altri stati ostili stanno tentando di entrare in possesso di armi nucleari, biologiche e chimiche, la cui ricerca e commercio su scala mondiale rappresentano ormai un'incombente minaccia per tutte le nazioni.

Dobbiamo prepararci a fermare questi stati e i terroristi da loro pagati prima che siano in grado di minacciarci o usare armi per la distruzione di massa contro gli Stati Uniti e i nostri amici ed alleati. Per la nostra reazione dovremo consolidare le nostre alleanze e stringerne di nuove con gli avversari di una volta; oltre all'innovazione nell'uso della forza militare, dovremo avvalerci delle più moderne tecnologie, incluso lo sviluppo di un efficace sistema di difesa missilistico, nonché dei servizi di intelligence.

La nostra strategia globale per combattere le armi per la distruzione di massa include:

  • Impegno per la lotta alla proliferazione. Dobbiamo dissuadere i nemici e difenderci dalle loro minacce prima che vengano attuate. Dobbiamo assicurarci che le competenze chiave - investigazione, difesa attiva e passiva e capacità di contrattacco - siano integrate nella trasformazione del nostro sistema di difesa e nel sistema di sicurezza interno. La controproliferazione dovrà quindi essere parte integrante della formazione e della preparazione delle nostre forze e quelle dei nostri alleati per assicurare la nostra affermazione in un qualsiasi conflitto con avversari dotati di armi per la distruzione di massa.

  • Maggiori sforzi per impedire agli stati ostili e ai terroristi di procurarsi materiali, tecnologia ed expertise necessarie alla costruzione di armi per la distruzione di massa. Saranno potenziate diplomazia, controllo delle armi, controlli bilaterali sulle esportazioni e operazioni di riduzione della minaccia che impediscano a stati e terroristi di fare ricerche per la produzione di armi per la distruzione di massa e, ove necessario, impediscano del tutto lo sviluppo di tecnologie e l'uso di materiali. Continueremo a stabilire intese per appoggiare questi sforzi incoraggiando un maggiore supporto politico e finanziario ai programmi di non proliferazione e riduzione della minaccia. Un grande passo verso questo obiettivo è stato il recente accordo del G8 che prevede lo stanziamento di una cifra fino a 20 miliardi di dollari per creare una partnership per la non-proliferazione di materiale bellico.

  • Efficace gestione delle conseguenze dell'uso di armi per la distruzione di massa da parte di terroristi o stati ostili. Minimizzare gli effetti dell'uso di armi per la distruzione di massa contro la popolazione americana sarà un deterrente per chi possiede tali armi, e dissuaderà i nostri nemici dai tentativi di acquisirle, persuadendoli che non potranno raggiungere i loro scopi. Gli Stati Uniti devono inoltre essere preparati a gestire gli effetti dell'uso di armi per la distruzione di massa contro le nostre forze all'estero e a dare appoggio ad amici e alleati in caso di attacco.

Ci sono voluti quasi dieci anni per comprendere la vera natura di questa nuova minaccia. D'ora in avanti, a causa degli intenti delle nazioni canaglia e dei terroristi, gli Stati Uniti non potranno più affidarsi solamente all'atteggiamento reattivo che hanno adottato in passato. L'incapacità di scoraggiare un potenziale aggressore, le incombenti minacce di oggi e la dimensione dei danni che potrebbero essere causati dalle armi scelte dai nostri avversari non consentono più quella alternativa. Non possiamo lasciare che i nostri nemici colpiscano per primi.

Durante la Guerra Fredda, in particolare dopo la crisi missilistica cubana, ci siamo trovati a fronteggiare un avversario propenso al mantenimento dello status quo e generalmente contrario ad intraprendere azioni rischiose. Allora la deterrenza rappresentava una difesa efficace. Ma è improbabile che la deterrenza, basata unicamente sulla minaccia della rappresaglia, possa funzionare contro leader di nazioni fuorilegge disposti a correre rischi e a mettere a repentaglio le vite delle loro genti e le ricchezze delle loro nazioni.

  • Durante la Guerra Fredda, le armi di distruzione di massa erano viste come l'ultima scelta possibile in fatto di armi, a causa del pericolo a cui si sottoponeva chi le utilizzava. Oggi, invece, i nostri nemici sono determinati a dotarsi di quel tipo di armi, perché rappresentano strumenti di intimidazione e aggressione militare che gli stati fuorilegge possono usare contro i loro vicini. Tali armi consentono a queste nazioni anche di cercare di ricattare gli Stati Uniti e i nostri alleati in modo da impedirci di scoraggiare o respingere il comportamento aggressivo delle nazioni canaglia. Questi stati, inoltre, vedono nelle armi di distruzione di massa il loro strumento più efficace al fine di contrastare la riconosciuta supremazia degli Stati Uniti.
  • Il concetto tradizionale di deterrenza non può essere efficace contro un nemico terrorista la cui tattica favorita è la distruzione indiscriminata e la presa di mira degli innocenti, i cui cosiddetti soldati aspirano a morire in nome del martirio, e la cui miglior difesa è la sua stessa condizione di apolide. La sovrapposizione degli stati che sponsorizzano il terrorismo e di quelli che cercano di ottenere armi di distruzione di massa ci obbliga ad agire.

Da secoli il diritto internazionale ha riconosciuto che non è necessario che un paese subisca un attacco prima di potere agire legittimamente per difendersi contro quelle forze che prospettano un pericolo di attacco imminente. Gli studiosi di legge e i giuristi internazionali hanno spesso ritenuto che la legittimità della prevenzione dipendesse dall'esistenza di minacce incombenti (come, ad esempio, l'evidente mobilitazione di forze aree, navali e militari che si preparavano ad attaccare).

È necessario adeguare tale concetto di minaccia incombente alle potenzialità e agli intenti degli avversari di oggi. Gli stati canaglia e i terroristi non cercano di attaccarci impiegando mezzi convenzionali, perché sanno che quei tipi di attacchi fallirebbero. Si affidano, invece, ad attacchi terroristici e, potenzialmente, all'impiego di armi di distruzione di massa - armi che possono essere nascoste facilmente, trasportate illegalmente e usate senza preavviso.

I bersagli di questi attacchi sono le nostre forze militari e la nostra popolazione civile, in esplicita violazione di una delle principali norme di guerra. Come è stato dimostrato dalle perdite dell'11 settembre 2001, le masse di vittime civili sono l'obiettivo specifico dei terroristi e queste perdite potrebbero risultare esponenzialmente più forti se i terroristi entrassero in possesso e si servissero di armi di distruzione di massa.

Per lungo tempo gli Stati Uniti hanno sostenuto la dottrina delle azioni preventive per rispondere alle serie minacce rivolte alla nostra sicurezza nazionale. Maggiore è la minaccia, maggiore è il rischio di inerzia e più convincente si fa la tesi dell'azione anticipata a scopo difensivo, anche qualora rimangano dubbi circa il luogo ed il momento dell'attacco nemico. Per anticipare o prevenire questi atti ostili da parte dei nostri avversari, gli Stati Uniti, se necessario, agiranno in modo preventivo.

Gli Stati Uniti non ricorreranno alla forza per prevenire tutti i casi di minacce emergenti e la prevenzione non dovrebbe essere usata dalle nazioni come un pretesto per l'aggressione. Tuttavia, in un'era in cui i nemici della civiltà fanno di tutto e apertamente per dotarsi delle tecnologie più micidiali a livello mondiale, gli Stati Uniti non possono rimanere inattivi mentre i pericoli aumentano. Le nostre azioni saranno sempre ponderate e ne valuteremo in ogni caso le conseguenze. Per sostenere le scelte di prevenzione:

  • rafforzeremo e integreremo le capacità d'analisi dell'Intelligence per disporre di informazioni tempestive e accurate sulle minacce, ovunque dovessero presentarsi;
  • consolideremo la cooperazione con gli alleati per stimare una valutazione comune delle minacce più pericolose; e
  • continueremo a sviluppare le nostre forze militari per garantire la nostra capacità di condurre operazioni rapide e precise in modo da ottenere risultati decisivi.

Lo scopo delle nostre azioni sarà sempre quello di scongiurare una minaccia specifica rivolta agli Stati Uniti o ai nostri alleati e amici. Le ragioni delle nostre azioni saranno chiare, la forza ponderata e la causa giusta.

(Traduzione di Isabella Mangani e Maura Micheloni - Traduttori per la Pace)

 

VI. Avviare una nuova era di crescita economica globale attraverso i liberi mercati e il libero scambio

"Se le nazioni chiudono i mercati e le opportunità diventano privilegio di pochi, in nessun caso, in nessun caso gli aiuti per lo sviluppo saranno mai sufficienti. Quando una nazione rispetta il proprio popolo, apre i mercati e investe per migliorare la sanità e l'istruzione, ogni dollaro di aiuto, ogni dollaro ricavato dal commercio e ogni dollaro di capitali locali viene usato con maggiore efficacia".

Presidente Bush
Monterrey, Messico
22 marzo 2002

Una forte economia mondiale rafforza la nostra sicurezza nazionale, favorendo la prosperità e la libertà nel resto del mondo. La crescita economica supportata dal libero scambio e da mercati liberi crea nuova occupazione e produce un aumento dei redditi; consente alle persone di migliorare il proprio tenore di vita, stimola le riforme economiche e giuridiche e la lotta alla corruzione, e rinsalda l'abitudine alla libertà.

Noi promuoveremo la crescita e la libertà economica oltre i confini del nostro paese. Ogni governo è responsabile delle proprie politiche economiche, come pure della realizzazione degli obiettivi economici che si prefigge. Noi sfrutteremo i nostri impegni economici con gli altri paesi per sottolineare gli aspetti vantaggiosi delle politiche che aumentano la produttività e favoriscono una forte crescita economica, e tra questi:

  • riforme giuridiche e normative a favore della crescita per incoraggiare gli investimenti, l'innovazione e le attività imprenditoriali;
  • riforme fiscali - in particolare la riduzione delle aliquote fiscali marginali - che aumentino gli incentivi al lavoro e agli investimenti;
  • sovranità della legge e intransigenza nei confronti della corruzione in modo che i cittadini sappiano di poter godere del frutto dei loro sforzi economici;
  • sistemi finanziari stabili che consentano uno sfruttamento ottimale dei capitali;
  • politiche fiscali solide che sostengano l'attività delle aziende;
  • investimenti nella sanità e nell'istruzione che migliorino il benessere e le capacità della forza lavoro e della popolazione in generale; e
  • libero scambio che fornisca nuovi strumenti di crescita e favorisca la diffusione delle tecnologie e delle idee che incrementano la produttività e le opportunità.

L'insegnamento della storia è chiaro: le economie di mercato, quelle in cui non vige la politica di comando e controllo da parte del governo, rappresentano il modo migliore per promuovere la prosperità e ridurre la povertà. Le politiche mirate al rafforzamento degli incentivi al mercato e della regolamentazione del mercato sono importanti per tutte le economie, per i paesi industrializzati come per i mercati emergenti e per i paesi in via di sviluppo.

Il ritorno a una crescita economica forte in Europa e in Giappone è di fondamentale importanza per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Vogliamo che i nostri alleati abbiano economie forti per il loro proprio interesse, per il bene dell'economia globale e per quello della sicurezza mondiale. A questo proposito sono particolarmente importanti gli sforzi dei paesi europei per rimuovere le barriere strutturali delle loro economie, come pure l'impegno del Giappone per porre fine alla deflazione e risolvere i problemi dei prestiti in sofferenza del suo sistema bancario. Noi continueremo a usare i nostri canali di consultazione con il Giappone e con i nostri partner europei - tra cui il G7 - per discutere le politiche da loro adottate al fine di promuovere l'economia e sostenere la crescita economica mondiale.

Anche l'aumento della stabilità dei mercati emergenti svolge un ruolo di primaria importanza nella crescita economica mondiale. I flussi internazionali di capitali sono necessari all'ampliamento delle potenzialità produttive di queste economie; tali flussi consentono ai mercati emergenti e ai paesi in via di sviluppo di compiere gli investimenti necessari a migliorare il tenore di vita e ridurre la povertà. Il nosto obiettivo a lungo termine dovrebbe essere un mondo in cui tutti i paesi abbiano un rating del livello di credito all'investimento che consenta loro di accedere ai mercati finanziari internazionali e di investire nel proprio futuro.

Noi ci impegneremo ad appoggiare quelle politiche che aiuterranno i mercati emergenti a conquistare l'accesso ai grandi flussi di capitali al minor costo. A tale scopo continueremo a sostenere riforme mirate a ridurre l'instabilità dei mercati finanziari. Collaboreremo attivamente con altri paesi, con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e con il settore privato per attuare il piano d'azione del G7 negoziato all'inizio dell'anno al fine di prevenire le crisi finanziarie o di risolverle nella maniera più efficace.

Il miglior modo per affrontare una crisi finanziaria è prevenirla, e noi abbiamo incoraggiato il FMI ad aumentare il suo impegno al riguardo. Continueremo a collaborare con il FMI perché semplifichi le condizioni necessarie alla concessione di prestiti e perché la sua politica dei prestiti si incentri sempre di più sull'obiettivo della crescita economica attraverso solide politiche fiscali e monetarie, di cambio, e finanziarie.

Il concetto di "libero commercio" si presentò come principio morale ancora prima di diventare il pilastro dell'economia. Se si produce qualcosa che ha un valore per qualcun altro, dovrebbe essere possibile venderglielo. Se altri producono qualcosa che si considera valido, dovrebbe essere possibile acquistarlo. Questa è vera libertà, la libertà per una persona - o una nazione - di procurarsi di che vivere. Gli Stati Uniti hanno sviluppato una strategia generale mirata a promuovere il libero commercio:

  • Controllare l'iniziativa a livello globale. I nuovi negoziati per il commercio globale, avviati a Doha nel novembre del 2001 con l'aiuto di questa Amministrazione, avranno un ordine del giorno ambizioso, specialmente per quanto riguarda l'agricoltura, la produzione ed i servizi, il cui completamento è programmato per il 2005. Gli Stati Uniti hanno fatto da battistrada nel portare a termine l'adesione della Cina e di una Taiwan democratica all'Organizzazione Mondiale del Commercio. Questa Amministrazione assisterà la Russia nella preparazione all'adesione all'OMC.
  • Incalzare le iniziative a livello regionale. Gli Stati Uniti ed altre democrazie dell'emisfero occidentale hanno concordato di creare l'Area di Libero Scambio delle Americhe, il cui completamento è programmato per il 2005. Quest'anno gli Stati Uniti sosterranno con i propri partner i negoziati per l'accesso al mercato, mirati all'agricoltura, ai beni industriali, ai servizi, agli investimenti e agli approvvigionamenti statali. Questa Amministrazione offrirà inoltre maggiori opportunità al continente più povero, l'Africa, iniziando dal pieno utilizzo delle preferenze concesse dall'African Growth and Opportunity Act (Agoa, Atto per la crescita e le opportunità dell'Africa) per arrivare al libero scambio.
  • Fare progressi negli accordi bilaterali per il libero scambio. Basandosi sul successo degli accordi di libero scambio con la Giordania, entrati in vigore nel 2001, l'Amministrazione lavorerà quest'anno per concludere accordi di libero scambio con il Cile e Singapore. Gli Stati Uniti mirano ad ottenere accordi di libero scambio sia con paesi sviluppati, sia con paesi in via di sviluppo, in tutte le regioni del mondo. Inizialmente, i punti focali saranno l'America Centrale, l'Africa Meridionale, il Marocco e l'Australia.
  • Rinnovare l'alleanza tra l'esecutivo ed il congresso. La strategia commerciale di qualsiasi amministrazione dipende da un'alleanza produttiva con il Congresso. Dopo un vuoto di 8 anni, l'Amministrazione ha riottenuto il sostegno della maggioranza al Congresso per la liberalizzazione del commercio, approvando il Trade Promotion Authority e le altre misure per l'apertura del mercato per i paesi in via di sviluppo nel Trade Act per il 2002. Questa Amministrazione lavorerà con il Congresso per applicare i nuovi accordi commerciali bilaterali, regionali e globali che saranno conclusi in base al suddetto Trade Promotion Authority, approvato di recente.
  • Promuovere la relazione tra il commercio e lo sviluppo. Le politiche commerciali possono aiutare i paesi in via di sviluppo a rafforzare i diritti di proprietà, la competizione, il governo della legge, gli investimenti, il diffondersi della conoscenza, le società aperte, l'allocazione efficiente delle risorse, e l'integrazione regionale; tutto ciò porta crescita, opportunità e fiducia nei paesi in via di sviluppo. Gli Stati Uniti stanno implementando l'Agoa per consentire l'accesso al mercato a quasi tutte le merci prodotte nei 35 paesi dell'Africa sub-sahariana. Questa Amministrazione utilizzerà sempre più questa legge e quelle equivalenti per il bacino caraibico, e continuerà a lavorare con le istituzioni multilaterali e regionali per aiutare i paesi più poveri a beneficiare di tali opportunità. Oltre all'accesso al mercato, l'area più importante in cui il commercio si interseca con la povertà è la salute pubblica. Questa Amministrazione farà in modo che le regole relative alla proprietà intellettuale dell'OMC siano flessibili abbastanza da consentire ai paesi in via di sviluppo di ottenere l'accesso alle medicine fondamentali per i pericoli eccezionali quali l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria.
  • Applicare gli accordi commerciali e le leggi contro le pratiche sleali. Il commercio dipende dal governo della legge; il commercio internazionale dipende da accordi applicabili. Le priorità degli Stati Uniti sono di risolvere le dispute in corso con l'Unione Europea, il Canada, ed il Messico, e di compiere uno sforzo a livello globale per affrontare le normative relative alle nuove tecnologie, alla scienza e alla salute che impediscono inutilmente le esportazioni agricole ed il miglioramento dell'agricoltura. Le leggi contro le pratiche commerciali sleali sono spesso abusate, ma la comunità internazionale deve essere in grado di affrontare le preoccupazioni autentiche relative ai sussidi statali ed il dumping. Lo spionaggio industriale che insidia la competizione leale deve essere scoperto e scoraggiato.
  • Aiutare l'adeguamento delle industrie domestiche e dei lavoratori. L'ordinamento statutario per le salvaguardie di transizione che questa Amministrazione ha utilizzato nel settore agricolo e che sta utilizzando quest'anno per aiutare l'industria siderurgica americana è solido. I benefici del libero commercio dipendono dall'applicazione di pratiche commerciali leali. Tali salvaguardie aiutano a fare in modo che i benefici del libero commercio non vadano a danneggiare i lavoratori americani. L'assistenza all'adeguamento commerciale aiuterà i lavoratori ad adattarsi al cambiamento e al dinamismo dei mercati aperti.
  • Proteggere l'ambiente ed i lavoratori. Gli Stati Uniti devono incoraggiare la crescita economica in modi che garantiscano una vita migliore ed una prosperità più diffusa. Questa Amministrazione includerà le preoccupazioni del mondo del lavoro ed ambientali nei negoziati commerciali statunitensi, creando una "rete" salutare tra gli accordi ambientali multilaterali con l'OMC, e si avvarrà dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, dei programmi commerciali di preferenza e dei negoziati commerciali per migliorare le condizioni di lavoro unitamente ad un commercio più libero.
  • Potenziare la sicurezza energetica. Questa Amministrazione rafforzerà la propria sicurezza energetica e la prosperità condivisa dell'economia globale lavorando con i propri alleati, i propri partner commerciali ed i produttori di energia per espandere le fonti ed i tipi di energia globale forniti, specialmente nell'Emisfero Occidentale, in Africa, nell'Asia Centrale e nella regione caspica. Continuerà inoltre a lavorare con i propri partner per sviluppare tecnologie più pulite e più efficienti.

La crescita economica deve essere accompagnata da sforzi a livello globale per stabilizzare le concentrazioni di gas serra associati con tale crescita, contenendoli ad un livello che impedisca dannose interferenze umane con il clima globale. L'obiettivo generale di questa Amministrazione è di ridurre le emissioni statunitensi di gas serra in relazione alle dimensioni dell'economia che li produce, tagliando tali emissioni per unità di attività economica del 18 percento nei prossimi 10 anni, per l'anno 2012. Le strategie per ottenere ciò saranno le seguenti:

  • restare impegnati all'interno della Convenzione quadro sulla cooperazione internazionale dell'ONU;
  • ottenere accordi con le industrie chiave per tagliare le emissioni di alcuni dei più potenti gas serra e concedere crediti trasferibili alle società che possono dimostrare tagli reali;
  • sviluppare standard migliorati per la misurazione e la registrazione della riduzione delle emissioni;
  • promuovere la produzione di energia rinnovabile e le tecnologie al carbone pulito, come anche l'energia nucleare - che non produce gas serra, migliorando nello stesso tempo i risparmi di carburante per il settore automobilistico statunitense;
  • aumentare le spese per la ricerca e le nuove tecnologie di conservazione, fino ad un totale di 4,5 miliardi di dollari USA - la cifra più elevata mai spesa da qualsiasi paese del mondo per i mutamenti climatici, ad un aumento di 700 milioni di dollari USA sul bilancio dell'anno scorso;
  • aiutare i paesi in via di sviluppo, specialmente i maggiori produttori di gas serra quali la Cina e l'India, in modo che dispongano degli strumenti e delle risorse per unirsi a questo sforzo e poter crescere lungo un percorso più pulito e migliore.

(Traduzione di Alessandra Gallo e Fulvio Giglio - Traduttori per la Pace)

(6 - continua)