La zona del Kurdistan Turco è affrontata di notte, il freddo è intenso, i passi di montagna superano i 2000 m, ottima l’illuminazione che la moto fornisce, un po’difficoltosa la doppia regolazione del fanale.

Iran: Caldo secco dopo le montagne che portano a Tabriz. Sempre accolti con entusiasmo spontaneo ad ogni sosta. Lungo un’autostrada si affianca un’automobile con una famiglia e tirato giù il finestrino mi passano una grossa fetta di torta. Superata Qazvin famosa per la sua uva senza semi e una stupenda moschea, si lascia la strada principale e ci s’inoltra su sterrati per visitare i vecchi Caravanserragli disseminati un po’ovunque da qui sino alla ancora lontana Cina. Qui spicca la natura off road del Dominator che fa quasi dimenticare la prudenza, bagaglio più importante d’ogni viaggio. Dopo la splendida Esfahan è tempo di manutenzione, ma il tutto si riduce a poco, l’asta dell’olio indica ancora un livello a metà tra il massimo e il minimo, nonostante le lunghe e veloci tirate, e la catena di trasmissione ha il suo giusto gioco.

Più si scende a sud e più il clima si fa caldo e umido, ottime le giacche leggere di B&T, qualche difficoltà nel reperire benzina che in ogni modo è ancora di buona qualità. Si tenta di raggiungere in serata Zahedan a due passi dal confine con l’Afghanistan e il Pakistan, questo perché viaggiare di notte potrebbe essere pericoloso. Qui vanno e vengono contrabbandieri d’oppio e trafficanti d’armi ed in passato si sono verificati rapimenti e rapine ai danni dei rarissimi viaggiatori.

 


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