- Iacyr
Anderson Freitas e la poesia di “Oceano Coligido”
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- La
poesia brasiliana negli ultimi anni del XX secolo si è divisa in
due posizioni diverse: gli epigoni delle avanguardie e coloro che
se ne sono svincolati. Verso quest’ultima direzione è andato
Iacyr Anderson Freitas, senza dubbio uno dei maggiori
rappresentanti della poesia brasiliana contemporanea. Grande è la
maestria tecnica del poeta e le sue sillogi possono essere lette
come se fossero un unico poema. Ogni singola lirica mantiene
un’unità di tono e ruota attorno al tema classico del viaggio,
quasi odissea dell’uomo contemporaneo. Iacyr si esprime però
attraverso una “poesia pura”, cioè spoglia del superfluo e
dell’aneddotico, portando ad esiti molto interessanti. “Oceano
Coligido”, cioè “Oceano raccolto”, è un’antologia della
sua ventennale esperienza poetica ed è stata molto apprezzata
dalla critica brasiliana con successo di pubblico, tanto da essere
premiata dall’Unione degli Scrittori Brasiliani come la migliore
opera pubblicata nell’anno 2000. «Raccogliere, nel simbolismo del mare e delle acque in movimento,
significa dinamicità vitale e urto tra memoria e oblio» -
afferma Fernando Fabio Fiorese nella presentazione, ma il termine
portoghese ‘coligir’ ha una vastità semantica che è
difficile rendere in italiano. Se nella poesia di Iacyr il mare fa
da trait d’union, la morte sembra l’elemento risolutore, quasi
il suggello del pensiero e della vita, espressione dell’assenza,
del non essere, del negativo, ma pure dell’assoluto e
dell’eterno, così come si può notare nella poesia che
proponiamo al lettore.