di Giuseppe Manitta

Monica Balestrero e il viaggio esistenziale in La valigia del pellegrino (ed. Il foglio)

La prima silloge di Monica Balestrero, giovane poetessa e pittrice romana, dal titolo “La valigia del pellegrino”, si preannuncia un interessante viaggio esistenziale in cui la poesia diventa emblema assoluto di interiorità e riflessione. Lo stesso prefatore Andrea Panerini afferma che quella della nostra autrice è «poesia di viaggio, poesia del ritorno. Triste e allegra, piena di speranza o di sconforto... la strada poetica poi diventa percorso di vita, di esperienza, di sofferenza». L’intera opera è suddivisa in nove parti nelle quali il cammino alla ricerca dell’Io è affidato al pensiero, unico mezzo per raggiungere l’infinito, che comincia il suo viaggio ideale «oltre le barriere / leggero e sicuro / osando più in alto». La speranza di aurore di salvezza, di pace, la ricerca della vera luce, della pura Essenza, infonde sublimità e continuità all’opera. Se nell’allegoria della nave il lirico greco Alceo si soffermava solo sulla distruzione della nave nera, in “Nave alla deriva” di Monica Balestrero il tutto è intriso di speranza. Se da una parte il dolore distrugge e ferisce, dall’altra l’amore e l’amicizia ne guariscono le ferite: «Del mio animo angosciato / in questo viaggio della vita / ascolto e trascrivo, / rapida sulle pagine, / il tormento e la speranza: / ombre e luci di una vita vera». L’opera si conclude con il “Ritorno”, in cui l’anima traduce il suo ciclo vitale nella contemplazione del reale, spingendosi sempre di più verso la propria essenza: sono rimasti solo i ricordi di un viaggio che si conclude tra le «ombre di un passato / rapidamente sfuggito / nel tempo di un volo di fantasia». Lo stile semplice permette una facile lettura, l’aulica espressività funge da catarsi e, benché venga utilizzato esclusivamente l’acrostico, non si scade mai nella banalità né la lettura viene distratta da imperfezioni stilistiche. La poesia di Monica Balestrero ha racchiuso in versi la sublimità dell’esistenza in uno sfiorire e rifiorire d’immagini apparendo allo stesso tempo realistica e ideale, intrisa di misticismo e di fascino.