di Angelo Manitta
Da occidente ad Oriente. Donna, dove sei? Un dettagliato saggio di Angela Barbagallo sulla donna e sul femminismo (Ed. Helicon, Città di Castello 2000)
 
Angela Barbagallo, docente di Lettere e Filosofia ora a riposo, è una delle personalità più attive nell’ambito letterario-culturale della zona ionico-etnea. Ha infatti al suo attivo diverse sillogi di poesie, e compare in numerose antologie. Ma lei è pure bravissima e puntuale saggista. Ha curato diversi studi su tematiche filosofiche, come in “L’essere e la libertà”, e saggi letterari su Sciascia, Caproni, Silone, Fiore. Recente è “Da Occidente ad Oriente. Donna, dove sei?», un saggio che ha come oggetto il tanto dibattuto problema ‘donna’. E la Barbagallo non è nuova a trattare una tale argomento. L’ha fatto, in maniera diversa, nella silloge di poesie “Non datemi mimose” in cui afferma che la donna non deve essere tale una sola volta l’anno, l’8 marzo, ma sempre e costantemente nella vita. Deve scatu-rire invece un rapporto sociale equilibrato tra i due sessi nella diversità dell’essere e del sentire. «Non basta fuggire dal popolo delle scimmie, ma bisogna saper trovare quell’ubi consistam, quell’elaborarsi con fatica e ricerca per la creazione di una nuova immagine femminile, che pur non rinunciando al proprio riscatto, che è una delle sue preziose conquiste, la faccia uscire dall’impasse dell’alienazione» scrive Lia Bronzi nella prefazione al saggio “Da Occidente a Oriente”. Questo è diviso in cinque capitoli, in cui vengono esaminati i diversi aspetti storici e sociali del femminismo: dall’inquadramento ideologico nella conce-zione cristiana alla genesi del femminismo, dalla soluzione freudiana dell’alienazione della donna all’alternativa del suo ruolo autentico nella società odierna. A tale tematica non poteva ovviamente mancare un cenno alla situazione della donna nel mondo arabo e afgano in particolare: “La terra dove la donna non esiste”. La coscienza fondamentale che la Barbagallo ha è che la donna nasce alla civiltà con il cristianesimo. Con l’abolizione di ogni schiavitù e la sua uguaglianza con l’uomo, la donna genitrice viene esaltata nella sua qualità e soprattutto si evidenzia la sua incidenza sulla struttura della vita umana, sociale, politica ed affettiva. Ma la nascita del femminismo è pure determinata dall’Illuminismo: infatti tale corrente filosofica non poteva ignorare una questione sociale di primaria importanza: quella della lesione della libertà femminile, o quella della incidenza negativa della donna sul tessuto sociale quando viene meno il suo compito naturale di madre e di educatrice. Con l’avvento della psicanalisi si pone invece il problema della soluzione dell’alienazione femminile. «Se il bisogno primario della donna è quello della libertà sessuale», il femminismo tenta di «liberare come prima fase la donna dalla tirannide del maschio smantellando il concetto di  amore da tutte le sovrastrutture». Ma la teoria del libero amore esige la realizzazione di tutta una serie di libertà della donna che finiscono per creare un nuovo concetto filosofico e sociale. Il tema chiave del femminismo moderno è quindi la libertà, in senso più vasto e non solo sessuale. La Barbagallo, infatti, insiste affermando a più riprese che la libertà per la donna è condizione inalienabile  indispensabile, purché non vada a discapito della sua femminilità, altrimenti la ‘libertà’ presupposta sarebbe una nuova schiavitù. «Il problema del ruolo della donna nella società odierna è problema di primaria ed assoluta importanza – afferma l’autrice del saggio - e deve essere risolto coraggiosamente e secondo le regole di giustizia civile che, come tale, è comprensiva del criterio dell’equità nei confronti della donna, vista come soggetto titolare di diritti concreti», mentre il femminismo «è la patologia comportamentale di una soluzione parziale e deficitaria del ruolo della donna, in quanto è realizzazione settaria ed unilaterale della dimensione della libertà».