di Angelo Manitta

Valdemes Menezes e l’amore per l’Europa


Lo scrittore brasiliano nel volume “Muito prazer, Europa. A viagem inesquecível” (Molto piacere, Europa. Il viaggio indimenticabile) appare molto entusiasta della visita di alcuni stati, l’Italia, la Spagna, il Portogallo, La Francia, di cui fa un ampio resoconto, quasi un diario pieno di passione, coinvolgendo il lettore attraverso le sue emozionanti impressioni.

 

 «Per favore, viaggia con me, quasi in un reportage dell’anima perché sono sentimentale e voglio morire bambino» – dice l’autore. Mi fermo in particolare sulla sua visita italiana. Nella tappa turistica non poteva mancare Venezia, ma «quale delusione! È uguale alle altre città!» declama. Non lo incantano le sue bellezze artistiche, né le sue calli e il suo mare. A Firenze grande impressione suscita invece la Basilica di Santa Croce, dove si trovano i monumenti funerari dei più grandi geni italiani da Galileo a Michelangelo, da Foscolo a Machiavelli, da Rossini a Dante. Ma sono Pisa, la città della torre pendente, e Roma a lasciarlo incantato. Quello che lo lascia perplesso però è che in Vaticano, uno stato religioso unico, non è possibile entrare con bermuda, né le donne con vesti succinte o scollate. Eppure - commenta Menezes - molte statue all’interno sono nude e col ‘pisello’ di fuori. Ma si tratta di opere d’arte! – ironizza. Valdemes Menezes ha pubblicato diversi volumi, tra cui O Pistolão, O Portão de Deus, O Grande Momento, A invasão do Brasil. «Egli ha talento e sa raccontare una storia, cosa che è molto più rara di quanto non si immagini» scrive Pedro Cavalcanti, editore della rivista “Veja”. Mentre Leonard Smeele aggiunge: «Valdemes conosce le ore amare delle grandi città».