di Rina Dal Zilio

Me compare Giacometo di Luigi Nardo (Venilia Editrice - Montemerlo-PD 2001)

 Tratta questo libro di filastrocche, coccole, ritornelli… tutti in dialetto veneto (con traduzione per le parole meno comprensibili). Molte volte li abbiamo sentiti, questi versi leggeri, durante la nostra infanzia e adolescenza: avevano soprattutto la funzione di divertire e di fermare il pianto dei bambini, ma anche quello, se vogliamo, di alleggerire una quotidianità gravosa, affidando all’oralità popolare un tono scanzonato e divertente. Un modo come un altro per rendere la giornata e i suoi riti più scorrevole. Risentire ora queste filastrocche evoca la nostra fanciullezza, ovvero il nostro tempo migliore. Bisogna salvare questa parte di noi. Sono dei raccontini flash dove al centro vi è sempre un personaggio (la Befana, Pièro, la Maria, el Siòr Intento, Sant’Antonio Benedetto, Madama Dorè…). La filastrocca può anche essere puerile e vacua per la sua ingenuità, ma ha un pregio innegabile e sicuro: quello di far sorridere i bambini o di calmare i loro capricci. Vi par poco? Ma anche gli adulti possono divertirsi poiché la nostra quotidianità non può poggiare solo su cose serie e complicate, adesso come non mai è necessario sdram-matizzare il giogo quotidiano, ‘aiutandoci’ a vivere anche con divagazioni semplici ed innocenti. «Uselin che vien dal mare / quante pene vuoi portare? / Vuoi portar una pena sola / questo drento e questo fora (p.11)».