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Poesia
Italiana
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12 gennaio 2002 (La gioia dei Cieli)
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- È l’ultima notte:
- apogeo di un lungo
tempo glorioso.
- Sogno eppur son
desto.
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Riflesso di immensa luce
- riempie il mio letto.
- Non voglio pronunciar
più lai:
- ormai è finito
- il periodo dei guai.
- Le fitte assassine
- sono pallido ricordo.
- Dinanzi a me
- una grande porta
- attende il mio
definitivo
- ritorno.
- Una grande tavolata;
- stupendamente
agghindata
- di gustose leccornie.
- Tanti Santi seduti lì
intorno;
- ridono e fanno festa.
- Son così numerosi da
sembrar
- un alveare.
- Attendono con
dissimulato entusiasmo
- L’ultimo fedele
commensale.
- un posto vuoto spicca
vicino
- a quel giocoso desco.
- C’è scritto un nome:
- è proprio Francesco!
- Lo sguardo di
ghiaccio,
- smarrito il respiro,
- ritrova meritata
quiete
- nel riposo di un
ghiro.
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- «Venite benedetti del
Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla
fondazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi
avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi». (Dal “Vangelo secondo Matteo”
25, 31-46)
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