di Maristella Dilettoso

Paolo Scaiella, (Parlo con Vittoria, Libroitaliano 1994)

 Paolo Scaiella, nato nel 1925 a Tricarico (MT), ha alle spalle una dignitosa e gratificante carriera d’insegnante. Infatti è stato segnalato al Ministero della Pubblica Istruzione per le pubblicazioni didattiche e l’attività scolastica svolta. Intensa anche la sua attività letteraria, le sue poesie sono state pubblicate su numerose opere antologiche, ed ha partecipato a vari concorsi letterari. Attualmente vive a Condove, in provincia di Torino. È passato attraverso lo studio e l’esperienza degli autori classici. Infatti la sua poesia si muove nei canoni dell’ortodossia metrica, seppure liberatasi dalle pastoie della rima obbligata, e prediligendo la forma breve, musicale e concisa del sonetto. Il fraseggio è largo, di ampio respiro, classicheggiante quasi, ma non retorico, capace com’è di indugiare talvolta a sprazzi di ironia. Il lettore potrà riscontrarvi reminiscenze mitologiche, echi che dall’Alfieri e dal Monti arrivano fino alla prima maniera foscoliana, come nella composizione “In morte di mio cognato…”, che riecheggia, seppur in chiave moderna, il Foscolo de “In morte del fratello Giovanni”. Leggiamo, per tutte, questa accorata “Supplica”: «Avanza già la notte e l’ore buie / con monotono rigor cambio si danno / a mo’ di scolte ch’esaurito in nicchia / di vigilar pel gran nemico agguato. / Rugge il lion nascosto nella gabbia / e fuor quand’esce l’anime le alletta /seduce lor circuisce annienta / satana divien, le tenebre serpeggia. / Signor ch’accendi mille luci e stelle / ne l’orbita segnata il corso freni / de gli astri, ugual recingi amplesso, / Padre pietoso, Galileo vincente / guarda, fortifica l’alma sofferente, / il segno porta ancor de la tua Croce». Vi troveremo echi di naturalismo cosmico ed aneliti d’eternità.