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Rita Sclafani d’Amico,Niente di
nuovo sotto il sole, (Bastogi Editrice Italiana, 2000).
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«Nei periodi più o meno
bui della storia dell’uomo c’è stato sempre chi si è fatto carico
di riscattare l’uomo da sé stesso, chi lo ha scosso dal torpore di
speranze deluse, di aspettative non più tali: il poeta… Il poeta
canta per coloro che non sanno più cantare, sogna per coloro che
non sanno più distinguere i colori dell’arcobaleno, crede per
coloro che hanno perduto la fede per gli orrori della violenza.
Quando al ‘sentire del poeta’ si affianca la sensibilità del
‘sentire della donna’, la poesia consegna all’umanità le ragioni
per cui vale la pena sognare, sposare una causa, affrontare un
destino, inseguire un ideale, lasciarsi andare a un sentimento».
Così Rita Cedrini introduce questa silloge di Rita Sclafani
D’Amico, poetessa-artista, di cui hanno già scritto Pietro
Mazzamuto, Alfio Inserra, Enzo Siciliano, Totò Bonanno, Antonino
Giardina, e molti altri ancora.
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L’autrice, nativa di
Bolognetta (PA), attualmente vive e lavora nel capoluogo. Ha
completato i suoi studi all’Accademia di Belle Arti di Palermo, in
gioventù è stata politicamente impegnata, negli anni successivi al
’68; dopo un’esperienza di insegnamento, si dedica ormai a tempo
pieno all’arte figurativa, alla poesia ed alla critica. Nel 1994
ha pubblicato “Lo Specchio delle Stagioni”, si è messa in luce in
vari concorsi poetici e mostre di pittura, riscuotendo menzioni,
riconoscimenti e titoli accademici.
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Il nuovo volume reca
sulla copertina, quasi un biglietto da visita, una “Vergine
Annunciata”, probabile omaggio al grande Antonello, ma
reinterpretato ed attualiz-zato. La duplice esperienza
poetico-pittorica amplifica ed approfondisce il valore
introspettivo dei versi della Sclafani D’Amico. «Ogni mattina /
aggiungo paziente / una perla / al filo / immaginario / che
adopero / per le idee / A sera / cerco / di riannodare / il filo
sottile / della vita» (“Una perla dopo l’altra”). Scrive nella
prefazione Pietro Mazzamuto: «La lirica della Sclafani D’Amico…
acquista una valenza particolare, il significato di una coscienza
individuale che tende a universalizzare, di uno spirito inquieto
che si apre neoromanticamente alla quiete del silenzio… che
sospira sopra tutto una plaga del mondo senza lotte e senza
sofferenze». «Nell’odierna / riaffermazione / della legge cosmica
/ della vita / la Fede / e il senso religioso / del fato /
rappresentano / un sicuro itinerario / verso la luce» (“Verso la
luce”). Come definito da Alfio Inserra nella sua nota critica,
quello di Rita Sclafani D’Amico è «un itinerario poetico variegato
e sofferto, ma sempre sincero, espresso con immediatezza e forza
configurante».