di Giuseppe Manitta

Quattro volumi, tra storia e fiction, di Giuseppe Scrofani: Quei giorni a Roma, Anni difficili, Forse il destino, Giardini Naxos.
 
 Giuseppe Scrofani, scrittore di un certo rilievo, è nato a Motta S. Anastasia (CT), ha vissuto a Francavilla di Sicilia, Roma e infine a Messina, dove attualmente risiede. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo “Quei giorni a Roma” (Naxos editrice 1986), “Forse il destino” (Naxos editrice 1994), “Anni difficili” (Edizioni Di Nicolò 1997), “Giardini Naxos” (a cura dell’Accademia Amici della Sapienza). Scrofani è davvero poliedrico, passa dal romanzo alla narrazione autobiografica, al saggio. “Quei Giorni a Roma”, insieme ad “Anni difficili”, sono delle interessanti  testimonianze riguardanti il secondo conflitto mondiale. Nella prima opera l’autore «ci presenta la capitale nei giorni in cui ogni ordine si trovò sovvertito e la vita della grande città rimase all’arbitrio delle varie forze militari e politiche», come si legge sul retro di copertina. Una narrazione affascinante e uno stile chiaro ed espressivo immergono in una trama a dir poco fantastica. Possiamo cogliere le emozioni e le paure del nostro autore: fu bloccato a Roma senza avere possibilità di comunicazione con l’esterno, arrestato finì al Regina Coeli, ma, come ci sottolinea G. Morabito nella prefazione, «il momento più grave fu quando egli, il giorno dell’attentato di via Rasella ...corse il pericolo di essere catturato e finire alle Fosse Ardeatine». Con “Anni difficili” la narrazione si estende ad un periodo più ampio: dagli anni del liceo 1934-35 agli anni immedia-tamente successivi alla Guerra. Lo scrittore si accosta con certosina pazienza e commozione al lettore, trattando i più minuziosi dettagli e avvicinandolo a se stesso come un amico. Sia la prefazione di G. Calatabiano che la postfazione di Nino Pafumi elogiano a buon merito l’opera dello scrittore siciliano. Uno stile limpido ed elegante si affianca sia alla narrazione autobiografica sia ai documenti, creando un romanzo-saggio di sensibile bellezza, ma anche di novità narrativa. Con “Forse il destino” giungiamo ad una trama molto più romanzata, ma che leggendo attentamente sembra intrisa di molte caratteristiche autobiografiche. Un romanzo non molto lungo come numero di pagine, ma avvincente ed interessante nel contenuto e nello stile. Tratta l’incontro di due giovani, Simonetta ed Elio, i quali, nonostante le vicissitudini della vita, riescono alla fine forse a rincontrarsi. Come afferma nella prefazione Silvio Papalia Jerace «non è necessario concludere come nelle fiabe: “e si sposarono e furono felici”. Elio e Simonetta sono compresi in quel “forse”» espresso sin dall’inizio dal titolo. L’ultima opera è il saggio “Giardini Naxos”, il quale non smentisce la bravura dell’autore. Tratta l’escursus storico-sociale della prima colonia greca di Sicilia dalle origini sino ai nostri giorni. Lo stesso Nino Pafumi nella prefazione scrive che questo «è un atto d’amore, forse il più intenso e struggente di Giuseppe Scrofani verso la sua terra».