di Enza Conti

La donna del cigno: l’amore segreto di Vincenzo Bellini, romanzo di Santo Sgroi (Ed. Solfanelli, Chieti 1993)

Un romanzo avvincente, quello scritto da Santo Sgroi, che ancora un volta non delude i lettori mantenendo la caratteristica intrinseca di autore sentimentale e verista, i cui protagonisti sono uniti da un forte lavorio psicologico. E di emozioni e suspense particolari di certo ne regala tante il protagonista del romanzo: il grande Vincenzo Bellini, presentato in una nuova veste, non solo come un eroe della musica, ma come un uomo che deve superare mille difficoltà, tra cui quella di non poter mai vivere accanto alla sua donna. Infatti si tratta di una racconto dove l’amore, per natura egoista, si trasforma in altruista, cioè i due protagonisti, il ”Cigno” e la bellissima e ricca Marianna, si sacrificano pur di non far soffrire l’altro. Questo sentimento produce all’interno dell’intreccio narrativo delle pagine avvincenti con l’alternarsi di vicende, ora liete ora tristi, fino alla precoce morte dei due personaggi, uniti finalmente da un atroce e cupo destino.  “La donna del Cigno” non è scritto solamente per regalare qualche ora piacevole al lettore, ma diventa il simbolo di una fascia sociale della Catania dell’800. Infatti Marianna del suo patrimonio economico fa un’arma per portare gloria alla sua terra, come quando decide di aiutare Bellini a diventare un grande maestro e compositore: «Lo faccio soprattutto per campani-lismo, perché i siciliani si facciano onore nel mondo. Che cosa abbiamo meno degli altri?». Una domanda ancora oggi attuale per chi vuole mantenere la cultura tra le pietre miliari dell’Isola. Ma… è bene andare alla fine del romanzo, quando il buon abate Ferrara, filo conduttore della storia, appena compiuto il rito liturgico in ricordo del maestro Bellini, dovrà prendere atto dello spegnimento dell’altra giovane vita, quella di Marianna che dopo aver suonato dolci melodie al suo Maestro, già segretamente  ammalata, si accascia «per aprire (assieme) la porta d’oro, quella della chiesa di via Crociferi, al suo amato». La porta dorata della chiesa, che si apre per un rito triste, non è altro che il simbolo di una nuova vita.

In altre sue opere narrative, come in “La giustizia all’alba” e “La voglia di fragola”, Santo Sgroi presenta il sentimento umano e la forza interiore dei suoi personaggi. Infatti, se pur in un contesto sociale diverso, ecco la storia non facile tra Rico e Rosa, nel primo dei due romanzi, mentre nel secondo sembra trattarsi di una storia come tante altre: l’uomo maturo che si innamora e vuole dare una vita serena alla giovane donna del figlio morto; ma poi invece scopre il triste inganno. Infatti si trattava di una bugiarda e assassina che voleva solo sfruttare un’occasione d’oro.