Il giardino
 
Alza gli occhi al cielo
e fissa la volta punteggiata di stelle ridenti,
ti ricorderanno di me.
Di quelle sere accompagnate dal gracidar
di rane nel laghetto,
tra le ninfee addormentate
e luccichii sfavillanti
in mezzo alle foglie umide, leggere ombre verdi.
Calmo e stanco, sorridevi gentile
e ti lasciavi travolgere un po’ sconquassato.
Il tuo viso gualcito di rughe
ritrovava l’espressione stupita
di tanti anni fa,
quando forse non eri ancora uomo
e una donna graziosa ti confondeva
e i sensi e le idee.
Un giorno tornerò in quel giardino
per rivedere la luce dei tuoi occhi,
pezzi di cielo in un volto di vecchio
e tu riascolterai il cicalio delle mie chiacchiere
infrangere il buio e il poco silenzio
come il tintinnio allegro di nacchere e tacchi
di una ballerina di flamenco.
I nostri cuori per un momento affannati,
ritroveranno un palpitare lieve e contento,
senza scosse, senza tormenti.