di Isabella Michela Affinito

Se parla il cuore di Alfio Spina, una silloge tra passione e poesia  (Ed. Helicon, 2002)

I poeti, si sa,  parlano col cuore, dando corpo sia a immagini e sensazioni, che a domande interiori. Facendo riferimento a questo luogo comune, l’autore Alfio Spina intitola la sua raccolta proprio “Se parla il cuore”. Tra una poesia e l’altra si pongono ogni tanto visioni di una Sicilia antichissima e sono le colonne del Tempio di Giunone con i suoi mandorli ramificati o fioriti e quelle dell’indefinito tempio di Segesta che sorreggono la voce del poeta. I versi parlano di memorie, quasi tra storia e leggenda, e al teatro greco di Siracusa Alfio Spina dedica una struggente lirica, soffermandosi sul concetto del bene e del male, emergenti quasi dalle antiche tragedie con l’effetto della catarsi che ridesta le menti. L’intera poesia è un inno al cielo e alla terra, agli déi di ieri e all’uomo che soccombe al destino. L’autore riconosce in “L’Arte più nobile” che «in principio era l’uomo rozzo e selvaggio», soltanto dopo, affinando le capacità dei suoi sensi e soprattutto alimentando l’anima con le note sublimi del suono e del canto, si accorse di poter ‘volare’, nel senso di poter manipolare l’intelletto fino a distaccarsi dalla fase primordiale che lo aveva accolto. Alfio Spina con interiore passione regala versi bellissimi al suo paese siciliano. Ecco che il suo «balcone fiorito proteso a specchiarsi sul mare» si arricchisce di altri fiori, parole dette per esprimere quell’amore campanilistico tipico di chi ha compreso bene le proprie origini. La prefazione di Lia Bronzi anticipa al lettore una realtà in cui l’armonia e la serenità, anche se velate da una sottile malinconia, sono protagoniste e si trasformano in una creatività che produce echi, gemme e perle di pura poesia. La Bronzi presenta una Sicilia tra uomo-natura e in un certo qual modo svela già le intenzioni dell’autore che si dividerà tra cielo e terra, tra “Stelle propizie” e “Fiori di mandorlo”, notando anche che alcuni dei suoi temi traggono spunto dalle percezioni del cuore.