di Iole Tuttolomondo

Traiettorie di uno stelo di Imperia Tognacci: un inno alla vita (febbraio 2001)

Per cogliere il “dettato poetico” di Imperia Tognacci, ho esaminato in modo approfondito, il testo “Traiettoria di uno stelo”. Dai dati raccolti ho rilevato una saviezza plausibile perché è un inno alla vita. Imperia con la sua poesia stimola il lettore a non cadere nel pessimismo, quando la quiete viene turbata dai mali liberati dal mitico vaso di Pandora. Forti sono i suoi messaggi! Ne cito alcuni: «argina ciò che getta ombra...», «...apri una fessura che illumina», «...ritenta la salita...», «la quiete ritorna dopo la tempesta», «...ritmavo le ore di una sgualcita quiete... per ridisegnare la speranza», «il burattino faticò per diventare bambino». Sono versi che parlano da soli, perché nati dal cuore di Imperia e pertanto arrivano al cuore del lettore lasciando in esso una scia luminosa. La grande educatrice, con la sua straordinaria altezza poetica, indirizza la volontà umana a considerare il male come «evento passeggero e a sublimarlo contemplando le bellezze del creato». Lo sguardo si muove negli spazi dei pensieri, poi si abbandona al paesaggio che dipana negli umori del cielo. In Imperia Tognacci è forte l’amore per la sua terra, per i familiari e per la natura; in ogni elemento del creato vede un’anima che ardentemente desidera liberarsi dal buio. I semi in solchi genuflessi, attendono le campane sciolte per tornare alla luce. L’autrice, richiamando alla memoria vissuti soggettivi e oggettivi, luoghi a lei cari e costumi di vita, nutre il suo animo; tuttavia è consapevole che la polvere “sciacallo del tempo” distrugge tutto; allora cerca e scopre, come Pascoli e tanti altri poeti, il mistero che ci avvolge tutti quanti, e gli dà l’espressione e la vita. Questa espressione e questa vita è la poesia: «Quel che rimane è la memoria storica, riplasmata in poesia che tutto trasfigura in immagini di suggestiva bellezza».