di Lucia Grazia Nicotra

Baldassarre Turco: Memorie di un adolescente

Immagini, voci, sapori e odori della Sicilia del dopoguerra si presentano a chi si immerge nella lettura delle indelebili ‘memorie dell’adolescente’ di Baldassarre Turco. Antichi ricordi, vecchie emozioni e sensazioni per una lettura piacevole e scorrevole, che invoglia a sfogliare una pagina dietro l’altra per ricordare o riscoprire ‘genetiche’ percezioni, ataviche leggi di un popolo, di una terra, e del sud Italia.  ‘Mentore’ lo definisce il prof. Diego Termini nella prefazione al libro, e sicuramente con Baldassarre Turco la Ravanusa del secondo dopoguerra ha trovato il suo cantore, «colui che ne ha fissato la vita con i suoi aspetti più caratteristici, più tipici, più particolari». Un omaggio alla storia e alle reminiscenze di una «infanzia bruciata ma piena di indimenticabili ricordi» narrata con uno stile veloce e privo di costrutti elaborati e ricercati, per offrire uno scorcio degli anni cinquanta visti con occhi da bambino prima e da adolescente dopo. Protagonista di questo breve excursus l’Autore che, rimasto orfano in tenera età, vive con le sorelle, i fratelli, le loro mogli e i nipotini, e che ricorda (descrivendo tutto in prima persona) gli anni delle scuole elementari fatti di studio, ma soprattutto di giochi più o meno legali, partite di calcio e ping-pong con gli amici della periferia del quartiere della Matrice (dal nome della chiesa madre del paese). Piccoli episodi incorniciati da avvenimenti storici troppo lontani e poco importanti per dei ragazzetti pronti a far botte per un nonnulla e poi ligi al dovere di chierichetti la domenica! Ben presto, però, le prime necessità e preoccupazioni si affacciano nella vita del piccolo Baldassarre. Finite le elementari con una buona pagella si presentava, infatti, la possibilità di andare alle medie, ma chi lo avrebbe preparato senza soldi agli esami di ammissione? Forse l’Arciprete, ma questi , anticomunista per eccellenza, aveva chiesto che uno dei cognati della famiglia, Salvatore, comunista sfegatato, cambiasse bandiera, andasse dalla sua parte, o meglio ‘si convertisse’, come diceva lui con termine ecclesiastico. Naturalmente ciò non avvenne e all’esame di ammissione il piccolo Baldassarre fu respinto. Andò, dunque, all’Avviamento, la scuola dove si imparava un mestiere, «dove andavano tutti i ragazzi poveri… continuavo a seguire ciò che il mio destino mi aveva designato fin dall’inizio della mia esistenza: nascere in una famiglia povera, crescere in un quartiere di periferia, andare in una scuola di poveri. Tutto in piena regola!».

Ma ecco che la vita, ricca di imprevisti, presenta al giovane Baldassarre, la possibilità di andare ad ottobre in collegio, dove avrebbe potuto fare «una vita da cristiano e ricevere una buona cultura». Un traguardo cui l’autore si era posto di arrivare, ma anche il limite massimo perché certo non si sentiva di farsi frate. L’estate però la trascorse a raccogliere spighe e poi con tutta la famiglia a far la gabella di un campo di mandorle per racimolare qualche lira per fare il corredino da portare in collegio. Sacrifici, rinunce, fatiche negli anni più belli di un ragazzino, che possono sembrare assurdi a tanti adolescenti dei nostri giorni ma che rappresentavano e rappresentano la cruda realtà per tanti giovani siciliani. «Quattro settimane di duro lavoro (andato a male perché non rese un soldo ma anzi portò al fallimento per alcuni), e di una intera annata agraria – afferma il prof. Diego Termini – sono descritti col cuore e con l’anima e basta solo questo per legittimare la fatica letteraria di Baldassarre Turco che senz’altro merita un plauso». La narrazione si conclude con la descrizione del collegio, dei docenti e dei nuovi compagni, ma con il cuore sempre al passato e ai vecchi amici, dei quali riporta le lettere di auguri inviate a Natale. Un episodio commovente, una descrizione carica di pathos e ricca di sentimenti, per ricordare e rivivere momenti del passato, ma che, soprat-tutto, fa riflettere su condizioni simili, se non peggiori, che altri fanciulli sono destinati a subire nel mondo.