Il costume maschile tresnuraghese si può considerare uno dei più
belli della nostra isola: berretta e giubbone rosso magenta, camicia bianca con
ampio colletto, gonnellino nero orlato di rosso, calzoni bianchi sbuffati,
cinturone e gambali di pelle naturale.
Del costume da lutto, in uso fino all'ottocento, abbiamo notizia dal 1628
perché don Antioco Manca di Tresnuraghes ne fa una breve descrizione nel suo
testamento.
Il costume ordinario, usato fino a qualche decennio fa, era ben diverso da
quello di gala: lo componeva la solita berretta nera, comune camicia bianca con
semplice colletto a girocollo, giubbotto nero con corpetto senza maniche,
comuni calzoni dello stesso colore.
Nel dizionario del Casalis si accenna anche ad un altro elemento del costume -
il cojetto - specie di giubbotto di pelle che si indossava durante la stagione
invernale.
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Il costume femminile di Tresnuraghes |
Il costume maschile di Tresnuraghes |
A differenza dell'antico costume maschile, quello femminile
potrebbe aver subito qualche modifica anche in tempi relativamente recenti.
E' giunto fino a noi grazie al ritrovamento d'un esemplare, seppure incompleto,
risalente ad oltre un secolo fa. Quest'elegante costume è formato dal
fazzoletto di broccatello di seta nocciola, a roselline rosse con foglie - che
incornicia mirabilmente il viso - con le cocche ripiegate sotto il mento.
La candida camicia è di tela battista con ampia scollatura, decorata con pizzo
San Gallo; la bottonatura, di madreperla ha il primo bottone in filigrana
d'argento; il giropolso, pure decorato con pizzo, è fornito di asole e chiuso
con gemelli in filigrana d'oro.
Il giubboncello, di broccato nero, è allacciato, aderente, senza maniche (una variante
ha le maniche con ampio spacco, è agganciato e coi polsini abbottonati,
guarnito di pizzi e merletti).
Anche il grembiule è di broccatello di seta, generalmente azzurro o nocciola,
senza tasche, alto quasi quanto la gonna, col motivo floreale ripreso dal
fazzoletto.
Semplice, senza pieghe, è la lunga gonna di panno nero. Anche le calze e le
scarpe sono sul nero.
Pagina creata da Claudia
Siotto
Testo e
disegni tratti da "Il paese dei tre nuraghi" di Francesco Dessì