La pietra nera di Tresnuraghes

Non lontano da Tresnuraghes ci sono tre macigni con la forma di due buoi guidati da un uomo. Gli abitanti della zona li chiamano la pietra nera e raccontano che si tratta di un contadino pietrificato insieme ai suoi animali mentre arava la sua terra.

Si stava infatti celebrando la festa di S.Marco e, quando la processione passò di fianco al campo, il contadino non vi fece nemmeno caso. Quelli della processione, allora, gli dissero che avrebbe almeno potuto levarsi il cappello in segno di rispetto. Lui si rifiutò: "Tanto è solo un pezzo di legno" disse, ma non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole che lui e i due animali furono tramutati nei tre macigni chiamati, appunto, sa pedra niedda (la pietra nera).

La leggenda de "Sa labia e' Santu Marcu"

Spesso l'arrivo dei pirati dovette provocare tra gli abitanti della costa sarda, un tale sgomento da indurli a fuggire per salvare i loro averi nascondendoli: le leggende sui tesori nascosti che fioriscono un po' dappertutto, in nessuna regione sono così numerose come in Sardegna: la leggenda de "Su siddadu e' Santu Marcu" (il tesoro di San Marco) è legata quindi, in qualche modo, al fenomeno della pirateria saracena.

La chiesa del santo sarebbe stata costruita con i soldi salvati dalle razzie dei mori. Riproponiamo la leggenda, detta anche "de sa labia e' Santu Marcu" (la caldaia di San Marco), seguendo la trascrizione fattane da Gino Bottiglioni in "Vita sarda" nel 1925.

"A Tresnuraghes, una volta, c'era una grande donna che si chiamava Rosa. Si sposò che ormai era già vecchia con un uomo di nome Giosuè. Una notte le apparve in sogno San Marco e le disse di recarsi in un certo luogo portando con sé un essere animato (il cane o il gatto). La donna non raccontò il sogno al marito e la notte successiva, credendo che egli dormisse, si levò piano, prese il gatto e si diresse verso il luogo indicatole dal santo. Ma il marito non dormiva; si levò a sua volta e la seguì portandosi dietro il bue. Giunta nel luogo indicato, la donna vide comparire improvvisamente una schiera di uomini vestiti di bianco e, in mezzo a loro, una enorme caldaia (labia) piena di soldi. Lanciò il gatto nella caldaia e gli uomini scomparvero. Già rimpiangeva che non fosse con lei il marito per aiutarla a trasportare a casa tutto quel ben di Dio, quando sentì una voce alle sue spalle che gridava: - Eccomi! La donna si spaventò a tal punto che le rimase la bocca storta. Ma presto riempirono le bisacce e, caricatele sul bue, rientrarono in paese. Siccome il santo le aveva detto nel sogno di costruirgli con quei soldi una chiesa, dopo un po' di tempo, la chiesa venne eretta e con essa altre case a fianco, una per gli "obreris", una per il priore ed altre, più piccole, per i confratelli. Da allora tutti gli anni, il 25 aprile, si celebra a Tresnuraghes la festa di San Marco".

Pagina creata da Marco Centofanti

La leggenda de "Sa labia e' Santu Marcu" è stata tratta da "Il tesoro di S.Marco" di Billia Muroni.

 

Torna alla Presentazione