Calanques
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Per festeggiare
l'addio al celibato di Stefano, abbiamo deciso di trascorrere l’ultimo
week-end del secolo del 1° maggio in quel di Cassis, luogo ameno
altrimenti conosciuto come l’inizio delle Calanques,
scogliere a picco sul mare dai contorni talmente sinuosi che se avessimo
avuto un panfilo come si deve a quest’ora saremmo ancora ancorati là.
Il primo convoglio, capitanato da Stefano (l’infame che non ha mai divulgato le bellissime foto fatte alle marsigliesi in topless che arrampicavano, vabbe che era il suo addio al celibato ma...) è formato da Spezia (che non ha mai smesso un momento di decantare le doti culinarie e non della mamma) e Flo (che non si capisce bene quanti giorni di ferie abbia all’anno, ma comunque non bastano mai), parte in anticipo per gettare le fondamenta di quello che sarebbe stato il nostro campo base per tre vivissimi giorni. Il secondo convoglio, capitanato
da Augusto alla testa di una solidissima Ford Fiesta , è formato
da Paolo (gli occhi scintillanti per un’esperienza nuova anche per un nonno
come lui) e Christian, come al solito in ritardo per il solito motivo
che non interessa a nessuno. Una fantastica partenza sapendo che il campeggio
era a Cassis, senza però sapere dov'era Cassis e con l'atlante stradale
che copriva fino a Nizza.
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Arriviamo in campeggio verso l'una
di notte per un culo spaziale, il resto della serata trascorre lieta tra
il coma generale, l’atmosfera da cow-boy intorno al fuoco (in realtà
era un fornello elettrico con una padella ormai vuota….il progresso fa
miracoli…) e la suddivisione dei posti tenda a disposizione.
La neo-cordata Augusto-Cricchetto
(Christian) rischia di incrinare subito la propria intesa per l’incompatibilità
notturna tra i due: uno ci sente troppo bene anche quando dorme (abituato
com’è da anni a leggere Tex che dorme con un occhio e orecchio solo)
mentre l’altro, non pago della fatica che ci avrebbe atteso il giorno dopo,
decideva di impegnarsi in una gara da taglialegna. Risultato: Cricchetto
dorme fuori della tenda al chiarore della luna e delle stelle.
Ah sì, in teoria avrei dovuto fare un resoconto delle vie percorse in quei tre giorni e invece mi sto dilungando troppo nei preamboli (in effetti mi succede raramente…). Allora tagliamo corto e partiamo dal primo giorno: settore di En – Vau e via di quinto grado (col c…..) giusto per scaldarci le membra indolenzite (e fottercele in meno che non si dica!).
Via X (non mi ricordo più come si chiama)
Attacco alla parete in corrispondenza
di un piccolo diedro, buona assicurazione, niente per le mani e poco per
i piedi e per di più tutto unto. In un modo o nell’altro siamo arrivati
in sosta (circa dieci spit lungo la fessura del diedro) e abbiamo festeggiato
il nostro battesimo dei gradi e delle vie francesi.
Se abbiamo fatto questo possiamo
fare anche il resto,dice il sagio, quindi avanti con un traverso e una
parete di calcare che richiede un minimo di “gesto atletico”. Passato il
timore iniziale, superiamo brillantemente anche il terzo tiro che costringe
su una cresta esposta ma ormai il più è passato e quando
la vetta è vicina, si cominciano a vedere le prime bucce di arancia
che volano giù dalla parete, Spezia
e Flo sono già arrivati….riposo meritato.
La parte più difficile della via in realtà è la discesa, metà sentiero di capre e metà doppia ad un albero che non ne può più di essere strangolato. Rientro alla base della via, bisognino e arrivo alla spiaggia della splendida caletta, dalla quale si ha sott’occhio tutte le cordate dei dintorni, Augusto si sdraia sulla spiaggia per guardare meglio e in men che non si dica attacca con la resega.
Magari non ce lo meritiamo ma siamo in vacanza e quindi fuori il salame e formaggio per dare sfogo alle nostre voglie di mezzogiorno. Lo Spezia comunque non è del tutto convinto della coerenza dei gradi delle varie vie che ci contornano e si cimenta con il Cricchetto su un monotiro di 6a+ che risulta essere quasi più facile del tiro iniziale della via. Forse abbiamo sbagliato qualcosa….
La giornata però non è finita, anzi il bello deve ancora venire: via di quinto grado con un 6a+ iniziale (in artificiale, altrimenti sarebbe stato ABO IV ED XXX) a picco sul mare: Via "Doigt de Dieu Integral". Percorriamo un sentierino che si snoda lungo l’insenatura per arrivare ad una placca a bordo mare dove chi si sdraia è perduto (cocco sicuro con giornata soleggiata, vero Spezia e Flo?). Invece i nostri eroi, gli altri, decidono che è arrivato il momento di mettersi alla prova e dopo aver provato l’attacco frontale, la lolotte, l’appoggio del piede scarico, la spinta con presa per il culo nonché la magnesite miscelata con l’Attak, spuntano due miracolosi cordini e nella più perfetta delle tecniche di artificiale, il passaggio è superato (al glorioso Augusto l’onore di provare il passaggio in libera dopo aver tolto tutto il materiale: non male, eh?).
La sosta (S1)
è angusta, ma ciò rende i sentimenti (e gli odori) delle
due cordate ancora più intensi e vivi, sembra di essere in alta
montagna, invece 30 metri sotto c’è un mare dai colori più
disparati.
Il secondo, terzo e quarto (III
max) tiro è abbastanza facile, attenzione ai piedi in alcuni punti
dove rimane un po’ di terriccio e via alla sosta .
Il quinto tiro è fantastico,
V / V+, parete di calcare quasi liscia e una linea invisibile marcata dagli
spit che porta direttamente in cima a quello che poi scopriamo essere un
monolito (in cima si sta a cavalcioni della cresta). Vengono voglie infinite
ad ammirare le pareti di fronte, frugare ogni singolo metro di questa insenatura
dove il mare si infrange contro le rocce. Un sorriso reciproco in cima
basta per confermare il completo appagamento raggiunto. E’ meraviglioso,
come solo da una cima può essere, quindi chi l’ha vissuto sa, e
chi no….che cominci ad arrampicare, non è mai troppo tardi. Urliamo
la nostra gioia a squarciagola per attirare l’attenzione di Spezia e Flo
che se ne stanno sdraiati in spiaggia, non ci sentono.
La discesa in corda doppia viene saggiamente condotta dai nonni , per evitare che recuperando le corde si possano impigliare nell’unico cespuglio cresciuto in mezzo ad una via di 6b/c (forse tra qualche anno, OK?).
A questo punto non rimane altro che
riordinare il materiale, le idee e tornare alla base con nel cuore la soddisfazione
di aver vissuto veramente…..forse anche troppo per Augusto, visto lo svenimento
passeggero sul sentiero di ritorno….ma si sapeva già che Marta non
sarebbe stata lontana…..anche se di solito è la madre ad avere problemi.