Primi salitori:
Giovanni Gandini, Renzo Galbiati, Vittorio Gerli nel giugno del 32
Materiale al seguito:
8 - 10 rinvii, scaletta di corda. la via è complessivamente ben
chiodata
Siamo all'inizio dell'estate, in
programma la Via dei Morbegnesi e per riaccostarci alla montagna dopo un'inverno
di palestra e falesie decidiamo di fare una via classica nella Grignetta
meridionale.
La compagnia è formata da
io (Augusto), Paolo, Christian, Max e la scelta cade sulla Via Gandini.
Io come Christian non conosco nulla
della via e nella sommaria descrizione fatta da Paolo, particolare enfasi
viene data ad un passaggio in artificiale (bene penso io finché
c'è da tirare....).
Raggiungiamo il Torrione del Cinquantenario
per il sentiero dei Morti, ci avviciniamo all'attacco proprio mente una
nuvola bassa ci avvolge, che freddo.
Formiamo le cordate, io con Christian
e Paolo con Max.
Paolo attacca la via salendo
lungo una bella fessura , io lo segue a breve distanza. L'arrampicata è
atletica e ci riscalda. Arrivato alla S1, guardando sulla destra,
vedo la pancia di roccia superata da li a poco con l'ausilio di una
scaletta di corda.
Superato il salto (per ultimo !!)
e recuperato il solito chilo di materiale, salgo per una parete verticale
con una serie di prese rovesce sulla sinistra, unte come si addice ad una
vera "classica", raggiungo la S2. Continuo non senza fatica lungo la paretina
ben appigliata che porta ad una splendida sosta aerea: la S3. Intanto Paolo
è partito obliguando verso sinistra ed affianca un evidente dente
di roccia. Ancora qualche passo e traversa decisamente sulla destra su
una placca molto delicata, si vedono i vecchi chiodi degli apritori:
alla faccia degli spit !!. Saltato sul pulpito di roccia, piazza la S4.
Meeting sulla via da prendere: Max
sostiene che la via si raccorda con la normale del cinquantenario, Paolo
che continua dritta verso lo strapiombo sotto la vetta. Io e Christian
ignoranti, ascoltiamo!
Riparte Paolo, sale agevolmente
lungo una rampa sulla destra quindi con un rapido gesto si butta sulla
normale e sbuca in vetta. Max parte ed io lo seguo, giunto al bivio, vedo
Max che si fa calare vuole provare lo strapiombo che supera con eleganza.
Io ingannato dalla facilità della sua salita, mi butto sulle sue
orme per poi rimanere incastrato con la corda in mezzo al passaggio chiave.....
Meno male che dalla cima mi sentono e mi calano una corda con la quale
scendo, libero la corda e ripiego sulla più "sicura" Normale.
In cima nonostante la nuvolaglia,
lo spettacolo sul lago è stupendo... due chiacchiere con la cordata
che è salita da "Il fantasma della libertà" e poi via giù
in doppia verso la base e la conclusione di questa giornata con nello zaino
una certezza: l'ignoranza è meglio lasciarla a valle... o restare
con lei.
descrizione
grafica della via |
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