Sfinge
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Primi salitori: P.Botta, F.Bottani, G.Dell'oca, A.Passerini, L.Romeggialli il 20/08/64 (anno mitico)

Materiale al seguito: almeno 8 rinvii, qualche friends. 

Partenza da Milano il venerdì pomeriggio con tende e scamorza nello zaino. Il gruppo è formato da me (Augusto), Christian, Paolo e Spezia. L'idea è quella di campeggiare liberamente ma dopo la ricca e comoda pizza mangiata a San Martino e non senza lancinanti dubbi decidiamo di mollare il deca e pernottiamo nel campeggio che si incontra lungo la strada per Bagni di Masino.

Sveglia alle sei, ...... colazione e via in macchina per raggiungere i Bagni di Masino da dove parte il sentiero che passando per il rifugio Omio, ci porta all'attacco della via.

La giornata non è certo delle migliori, nuvole basse ci nascondono il panorama e la vetta, fa decisamente freddo e Christian pur avendo un quarto di sangue austriaco, soffre molto.

Formiamo le cordate, io con Paolo, Christian con Spezia e attacchiamo la via come l'armata Branca leone. Alla fine del primo tiro, ci fermiamo e facciamo il punto della situazione materiale visto che non era stato fatto all'attacco: ridistribuiamo e finalmente si riparte con lo spirito e la concentrazione adatta per affrontare la via.

Le prime quattro lunghezze senza particolari difficoltà, ci impegnano in una divertente arrampicata lungo una serie di diedri-camini Foto. Christian mi precede e soffre ancora, con Paolo decidiamo di superarlo unendo la seconda e la terza lunghezza in un unico tiro di corda (55m) . L'arrampicata è divertente, il granito magnifico, peccato il sole....

Dalla S5 si obliqua verso sx su placche, la via in questo punto non è proprio evidente e la distanza tra la s4 e la s5 non supera i 20 m. Continuando su placca compatta superiamo  un tettuccio a lame con un passaggio dove bisogna fidarsi dei piedi (il sole !!! Christian si sveglia dal letargo e da il solito spettacolo) si esce su una ampia cengia dove ci si attrezza per supeare le ultime due lunghezze, il vero capolavoro di questa via. Parte Spezia e dopo  10 m circa, si trova ad affontare il tiro di A1 Uscita della via dei Morbeggesi. La tentazione  di concatenare il passaggio in libera  lo solletica (in effetti visto da sotto non sembra proprio irresistibile), presto però ripiega su una più sicura serie di fettuccioni che lo porta leggero come una libellula alla S7. La sosta è fatta da un chiodo su cui Spezia è costretto ad assicurarsi in una posizione che non presenta nulla di umano e mi costringe nella parte del salame proprio sul tratto di artificiale fin quando tutti mi hanno superato (azz.. la schiena !).Riguardando lo  schizzo mi domando se  non sia il caso di saltare la s7 per  continuare  oltre il tetto fino alla s8. Comunque, superata con atletica arrampicata (santa scaletta di corda) anche il tetto finale si esce sulla sommità della via dove poco a valle è presente un grosso chiodo di calata che con una doppia da 50 metri, ci  vi fa guadagnare la base della parete opposta dove ormai il famoso nevaio è praticaminte scomparso.

Descrizione grafica della via
 


 
 

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