Orchidee spontanee dell’Appennino
 

Per la maggior parte delle persone le Orchidee sono fiori esotici o comunque stravaganti, che si possono ammirare nelle vetrine dei negozi di fiori o negli orti botanici oppure nelle serre degli amatori appassionati. Pochi sanno che le Orchidee si possono anche trovare allo stato selvaggio in Europa, sotto forme e colori estremamente variegati. Questa miniguida si propone di familiarizzarvi con le Orchidee delle nostre regioni. Quando si parla di orchidee, riesce difficile distogliere il pensiero da quelle immagini cui ci ha oramai abituato un certo tipo di pubblicità, non solo, ma anche abitudini radicate da tempo in quasi tutti noi: ad esempio il dono alla donna amata di una bellissima orchidea coltivata, che non sappiamo né da dove viene, né tantomeno che nome ha (l’orchidea, beninteso).

Questa discutibile abitudine è solo per fortuna, degli uomini, e nemmeno di tutti. Ma lasciando in disparte le orchidee più note, che sono quelle tropicali degli ambienti umidi, nelle foreste tenebrose, vediamo di dare un piccolo contributo alla divulgazione delle orchidee indigene, che non sono vistose come le extraconfinentali, ma, pur se in piccolo, hanno comunque una bellezza altrettanto interessante. Basta saperle guardare.Dove cercarle? Gli ambienti sono vari e tanti, ma vanno eliminati i luoghi antropizzati: i più indicati sono i versanti soleggiati e aridi, ma certe specie si rinvengono solo nei boschi freschi e umidi. Delle circa 25000 specie che occupano la terra (stima provvisoria, nel libro di Luciano Bongiorni “Le orchidee spontanee del Piacentino” si parla di 25000 specie e di 700 generi) oltre un centinaio sono presenti in Italia, e si rinvengono dal livello dei mare fino ai 2500 metri delle Dolomiti. Il nome orchidee deriva in particolare dal genere Orchis (presente con 5 specie nel manuale) il quale ha l’apparato radicale - i tuberi - che assomiglia ai testicoli umani. Questo ha fatto sì che in passato venissero accreditate di poteri afrodisiaci, e mangiate: non so se con risultati soddisfacenti.

Oggi questi fiori, allo stato naturale, hanno parecchie difficoltà a sopravvivere: i luoghi lasciati a riposo dalla mano dell’uomo sono sempre meno, e ancora meno quindi per le orchidee che hanno un ciclo biologico complicato e spesso lunghissimo. Nel caso del genere Spiranthes, il seme può germinare soltanto se nel terreno è presente il micelio di un microfungo appartenente al genere Rhyzoctonia, ed è una relazione che dura molti anni. In altre specie il processo è diverso, ma sempre di lunga durata: è evidente che tale corso ha probabilità di compiersi solo nei luoghi adatti, e lasciati a riposo naturale. La Regione Emilia-Romagna, con la Legge regionale n° 2 del 24 gennaio 1977, sulla salvaguardia della flora spontanea, ha inserito nell’elenco delle specie protette anche le orchidee: perciò ne è vietata la raccolta.

U.F.

 

William Vivarelli Umberto Fusini, Orchidee spontanee dell'Appennino bolognese Monzuno 1995, lire 5.000