Il Castiglionese di fine Ottocento
 

Appunti e note nel ricordo della prima festa degli alberi

 

La ricorrenza del Centenario della prima Festa degli Alberi in Emilia Romagna, che si svolse a Castiglione dei Pepoli il 27 agosto 1899, stato il motivo ispiratore di questa pubblicazione che nasce quale riflessione critica sugli aspetti della vita castiglionese alla fine del secolo scorso e sui luoghi in cui tale celebrazione fu ideata e si svolse. Si voluto cos ricostruire il quadro storico, socio-economico, urbanistico e ambientale del territorio castiglionese di fine Ottocento e dei suoi riferimenti con la realt appenninica circostante: lo scenario di fondo la nuova Italia uscita dal processo di unificazione e le nuove aspettative create dalla rivoluzione industriale nel contesto sociale e culturale dell'epoca. La prima Festa degli Alberi in Emilia Romagna, svoltasi a Castiglione, volle essere la rappresentazione, concreta e simbolica al tempo stesso, di questa nuova idea di sviluppo che tendesse ad equilibrare la conservazione della natura con l'inarrestabile affermarsi della moderna tecnologia.

, in definitiva, il racconto di un momento storico particolare, a cavallo dei due secoli, che incise profondamente sulla mentalit e sulla cultura di un piccolo paese montano, eletto a simbolo di nuovi equilibri tra Uomo e Ambiente. Il tema in s molto articolato e complesso ed avrebbe richiesto ben altro approccio che non una semplice raccolta di dati e notizie sul territorio presentati sottoforma di note e appunti; pur tuttavia, si vuole considerare questo contributo come un primo passo verso un'approfondimento pi documentato e completo riguardante la storia recente di questo paese appenninico; ne scaturisce un ritratto sintetico delle sue origini agli albori di quella societ industriale che lo avrebbe, nel breve tempo di un secolo, cos profondamente e radicalmente trasformato.

 

 

Alla visione romantica degli escursionisti di fine '800 che colgono lo spirito del luogo e ne vengono affascinati e rapiti, si contrappone la situazione di miseria e arretratezza della popolazione locale. Si evidenzia lo stridente contrasto tra la ricchezza ed il lusso del nuovo Stabilimento Elettroidroterapico paragonata alla semplicit ed essenzialit del casolare montanaro, cos bello per chi viene da fuori, ma cos duramente sudato per chi l'ha dovuto costruire pietra su pietra, sacrificando il poco tempo libero dal lavoro dei campi; tutto incorniciato da un'ambiente boschivo tanto rigoglioso e imponente, perch solo cos curato ha potuto garantire anche alle precedenti generazioni la sopravvivenza in queste difficili condizioni ambientali.

L'apertura della nuova strada provinciale che tolse Castiglione dal suo isolamento secolare spalanc nuovi orizzonti sul passato e sul futuro. Durante gli scavi per la sua costruzione vennero alla luce preziosi reperti archeologici di antiche tombe: anche il sonno dei morti si infranse al frastuono del progresso che, inesorabilmente, avanzava. E il prodigio della nuova scienza illumin per la prima volta Castiglione: la luce elettrica rischiar gli ultimi anni del secolo oscurando, poco alla volta, quella civilt contadina e montanara fatta di tradizioni, cose e ritmi semplici, ma ormai avviati ad essere velocemente superati. Scrivere queste pagine stato, soprattutto, riscoprire un mondo, piccolo, antico; stato ritrovare ancora i segni della sua presenza in alcune strutture architettoniche, in documenti ormai ingialliti, in foto d'epoca che ci raccontano ancora i fatti e le emozioni, ma che allo stesso tempo ci ammoniscono a non perdere il senso della nostra tradizione e della nostra storia, per non svegliarci, un giorno, in un paese che non sentiamo pi nostro. Luciano Righetti

Daniele Ravaglia

L. Righetti, Il Castiglionese di fine Ottocento, Savena setta Sambro Monzuno 1999, 300 pp., L. 25.000.