Il territorio della Trexenta è il risultato della
sedimentazione dei materiali dei monti del Gerrei su un
basamento di rocce paleozoiche emerse dal mare e dalle
manifestazioni vulcaniche effusive e intrusive verificatesi
nell'era cenozoica.
Caratterizzato da un'area prevalentemente
pianeggiante, la Trexenta presenta dei rilievi montuosi
interessanti solamente nei territori di San Basilio e Siurgus
Donigala. Questa zona è caratterizzata da una vegetazione
tipicamente mediterranea: cisto e corbezzolo.
L'ampia zona pianeggiante della Trexenta è
caratterizzata da un terreno fertilissimo che si presta alla
coltivazione del frumento, barbabietole da zucchero, vite e
ulivo.
Approfondimento (da
Senorbi2000):
L’origine geologica del territorio di Senorbì
è da ricondurre prevalentemente al complesso sedimentario
miocenico caratterizzato dalla alternanza di calcari marnosi,
marne, arenarie, arenarie marnose. Tali rocce hanno una
giacitura generalmente sub-orizzontale con strati di spessore
variabile e di compattezza diversa a seconda del tipo. Pur
essendo i vari tipi litologici alternati fra loro con grande
frequenza, si nota che le marne, con calcari ed arenarie marnose
subordinate, sono prevalenti in tutta la zona collinare compresa
tra i comuni di Guasila Selegas e Senorbì.
Le arenarie marnose sono invece più frequenti
a sud di Senorbì fino al Riu Mannu di Barrali.
Alla maggior o minor prevalenza dell’uno o
dell’altro tipo litologico corrisponde anche una morfologia
diversa anche se, a prima vista, il paesaggio sembra uguale, cioè
formato da colline di modesta altitudine, con lievi pendenze in
tutte le direzioni, modellate dai fenomeni erosivi.
Tale paesaggio é caratteristico della
Trexenta e della Marmilla.
Nella zona a marne prevalenti si notano,
sopratutto quando sui fianchi dei rilievi affiorano strati più
calcarei di una certa mole, pendici con forte acclività per lo
meno sul lato della collina ove tali strati divengono prominenti
ad opera dell’erosione selettiva che asporta con maggior
facilità la marna che non calcare. Ne consegue pertanto che le
colline hanno una forma asimmetrica con fianchi assai ripidi da
un lato e viceversa molto dolci dall’altro.
Dove le arenarie sono presenti in maggior
quantità i rilievi sono più modesti, più livellati e spianati
nelle varie direzioni. Si tratta quasi sempre di arenarie a
cemento molto labile, di facile alterazione, poco coerenti tanto
che in alcuni punti esse sono completamente disgregate tanto da
consentire in passato l’apertura di cave.
Sulla destra idrografica del Rio Mannu e del
Rio S. Teru si possono osservare lembi residui di un antico
terrazzo che si estende anche sulla sinistra di tali corsi
d’acqua.
Esso é posto ad una altezza superiore di 15 -
20 m rispetto all’attuale letto del fiume e corre parallelo ad
esso occupando una striscia di terreno di larghezza mai
superiore ai 400 - 450 m. Tale terrazzo é molto smembrato, eroso
e spesso ridotto a pochi ciottoli sopra i terreni derivati dalle
arenarie.
Il ciottolame é costituito prevalentemente da
arenarie scistose, molto dure, da quarziti, porfidi presenti
nell’alto bacino del fiume; generalmente esso è ben
arrotondato e le sue dimensioni sono grossolane.
Lo spessore di questi sedimenti é quasi
sempre debole e nelle aree ove affiora non supera i 2 - 2,50 m. Lungo i corsi d’acqua che
drenano tutte le zone collinari, si riscontrano alluvioni
recenti generalmente di limitata estensione e quasi sempre prive
di materiali molto grossolani. Nella parte più depressa di
tutta l’area, fra Senorbì Ortacesus e Guasila tali alluvioni
sono più estese occupando il piano vallivo ed accostandosi a
nord e ad est alle colline del complesso miocenico. In questa
piana alluvionale, si formavano, prima della bonifica, estesi
impaludamenti.
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