Sommario Festival di Yula
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Yula: la sostanza mescolata
Entra perciò con lui nel sacro fonte
Che rigenera i sensi e li sublima
Ma guarda avanti e non voltar la fronte,
Che il Drago della carne non ti opprima
(Zoroaster, 1236) |
Svelare
Fino ad ora abbiamo sempre presentato
i Festival usando il simbolismo
tradizionale, molto ermetico, che
nascondeva la conoscenza dietro complesse allegorie di non agevole
interpretazione. Questa tradizione, come abbiamo visto più volte, ha
origini molto antiche ed emblemi come il Serpente, l'Aquila,
il Mercurio filosofale,
le fasi al Nero,
al Bianco
e al Rosso,
si ritrovano, identici, presso ogni cultura esoterica di ogni tempo e
paese. È giunto però il momento di
rinnovare
questo linguaggio e di esplicare
in modo chiaro, perfettamente intelligibile a tutti, il significato più
segreto di queste antiche dottrine.
Con questa nota inizieremo un
percorso che ci porterà ad una nuova visione dei vecchi simboli
esoterici, e ci permetterà di meglio capire il reale processo evolutivo
che ciascuno di noi compie eseguendo i Festival dell'Anno Magico.
L'Era
dell'Acquario è
cominciata e la Scienza Esoterica
deve evolversi di pari passo.
Abbiamo visto come, secondo gli
antichi filosofi, queste sostanze interagivano tra di loro, si
mescolavano, si purificavano, si trasformavano in altre mutando la loro
natura, fino a dare quel frutto prezioso che è stato in vario modo
chiamato: elixir, oro filosofale,
pietra, loto dai mille petali e con molti altri nomi presso le più
diverse culture di ogni tempo e paese. La più grossa difficoltà, però,
fu sempre quella di trovare un preciso
riscontro materiale
o anche solo spirituale di queste sostanze. Cos'è, insomma, la materia
della nostra Opera? Cosa succede realmente? Compito di questa e delle
prossime note, sarà appunto di quello di svelare definitivamente tutti questi simboli,
liberandoli dalla polvere dei secoli, e di dare a loro un contenuto
concreto e preciso.
Secondo la dottrina esoterica, lo scopo principale dell'uomo su
questa terra è di raggiungere dapprima l'invulnerabilità, spirituale e
materiale, e, quindi, di aspirare all'infinito.
La sua rappresentazione si ha nella prima carta dei
Tarocchi:
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X Arcano Maggiore dei Tarocchi: Il Bagatto
Dai i Tarocchi di Oswald Wirth |
Il Bagatto
Questa carta rappresenta il punto nel
quale l'uomo decide di intraprendere
un cammino spirituale, è la condizione
d'inizio indispensabile affinché
si possa aspirare all'infinito. Il Bagatto ha già davanti a sé tutti i
simboli del potere materiale: i denari
che indicano la soddisfazione dei bisogni più elementari, come la fame,
una casa, dei vestiti; la coppa
che indica il superfluo, l'amore, gli agi, il piacere non necessario per
la sopravvivenza; la spada
simbolo di un certo potere economico-materiale; e infine il bastone
che rappresenta un discreto grado di conoscenza. In pratica il Bagatto ha
risolto tutti i suoi problemi materiali ed ha anche di più,
quindi rappresenta una condizione di privilegio, che a tutt'oggi è
negata alla stragrande maggioranza dell'umanità. Questa condizione di
benessere è però indispensabile per poter aspirare all'infinito, solo
cioè chi ha raggiunto un certo grado d'invulnerabilità e di
tranquillità può interessarsi, anzi sente il bisogno, dell'infinito,
il cui simbolo matematico compare nella tesa del suo cappello.
Quindi la
prima premessa di ogni cammino inziatico
deve essere quella di
raggiungere almeno il livello di benessere rappresentato dal Bagatto,
poi da lì si potrà proseguire. La maggior parte dei Tarocchi ci
rammentano sempre che il tutto si svolge nell'ambito della materia, e
chi dimentica questo è il Matto
(di cui riparleremo) a cui
nulla valgono i morsi della lince che gli addenta i polpacci, al fine di
strapparlo dal mondo di alienazione in cui si è perso. Il Matto è
colui che ha perso i contatti con
la materia, che vaga in un proprio
mondo irreale, immaginario, trascinato da una propria idea fissa,
ossessiva, che presto lo porterà nella fauci aperte dell'alligatore.
Quindi chi si accosta ad una dottrina esoterica non deve mai
perdere i propri legami con la materia,
e non deve costruire mondi immaginari ed irreali in cui isolarsi. La
difficoltà, come ho già fatto notare altre volte, non sta
nell'isolarsi dal mondo in un eremo solitario, in cui cercare
egoisticamente una via spirituale, ma sta nel vivere il quotidiano, nel
portare il peso della propria vita reale giorno per giorno, facendosi
carico delle proprie responsabilità.
Ecco dunque che il nostro Bagatto, pur
avendo le gambe di colore azzurro,
segno di spiritualità, ha sulle spalle il verde
e il giallo
della materia e della fame, e giallo, con gambe verdi è pure il suo
mondo cioè il tavolo su cui ha riposto le proprie fortune, e sotto di
lui si estende un prato erboso da cui spunta un fiore: tutto, insomma,
è immerso nella materia. Il tavolo su cui poggia il suo mondo è però
instabile, poggia su sole tre gambe, che rappresentano le dimensioni
dello spazio materiale, egli s'accorge dunque, che per raggiungere
l'equilibrio, per sentirsi completo, serve una quarta gamba, quella
della dimensione divina.
Avendo tutto quanto gli serve e il di più, ora egli può intraprendere
il viaggio verso l'infinito spirituale, oppure può cercare,
erroneamente, nel soldo che egli indica con la mano destra, di
raggiungerlo attraverso altra ricchezza: tutto dipenderà dalla sua
scelta, se egli seguirà la sfera azzurra o quella rossa, del bastone
delle sue conoscenze.
Lo scopo primario di ciascuno è,
abbiamo detto, quello di raggiungere una certa invulnerabilità, e
questo è anche lo scopo primario delle Scienze Esoteriche.
Il nostro corso di esoterismo, alla stregua delle antiche scuole
Pitagoriche, vuol partire da bisogni concreti, dalla materia, per
giungere poi gradualmente alla spiritualità.
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