La Quercia Vallonea Più vecchia d'Europa, Sec. XII D.C.

 

Tricase ribelle al suo feudatario del 1481.
di S. Panareo (tratto da Rinascenza Salentina)
A Raimondo del Balzo, Conte di Castro e figlio di quell'Angilberto che, partecipando alla seconda congiura dei Baroni, perdette vita ed averi, toccò una non gradita sorpresa nel 1481. La raccontò egli stesso in un ricorso presentato alla Maestà del Re, che si conserva nel Vol. IV, cc. 123-125, del Collat. Iustítiae dell'Arch. di Stato di Napoli.
Con la resa di Otranto essendo finita nel settembre di quell'anno la guerra contro i Turchi, il Conte Raimondo, che aveva militato nel campo a Roca, pensò di affacciarsi alla sua terra di Tricase. Si presentò dunque un giorno a questa, ma ne trovò chiusa la porta e i terrazzani, evidentemente accordatisi in precedenza, ostili a riceverlo e a permettergli di raggiunger le sue case.
Non è accennata nel documento la causa di un tale contegno che certamente dovette meravigliare il Conte. Fra i dimostranti - chiamiamoli così - erano lo stesso sindaco Iannuzo Micetto, un Cola Pascale, lannuzo di notar Paolo, il notar Angelo Sparatello, lannuzo Pascale e Vincenzo Bechari. Costoro con altri molti, passando dalle grida ai fatti, presero a_ scagliar sassi contro il Conte; poi, sempre più riscaldandosi, gli lanciarono un mantellecto che, pur avendolo colpito, per fortuna non lo ammazzò; e infine gli drizzarono una zarabattana per tirargli contro. Il malcapitato dovette rifugiarsi in un luogo detto San Pietro, presso il convento di San Domenico, e lì, per paura dei Turchi, la cui apparizione in quei paraggi si sospettava sempre, passare la notte.
La mattina seguente, aumentati di numero, i terrazzani ricominciarono la dimostrazione a base di minacce e d'ingiuríe, saccheggiando la casa del Conte, dissipandone le robe, ed ammazzarono un certo numero di porci che gli appartenevano, tirando contro essi come al bersaglio (a la versaglia). Una bandiera del Conte fu presa e gettata a terra, gesto che fu accompagnato dalle parole "Chi haverà audacia de dire Víva lo Conte di Castro lo tagliarimo ad pezi". Che i rivoltosi avessero pessime intenzioni lo prova il fatto che alcune persone, le quali si mostravano benevole verso il Conte, furon fatte segno ad insulti ed ebbero saccheggiate le robe.
La dimostrazione continuò nei giorni successivi con altri episodi. Si sfogò anche su alcuni famigli del Conte, aumentò al suono della campana della torre traducendosi in tumulto armato, del quale poco mancò non rimanesse vittima il Conte. Oltre i nominati, si distinsero per contegno ostile Antonio di notar Paolo, Stefano, Roberto e Cola Montagna, notar Gabriele e Galeotto Mechi.
In seguito a ciò il Conte rivolse al Re il ricorso invocando l'invio di un commissario per inquirire sui fatti: chiese pure che le pene criminali, compresa quella capitale di cui eran degni i più scalmanati, fossero commutate ad libitum voluntatis ipsius comitis in pene pecuniarie, e che i proventi di queste fossero da applicare alla riparazione delle mura e alla riedificazione del castello della terra che ne aveva bisogno.

Il Re accolse il ricorso anche nella richiesta delle pene, e con rescritto del 13 giugno 1482 nominò commissario inquisitore con pieni poteri il magnifico dottore Paduano Patitario di Taranto, che era uno dei consiglieri di Terra d'Otranto.
Sin qui il documento. Da altra fonte si apprende che nel 1484 le differenze fra il Conte e l'università di Tricase continuavano ancora, e che il Re dovette incaricare il Principe di Altamura d'interporsi fra i contendenti e raggiungerne la composizione (Privileg. Summ., Vol. XXI, cc; 106 e 189 dello stesso Arch.). Ma come proprio finissero le cose non si sa. Certamente fu ristabilita l'autorità del Conte, perché Tricase insieme con la contea di Ugento, della quale faceva parte, continuò ad appartenere ai del Balzo sino al 1530. L'ultimo della famiglia, Francesco figlio di Raimondo, ribelle a Carlo V durante i tentativi franco-veneti del 1528-29, condannato alla perdita dei beni, rimise in quell'avventura quanto possedeva, compresa la contea di Castro con Spongano e la contea di Ugento con le dipendenze di Parabita, Supersano, Tricase: terre che, meno quest'ultima, vennero assegnate al Luogotenente generale del Regno, il Cardinale Pompeo Colonna. Che cosa fosse in quel tempo Tricase possono dirlo le seguenti notizie. Al tempo della rivolta contro il Conte Raimondo quella terra che, come le altre della Provincia, aveva molto sofferto dalla invasione turca, contava 75 fuochi oltre 2 di Ebrei (Summ. Part., Vol. XX, cc. 188-89, ibid.). Quando la perdette Francesco del Balzo, cioè cinquant'anni dopo (figurava allora comprata con carta di rivendita di quest'ultimo da Ludovico di Benavola di napoli per 4000 ducati), la popolazione si era quasi raddoppiata.
Una relazione di quest'ultimo tempo, propriamente del 1531, esistente nell'Arch. Gener. di Simancas afferma che Tricase "es buena tierra grassa y fèrtil de todas cosas; tiene una torre y casas en el burgo del senor vieja; ay ciento y quarenta fuegos en el lugar; tiene buenos muros y fossos y bellos monesterios e yglesias y bueno burgo... tiene puerto de mar suyo a las dos millas. Vale la entrada d'està tierra al presente al baron sin la trata ciento y sessanta y cince ducados. Quando ay trata abierta y se dà la pratica del puerto, vale treziendos otros ducados, demas de los ciento y sessanta cinco... Tienen muchas franquesas estos vassallos y estan ricos y han sido siempre muy fieles". (N. CORTESE, Feudi e feudatari napol. della prima metà del cinquecento. Napoli, 1931 n pg. 95).
L'ultima affermazione, quella realtiva alla fedeltà dei Tricasini, lascia veramente un pò perplessi dopo quanto abbiamo esposto. Ma essa si riferisce agli avvenimenti su ricordati del 1528-29, durante i quali, essendo travagliato e diviso tutto il Salento, Tricase si mantenne fedele al suo sovrano.
Ma, d'altra parte, vien la voglia di domandarsi: il Conte Raimondo era proprio uno stinco di santo?

 

Home

Tricase ribelle al suo feudatario del 1481
L'Avvocato Gennaro Ingletti Sindaco di Tricase
Programma Festa di San Vito Martire Protettore di Tricase
La nuova piazza Cappuccini
La Marina di Tricase saccheggiata da briganti nel 1837
Macare
Il Libro del Comando
Cucuzzari
Soprannomi popolari

 

 

 

 

 

 

 

clickka qui, benvenuto nel nostro negozio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pizza & Pizza

 

Tricase Website

 Home Scrivici
Copyrigth © 2000, 2001 - Tricase Website