La Quercia Vallonea Più vecchia d'Europa, Sec. XII D.C.


 

Parafrasando su una riconosciutissima battuta di Totò eccovi un motivo o due sui Tricasini "cucuzzari" o volendo italianizzare "zucchinari".

 

Cucuzzari si nasce o si diventa?

 

Declinata l'attività dei pellai fiorì a Tricase la coltivazione degli ortaggi, in particolare la zucchina, da non confondersi con la zucca quella cioè a forma di anguria o quella a doppio rigonfiamento nelle estremità. All'inizio del '900 i Tricasini si specializzarono nella produzione della "zucchina", la primizia venduta ancor oggi a caro prezzo e molto richiesta verso la fine di marzo. Ideale per la coltivazione della zucchina furono, e sono, i terreni caldi e riparati della fascia costiera e l'azione mitigatrice del mare. Queste condizioni naturali permettevano agli ortaggi di maturare prima che in altre località, avvantaggiando i coltivatori Tricasini sui mercati dei paesi limitrofi offrendo queste primizie per primi. Per la loro fama di ottimi coltivatori di zucchina, "cucuzza", non fu difficile attribuirgli il soprannome di "cucuzzari".

E, per continuare ad elogiare la "cucuzza", d'inverno è possibile preparare in un certo modo la zucchina quando si è avuta l'accortezza di essiccarla al sole d'estate, come si fa con i pomodori, i peperoni e le melanzane.

Ma non c'è il solo motivo prettamente agricolo all'appellativo di "cucuzzari". L'espressione "i samenti de chira cucuzza" (i sementi di quella zucca), ad esempio, indica gli uomini che si sono distinti come Giuseppe Pisanelli, Alfredo Codacci-Pisanelli, Vito Raeli, Ferdinando Maria Orlandi, Luigi Ratiglia, Alfredo Cavalieri, Giovanni Panico, Giuseppe Cortese ed altri.

E' ancora nelle orecchie di molti contemporanei che assisterono all'evento della nomina a Cardinale del Tricasino Giovanni Panico nel 1962:

dialetto Tricasino

lingua italiana

"Nn'otra cucuzza è fiuruta. Era bbonu se nnu sulu samento de ste cucuzze spicciava ntra capu de farche fiu nosciu!" "Un'altra zucca è fiorita. Sarebbe bello che un solo seme di queste zucche finisse nella testa di qualche nostro figlio!"

Ed ancora "quannu se scarfa la cucuzza" - quando si scalda la zucca - indica il carattere dei tricasini, tranquillo e paziente ma solo fino a che "nu se scarfa la cucuzza" appunto, quando cioè reagiscono con decisione. Il riferimento storico è alle sollevazioni popolari che Tricase ha vissuto all'incirca in ogni secolo dell'ultima metà del secondo millennio:

1495 - resistenza al duca di Alessano che voleva sottrarre Tricase alla fedeltà verso gli Aragonesi;

1532 -  reazione all'assedio dei Veneziani che erano intenzionati a strapparla all'imperatore Carlo V;

1700 - ribellione di un gruppo di Tricasini contro i Gallone, feudatari dell'epoca;

1935 - ribellione che costò cinque morti e numerosi feriti perché le forze dell'ordine spararono sulla folla in tumulto contro la decisione del regime fascista di sopprimere il locale Consorzio Agrario (Acait) sorto nel 1902 per iniziativa di Alfredo Codacci-Pisanelli.

...e per finire una filastrocca:

A Tutinu i paparussi
a Santa Femia 'e maranciane
a Caprarica i cistareddi
a Tricase i cucuzzeddi.

Nota. Tutino, Sant'Eufemia, Caprarica sono le frazioni territorialmente più vicine  a Tricase.

Facile dedurre che nella frazione di Tutino si coltivassero prevalentemente peperoni (alcune famiglie vengono ancora oggi chiamate "paparussi") e a S. Eufemia le melanzane. Caprarica era invece nota per le sue civette (cistareddi) che nidificavano sulle mura del castello, mentre per Tricase riecco la cucuzza, la zucchina, che ha caratterizzato un'epoca. 

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