Abbazia di San Salvatore de Juniano

Il primo documento che testimonia l’esistenza di un monastero a Giugnano risale al 1076.
Alla metà del XII secolo l’Abbazia di Giugnano comprendeva un cospicuo patrimonio distribuito sulla Diocesi di Roselle lungo le principali vie del tempo e confermatole da Papa Innocenzo II.
Agli inizi del 1200, il Monastero di Giugnano dipende dall’Abbazia cistercense di S. Galgano in Val di Merse e nel 1229 viene ricordato come grangia.
Dopo il 1257 il monastero passò dai cistercensi agli eremiti agostiniani che lo possedevano agli inizi del secolo XIV.

Il complesso architettonico di Giugnano comprende un’area di conformazione quadrata ( 55x60 m.). Rilevanti, ad ovest, la cripta romanica e, ad est, un edificio ad aula rettangolare.
La grande Aula è arricchita da due monofore di forme gotiche e presentava ad est un accesso sormontato fino a qualche decennio fa da un arco a sesto acuto, di cui rimangono oggi le pietre di imposta in uno stipite.

La cripta si presenta come un vano a pianta rettangolare dotato di una grande abside semicircolare orientata a est, nella quale si aprono tre feritoie.
Le volte a crociera, su cui si notano ancora tracce di intonaco, sono sorrette da quattro colonne, due circolari in trachite e due in pietra calcarea marmorea, queste ultime, per la loro realizzazione in materiale non del luogo e per l’imperfetto adattamento ai relativi capitelli, sembrano da ritenersi derivate da materiale di recupero.
Le colonne sono sormontate da capitelli trachitici di forma diversa.
Il più arcaico presenta, a differenza degli altri, una base quadrata che non si raccorda bene con la colonna ottagonale su cui poggia ed è arricchito da una decorazione "a corona" realizzata con tacche rettangolari disposte in file sulla superficie verticale.

Il capitello di sud-ovest presenta forme vagamente ioniche, quello di nord-ovest presenta tratti vagamente corinzi, nei quali, secondo notizie orali si inseriva un tempo un volto umano. A sud-est, infine, vi è un altro capitello decorato da teste taurine, fiori e figure assimilabili ad uccelli che beccano.
La volta, provvista di sottarchi, poggia anche su mensole e lesene, che incorniciano, ai lati della cripta, due piccoli vani a pianta rettangolare con copertura a botte, la cui parete di fondo, in grossi blocchi trachitici, sembra cronologicamente anteriore alle altre strutture murarie della cripta.


Musica : Madrigale a tre voci di Claudio Monteverdi

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