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AGRITURISMI ABRUZZESI


Cartina dell'Abruzzo
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    INTRODUZIONE ALLA REGIONE ABRUZZO

    "E' terra di mestieri antichi. Pescatori, contadini, pastori. I pescatori riempivano il mare verde delle vele colorate delle loro barche come tutti i rivieraschi dell'Adriatico, con quel festoso affollarsi per cui l'abruzzese D'Annunzio inventò l'espressione "mare velivolo". I contadini cavano da una difficile terra grani, bietole tabacco e zafferano e hanno impiantato uliveti, vigne d'uva da tavola e frutteti. I pastori vivevano al seguito della pecora, estremo arcaismo mediterraneo, transumando stagionalmente dal piano al monte, dal monte al piano lungo i tratturi; oggi la pastorizia tende a trasformarsi in allevamento stanziale ma ancora con spostamenti estivi ai pascoli alti. Vi sono poi i raccoglitori di erbe medicamentose: belladonna, ruta, antillide, calchico, elicriso, valeriana, santoreggia, verbasco e la leggendaria "antimonia", di cui parlano i montanari ma che nessun botanico è mai riuscito a porre nel suo erbario. Non inganni il quadro arcaizzante; tutto l'Abruzzo è in trasformazione come il resto d'Italia; certamente tuttavia il sapore della regione è nel suo immediato legame tra paesaggio e attività umane. Un'esile frangia costiera si dispone tra le invitanti spiagge e le morbide dorsali che scendono lente; più in alto e all'interno l'olivo argenteo cede al leccio sempreverde, al castagno, al cerro, alla faggeta. Una catena appenninica, con le rocce dirupate del Gran Sasso d'Italia, divide l'Abruzzo marittimo dall'Abruzzo montano, coi fiumi che scavano gole e le conche dell'Aquila e di Sulmona, ma l'uno e l'altro sono nella loro essenza terre di montagna: qui la campagna è vuota e si vive nei borghi addensati su poggi inerpicati in pendii, là, nel sentore del mare vicino, le "ville", sono sparse su colli aprichi. Il paesaggio è sempre protagonista in una grande varietà di splendidi "campi lunghi": vallate gioiose, aspre solitudini tra impervie giogaie, nereggiare lontano di foreste.
    La natura dispiega la sua veste più fascinosa nel Parco Nazionale di Abruzzo: là vivono in libertà l'orso, il camoscio e il lupo, il cervo, la lontra, il gatto selvatico e, nel cielo, si vedono volare le aquile reali.
    Un vigoroso senso di efficacia architettonica promana dalle peculiarità ambientali di borghi e città e non si lascia circoscrivere nelle categorie del "pittoresco" o dello "spontaneo". Restano importanti monumenti del medioevo, che fu il periodo di più autentica originalità creativa, come S.Maria di Collemaggio. Le raccolte artistiche riserbano incredibili sorprese: le oreficerie di Nicola da Guardiagrele, per esempio, o il guerriero di Capestrano, riapparso fortuitamente a testimoniare con la sua enigmatica fissità la remota cultura italica dei piceni."

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