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AGRITURISMI VALDOSTANI


Cartina della Val d'Aosta
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    INTRODUZIONE ALLA REGIONE VAL D'AOSTA

    "Nessun'altra regione italiana ha la caratteristica di essere circoscritta in un ambiente così unitario. E' infatti tutta, e soltanto, la valle della Dora Baltea con le sue tributarie, racchiusa in un fantasmagorico orlo di creste, vertiginose e inaccessibili ai più. Anche il passaggio che la collega alle colline del Canadese e alla pianura, a monte di Pont-Saint-Martin, è poco più che una fessura nella roccia. Ambiente per la geografia perfettamente conchiuso, ma per l'abitarvi tutt'altro che omogeneo. Da un qualsiasi punto del fondovalle lo dice un'occhiata al paesaggio: vi sono campi e vigneti e anche capannoni di impianti industriali, ma subito villaggi aerei senza che si veda la strada che vi conduce, pascoli alpini, spoglie rocce e cascate che d'inverno diventano colonne di ghiaccio, e in alto, prima del cielo, quel brillio senza ombre che sono i ghiacciai. In alcune centinaia di metri un mutamento ambientale pari a quasi un quarto del meridiano terrestre. Se fosse stato affidato a un calcolatore lo stabilire gli insediamenti umani secondo le condizioni ottimali, gran parte della Valle d'Aosta, forse tutta, ne sarebbe rimasta esclusa. Ma la storia ha ragioni che il calcolatore non conosce. Passavano di qui le due vie storiche dell'Alpis Poenina e dell'Alpis Graia (i due valichi poi denominati del S.Bernardo), al congiungersi delle quali il legato Aulo Terenzio Marrone, con militaresco fiuto, fondò la colonia di Augusta Praetoria (Aosta). Ma le vie interessano più la grande storia o i traffici internazionali, mai come ora intensi, che i valligiani. Di questi si possono decifrare la storia e le commistioni etniche, dai preistorici che scolpiscono enigmatiche stele ai celtici, fino a quelle minoranze vallesane che occuparono qualche sito passando non dalle grandi vie storiche ma da valichi di camosci, ove non fu mai costruita strada. Hanno alle spalle un passato di inenarrabili fatiche di sopravvivenza sulla terra matrigna, di veglie serali nella stalla, di leggende ingenue che immaginavano auree valli di magica felicità oltre crinali mai varcati. Li ha plasmati la montagna e vi si sono integrati; l'attuale autonomia regionale, che ha radici antiche, ha reso più facili il modo dell'utilizzazione delle risorse e il rapporto con la natura, coniugando l'individualismo nativo con la cooperazione comunitaria. Ora la montagna si è rivelata amica. L'alpinismo è nato qui, tra le più belle cime del mondo (Monte Bianco, Monte Rosa, Gran Paradiso); il turismo e gli sport lo hanno seguito. I ragazzini delle valli, che competevano in gare di sci domenicali, non ricordano la prima volta che hanno messo gli sci ai piedi: hanno neve, ghiaccio, montagna nel sangue. Alcuni diventeranno campioni."

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