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AGRITURISMI CALABRESI


Cartina della Calabria
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    INTRODUZIONE ALLA REGIONE CALABRIA

    "Nel '700 i forestieri che compivano il doveroso viaggio in Italia, valicate le Alpi, abitualmente scendevano fino a Napoli e poi si imbarcavano per la Sicilia. La Calabria restava il mondo incognito che, da Messina, si profilava alto, al di là dello stretto, con le cime dell'Aspromonte, vicino e remoto. A settentrione sbarrava la strada l'impervio massiccio del Pollino. Curiosamente, il costume tradizionale maschile, col panciotto severamente abbottonato, la sciarpa rossa alla cintura, il giubbotto delle mostre e risvolti di taglio militaresco, i bottoni lustri e il cappelluccio a cono, divenne nel disegno della satira politica lo stereotipo dell'italiano. L'oscurità si dissipò con le moderne comunicazioni, fino all'autostrada, e con l'irrefrenabile voglia di mare. Allora la Calabria rivelò la sua aspra bellezza. E' una penisola allungata, bagnata da due mari, tutta di monti che hanno reso difficile comunicare tra le due rive; terra difficile per geologia, rigogliosa quando al sole mediterraneo si unisce l'acqua. Coste ora alte e rocciose, ora di sterminati arenili, paesi in cima ai monti, ai piedi di rovine di castelli feudali; dalla montagna scendono al mare i bianchi ghiaieti delle fiumare, aridi, fioriti di oleandri, alle piogge minacciose di subite piene: la varietà del paesaggio smentisce clamorosamente chi tende a riassumere il Meridione in un'immagine tanto pittoresca quanto monotona. Oggi si viaggia, per sazietà di immagini, nell'incapacità di stupori, ma la Calabria, a parte il mare splendido e il clima, il nobile antico costume di ospitalità spontanea, il suo remoto mondo folclorico, offre almeno tre aspetti memorabili. Il primo è dato dal patrimonio archeologico. Anche quando non vi erano ancora stati accolti i notissimi bronzi di età greca classica rinvenuti nel mare di Riace, il Museo Nazionale di Reggio di Calabria era di straordinario interesse per il suo patrimonio relativo al territorio calabro della Magna Grecia. Poi vi è la Calabria bizantina: la Cattolica di Stilo con le cinque cupolette coperte da coni schiacciati a coppi e il S. Marco di Rossano sono monumenti inaspettati e unici. Nella stessa Rossano poi il Museo Diocesano conserva gelosamente il Codex purpureus, rarissimo manoscritto miniato paleocristiano di provenienza siro-palestinese. Infine la Sila e il suo intatto universo, con gli sconfinati boschi di conifere che si specchiano nelle acque del lago di Cecita, dell'Arvo e dell'Ampollino. L'ambiente di queste meravigliose foreste, fortunatamente sopravissute, è un prezioso bene naturale, ora infine difeso. Tra le eccelse conifere, in qualche luogo, in lontananza, traluce il mare."

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