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AGRITURISMI EMILIANI


Cartina dell'Emilia Romagna
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    INTRODUZIONE ALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA

    "La via Emilia incrocia il Po a Piacenza; entrambi procedono verso oriente, sempre divergendo, con riposati meandri l'uno, per secchi rettilinei l'altra. La strada segue il margine delle elevazioni dove l'Appennino si è smorzato nella pianura padana, per cui essa è non solo l'asse storico, generatore della regione, ma il confine di due paesaggi. A destra, colline, lunghe e morbide valli, pendici battute spesso dai calanchi. A sinistra, gli sterminati spazi, la terra da coltivare, zolla lavoratissima da quando il senato romano vi impiantò i suoi veterani. Milioni di quintali di grano, barbabietole da zucchero, pomodori, uve da tavola, ortaggi e frutta, compreso il kiwi. Complementari gli allevamenti di bestiame, il parmigiano reggiano, il culatello e gli zamponi. La composita cucina, di sontuosi ragù e pasta fresca ricca di tuorli d'uovo, trova riscontro, nell'opinione comune, nell'indole degli abitanti. Come la Via Emilia, tutte le città che questa attraversa (Piacenza, Fidenza, Parma, Reggio, Modena, Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini), città di pianura, hanno la collina a fianco e fungono da cerniera tra i due mondi geografici. Ravenna, romagnola, e l'aristocratica Ferrara, che non è romagnola né si sente totalmente emiliana, entrambe splendide, sono lontane dalla via consolare, tutte immerse nel piano della Padania. Di recente l'industria e la scoperta di quanto siano preziosi gli arenili del litorale adriatico hanno aggiunto altri caratteri al tessuto della regione, ma il segno del legame alla terra agricola è incancellabile; non fosse altro per il "cotto" e il suo caldo colore che si ritrova in ogni abitato. Ma è anche una grande regione "d'arte". In rapida cronologia: l'arte esarcale di Ravenna con i mosaici e S.Vitale; il romanico con le grandi cattedrali di Modena, Parma, Fidenza, Piacenza, Ferrara e con i tre grandissimi scultori, Wiligelmo (a Modena), Benedetto Antelani (a Parma) e il Maestro dei Mesi di Ferrara; il medioevo di Bologna, col suo centro e la sua trecentesca, singolare scuola pittorica; il rinascimento di Rimini (col Tempio Maltestiano), di Bologna (con Jacopo della Quercia) e di Ferrara. A Parma, nel tinello della badessa del monastero di S.Paolo, sorridono i putti del Correggio."

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