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AGRITURISMI SARDI


Cartina della Sardegna
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    INTRODUZIONE ALLA REGIONE SARDEGNA

    E' stato nel 1950. Per la prima volta da secoli nell'isola no si registrò alcun caso di malaria: il programma di sradicamento dei vettori indigeni della malattia aveva avuto successo. Poi l'"invenzione" della Costa Smeralda come luogo elitario di vacanza di lusso, auspice il principe Karim Aga Khan IV, ha favorito la migrazione estiva al mare sardo che, all'inizio e alla fine della stagione, rimbalza nella cronaca registrando l'inadeguatezza, almeno momentanea, dei collegamenti marittimi. L'isolamento della Sardegna, che è un dato insieme geografico e storico, non è forse per questo finito e se è finito non lo è certo nel migliore dei modi; lo shock culturale, inevitabile, cui l'equazione "Sardegna-vacanza marina" ha contribuito in larga misura, ha fatto parlare di "catastrofe antropologia", ma la valutazione critica del fenomeno può avvenire solo alla distanza, nel tempo. Mai peraltro l'isola è affollata. E' terra di grandi spazi; vi sono quasi 1900 Km di costa, sempre di incredibile bellezza, e la densità demografica è di un terzo della media italiana. "La Sardegna, che non assomiglia ad alcun luogo" diceva più di cinquant'anni fa David Herbert Lawrence, affascinato dall'arcaicità dell'isola "è dentro la rete della civiltà europea, ma non è stata tirata a secco". Acuto, ma c'è l'eco di una vecchia voglia di fuggire e una sfumatura di alterigia; cinquant'anni fa sono ieri e un tempo remoto. Oggi il visitatore, se vuole andare oltre il seducente, ma limitato, universo di rocce-sole-sabbia-trasparenze di acqua marina, ha il piacere stimolante di cercare di capire l'"originalità" della Sardegna, che vive nella contemporaneità. L'"originalità", che è quanto mai fascinosa, comincia dalla natura: gli sterminati orizzonti, l'affiorare continuo di rocce scabre, gli altopiani granitici, basaltici e calcarei, la montagna selvaggia coperta di macchia, gli specchi palustri su cui volano i fenicotteri rosa, il soffio del vento di ponente sugli arcipelaghi, l'esplosione dei fiori a primavera e quel successivo trascolorare dal giallo al violetto all'azzurro al rosso, i balsami dei mirti, dei lentischi e delle altre essenze della macchia. L'osservazione dell'architettura fa ripercorrere la storia, dalle rovine puniche e romane, ai monumenti romanici, di cui le ben note chiese "pisane" sono soltanto uno dei temi di interesse, al gotico-catalano…Il momento più emozionante tuttavia, è risaputo, è quello del contatto con la preistoria e la protostoria isolana: nel paesaggio con le tombe dei giganti, monumenti funerari megalitici, le "domus de janas" (casa delle fate), tombe di età nuragica scavata in roccia, e i grandi nuraghi, o nel museo cagliaritano dove sono raccolti, fra l'altro, i sorprendenti bronzetti, cari al gusto formale moderno per l'efficace stilizzazione. L'artigianato è la più rapida introduzione al mondo folclorico; sorprenderanno le sua ricchezza e la sua vitalità, ancor più il modo in cui la sensibilità artistica contemporanea è in grado di interpretare forme e motivi tradizionali."

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