AGRITURISMI TOSCANI

"Il paesaggio: già nell'incontro col mare di falcate spiagge, promontori, isole nella lontananza, maestrali odorosi , tomboli di macchia e pinete, vi è la prima impronta toscana; poi gli uliveti argentei, lo sfumare di colline e monti, le file ieratiche di cipressi neri che tanto piacquero ai pittori senesi, i meandri del Valdarno, il disegni di campi segnati di "bovi" chinini, bianchi e dalle corna ad arco, e di pagliai come li dipingeva Fattori, ma forse soprattutto quel richiamarsi di paesi pietrosi e cittadine murate "di monte in monte"; in tutto questo vi è l'emozione che introduce a nuove straordinarie esperienze. I Toscani, loro, sono una costellazione di sottodenominazioni: pisani, livornesi, lucchesi, chiantigiani, senesi, maremmani, garfagnini, …ognuno col suo paesaggio mentale. Il particolarismo, questo compenetrato carattere, tutto italiano nel bene e nel male, se non ci viene tutto dalla Toscana, qui ha trovato le sue accentuazioni più clamorose. Non è del resto un caso che si sappia riconoscere a colpo d'occhio un pittore senese da uno fiorentino, un'architettura pisana da una, peraltro simile, pistoiese. San Bernardino da Siena si chiedeva "dove si più dilettevole abitare che in Italia", e pensava soprattutto in Toscana, se non ci fosse stato il "vizio delle divisioni". La storia è passata ma resta, ed è fortuna che ogni città toscana, le cittadine e molti borghi minori, omogenei fra loro e dissimili, ci appaiono prorompere in una loro fiera individualità. Nel volto urbano prevale il gusto medioevale, comunale, le rudi orgogliose creazioni di consigli cittadini solleciti del decoro pubblico, di mercanti ricchi senza sguaiatezza, di gerarchie degli ordini regolari e di capitoli primaziali per i quali la gloria di Dio non era disgiungibile da quella del luogo. Gli inserti, le trasformazioni, le invenzioni del rinascimento ("rivoluzione toscana) rampollano dal contesto con naturalezza. Il manierismo granducale intellettualistico ed elegante, il barocco, dove c'è, castigato, e il neoclassico sanno quasi ovunque restare nella misura. Con garbo toscano, appunto. Traspare ovunque nella regione, eletta madre che gli italiani amano, il forte ingegno, la lucida consapevolezza, la nativa creatività, il "genio" che i toscani assorbono guardandosi intorno nel loro meraviglioso paese. Dove poi questo genio trovi le radici, se in un sostrato etnico, se negli intrighi e nelle sfide della storia, si può argomentare, ma con poco frutto. Forse aveva ragione Michelangelo quando soleva dire che quel poco "ingegno" che si ritrovava lo doveva alla "sottilità" dell'aria natìa."

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