AGRITURISMI TRENTINI

"Il paesaggio è coerente, la regione è tutta di montagna, alpestre, i modi, antichi, di vivere sono ovunque simili: questo è il portato della geografia. Ma, per etnia, lingua, cultura vi è molteplicità: questo viene dalla storia. Nel bacino idrografico, l'Adige (dalla sorgente ad Ala) e i suoi tributari disegnano come le nervature di una foglie di vite. In più vi sono nei limiti regionali diversi bacini dal Sarca all'alto Chiese per finire a quello dell'alta valle del Brenta. La minuziosità dell'elencazione non è vana: la regione chiede di essere capita e assaporata per valli, com'è la sua struttura. Ma ogni valle si differenzia per piani. Vi è la cintura aspra delle vette alpine, baluginanti di ghiacciai; le valli nascono al loro mobile margine. Poi le groppe degli alti pascoli, dove si erge solitario e contorto il cembro; le abetaie fitte e nere e qualche laghetto perché si specchino. Là dove i fiumi hanno scavato gole scure nel porfido e forre, dividendo altopiani, i paesi si rispondono dall'uno all'altro versante con le aguzze guglie o le barocche cipolle dei campanili. Castelli ovunque, vigneti a variatissima quota, sì che la vendemmia fa da sfondo , lontano la prima neve. E ancora meravigliosi frutteti di peschi, peri, meli. Allo schizzo manca il tratto più significativo: le Dolomiti. Dèodat de Dolomieu un geologo francese, segnalò il carbonato di calcio e magnesio, che in parte le costituisce. Il ginevrino Saussure, grande orchestratore delle scienze alpine, battezzò la roccia col suo nome, che è quello di un castello del Delfinato. Sono ciottoli immensi e stupefacenti, posati fra gli abeti. Ve ne sono di due gruppi: uno minore, tutto trentino, le Dolomiti del Brenta, l'altro più vasto - le Dolomiti tout court - che è trentino, bolzanino e anche cospicuamente cadorino. Si può tentare di catalogarne le forme: muraglioni, creste, torrioni, guglie, campanili…; i colori, mutevoli per l'ora e la stagione, hanno sollecitato poetiche, pseudo-antiche, improbabili leggende; a trascrivere le emozioni che suscitano si deve rinunciare, ma non a ricordare gli orsi delle Dolomiti del Brenta, i cervi del bosco di Paneveggio, la danza del gallo cedrone. Fioriscono i rododendri, le genziane, i crochi. Tra la comunità trentina e la comunità tedesco-meridionale, tirolese, sopravvivono le comunità "ladine" (neolatine); il visitatore si troverà gradevolmente "spaesato".. In talune valli scoprirà che, in opportune circostanze, la gente indossa il costume - gli splendidi, colorati costumi tradizionali - né per mercantile opportunistico folclorico, né per malinteso tradizionalismo, ma per qualche profondo senso dell'essere sé stessi; allora avrà di che riflettere sui modi di manifestarsi dell'identità culturale."

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