LA STORIA


Fonni trae probabilmente il suo nome dalla voce fenicia "Phanna" (che significa elevatezza, bell'aspetto, bella vista), o forse deriva dal latino "Fons", "fontana", essendo il paese ricco di fontane; oppure, infine, dal vocabolo nuragico "Thinnia" (giunco). E' probabile che il villaggio abbia tratto origine dalla fusione di diversi nuclei nuragici dispersi nei territori circostanti. La localizzazione dell'insediamento, per queste tribù fu condizionata dalla esistenza di tre sentieri nuragici di particolare interesse economico e strategico; essi raccordavano, infatti, le aree del nuorese con quelle del Mandrolisai, con le aree montane del Gennargentu e con le aree dell'alta Ogliastra. La colonizzazione romana coinvolse, seppur tardivamente rispetto al resto della Sardegna, anche la Barbagia a partire dal primo secolo a.C. Anche i Sardi di queste zone assorbirono quindi la lingua latina, facendone la base delle parlate attuali. I Romani ricostituirono il latifondo e si inimicarono ben presto le popolazioni montanare che mal sopportavano l'ingerenza latina. Fu questo mal contento a spingere i barbaricini ad aiutare i vandali, che invasero l'sola a partire dal 460 circa d.C., nella distruzione di alcuni insediamenti romani; tuttavia nessun giovamento venne loro da questa distruzioni e la promessa di un compenso da parte dei Vandali rimase disattesa. Dopo la dominazione vandalica fu la volta di quella bizantina, che pare non aver avuto grosse influenze in questa zona. Aragonesi e Spagnoli dominarono nell'Isola per quattro secoli, dal 1492 al 1714. Ai primi del 1600 Fonni faceva parte del ducato di Mandas. L'influenza spagnola fu abbastanza importante; nobili, preti, frati, parlavano e scrivevano lo spagnolo; gli atti notarili e quelli ecclesiali venivano redatti in lingua iberica; e ancora oggi, anche il dialetto fonnese, presenta diversi termini spagnoli e catalani ("noida", conosciuta; "sartaina", padella; "gana", voglia; ecc.). I frati francescani di Fonni ebbero un ruolo molto importante nella vita economica e sociale paesana del periodo; la laboriosità dei religiosi, e il loro interesse per le problematiche locali, teso a migliorare le condizioni di vita della popolazione lasciata in abbandono dal malgoverno spagnolo, riuscirono in tempi lunghi a costituire la base per una risveglio economico e culturale del paese. La dominazione sabauda ebbe inizio nel 1720 e durò sino al 1948, anno della costituzione della Repubblica Italiana. La lingua nazionale fu introdotta ufficialmente in Sardegna nel 1764, ma stentò a penetrare nell'interno, e dovremo attendere sino al 1804 per leggere a Fonni il primo atto notarile redatto in italiano.


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