TERTIO MILLENNIO ADVENIENTE

di Giorgio Giacobini

La "Tertio Millennio Adveniente" è la lettera apostolica del sommo pontefice Giovanni Paolo II diretta ai Vescovi, ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli laici, ed ha, come oggetto, la preparazione del Giubileo dell’anno 2000.

L’imminenza dell’inizio del terzo millennio dell’era cristiana, porta il nostro pensiero sulle parole di Paolo: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo figlio nato da donna". La pienezza del tempo s'identifica con il mistero dell’Incarnazione di Cristo e della Redenzione del mondo. Questa presentazione paolina del mistero dell’Incarnazione contiene la rivelazione del mistero trinitario e della continuazione della missione del Figlio nella missione dello Spirito Santo. Giovanni, nel Prologo del suo Vangelo, riassume in una sola frase tutta la profondità del mistero dell'Incarnazione. L'Evangelista si riferisce al Verbo che in principio era presso Dio, per mezzo del quale è stato fatto tutto ciò che esiste; il Verbo nel quale era la vita, vita che era la luce degli uomini. Dio crea il mondo per mezzo del Verbo.

Il Verbo è l'eterna Sapienza, il Pensiero e l'Immagine sostanziale di Dio, "irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza".

Grazie al Verbo, il mondo delle creature si presenta come "cosmo", cioè come universo ordinato. Ed è ancora il Verbo che, incarnandosi, rinnova l'ordine cosmico della creazione. Cristo, Redentore del mondo, è l'unico Mediatore tra Dio e gli uomini e non vi è un altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati. Cristo, Figlio consustanziale al Padre, è dunque Colui che rivela il disegno di Dio nei riguardi di tutta la creazione e, in particolare, nei riguardi dell'uomo. Cristo è l’immagine del Dio invisibile, l'uomo perfetto che ha restituito ai figli di Adamo la somiglianza con Dio deformata dal peccato. Questo "farsi uno di noi" del Figlio di Dio è avvenuto nella più grande umiltà, sicché non meraviglia che la storiografia profana, presa da fatti più clamorosi e da personaggi maggiormente in vista, non gli abbia dedicato all'inizio che fuggevoli, anche se espressivi, cenni. Ma il grande evento, che gli storici non cristiani si limitano a menzionare, acquista la sua luce piena negli scritti del Nuovo Testamento che, pur essendo documenti di fede, non sono meno attendibili, nell'insieme dei loro riferimenti, anche come testimonianze storiche. Cristo, vero Dio e vero uomo, Signore del cosmo è anche Signore della storia, di cui è "l'Alfa e l'Omega", "il Principio e la Fine". In Lui il Padre ha detto la parola definitiva sull’uomo e sulla sua storia.

Gesù è nato dal Popolo eletto, a compimento della promessa fatta ad Abramo e costantemente ricordata dai profeti. Questi parlavano a nome e in luogo di Dio. L'economia dell'Antico Testamento, infatti, è essenzialmente ordinata a preparare e ad annunziare la venuta di Cristo Redentore dell'universo e del suo Regno messianico. I libri dell'Antica Alleanza sono così testimoni permanenti di una attenta pedagogia divina. In Cristo questa pedagogia raggiunge la sua meta: Egli, infatti, non si limita a parlare "a nome di Dio" come i profeti, ma è Dio stesso che parla nel suo Verbo eterno fatto carne. Il Verbo Incarnato è dunque il compimento dell'anelito presente in tutte le religioni dell'umanità: questo compimento è opera di Dio e va al di là di ogni attesa umana. È mistero di grazia. In Cristo la religione non è più un "cercare Dio come a tentoni", ma risposta di fede a Dio che si rivela: risposta nella quale l'uomo parla a Dio come al suo Creatore e Padre; risposta resa possibile da quell'Uomo unico che è al tempo stesso il Verbo consustanziale al Padre, nel quale Dio parla ad ogni uomo ed ogni uomo è reso capace di rispondere a Dio. Cristo è il compimento dell'anelito di tutte le religioni del mondo e, per ciò stesso, ne è l'unico e definitivo approdo.

Parlando della nascita del Figlio di Dio, san Paolo la situa nella "pienezza del tempo". Il tempo, in realtà, si è compiuto per il fatto stesso che Dio, con l'Incarnazione, si è calato dentro la storia dell'uomo. L'eternità è entrata nel tempo. Nel cristianesimo il tempo ha un'importanza fondamentale. Dentro la sua dimensione viene creato il mondo, al suo interno si svolge la storia della salvezza, che ha il suo culmine nella "pienezza del tempo" dell'Incarnazione e il suo traguardo nel ritorno glorioso del Figlio di Dio alla fine dei tempi. In Gesù Cristo, Verbo incarnato, il tempo diventa una dimensione di Dio, che in se stesso è eterno. Con la venuta di Cristo iniziano gli "ultimi tempi", l'"ultima ora", inizia il tempo della Chiesa che durerà fino alla Parusia. Da questo rapporto di Dio col tempo nasce il dovere di santificarlo. Cristo è il Signore del tempo; è il suo principio e il suo compimento; ogni anno, ogni giorno ed ogni momento vengono abbracciati dalla sua Incarnazione e Risurrezione, per ritrovarsi in questo modo nella "pienezza del tempo".

L’usanza dei Giubilei ha inizio nell’Antico Testamento, e viene ripresa dalla Chiesa, che istituisce un "anno di grazia del Signore", divenendo la caratteristica dell’attività di Gesù. Per la Chiesa, il Giubileo è l’anno in cui, attraverso le opere, viene annunciata la missione messianica di Cristo. Accanto ai Giubilei che ricordano il mistero dell’Incarnazione, vi sono quelli che commemorano l’evento della Redenzione: la croce di Cristo, la sua morte sul golgota e la sua risurrezione.

Il termine Giubileo parla di gioia, non solo di una gioia interiore, ma anche e soprattutto gi un giubilo che si manifesta all’esterno, visibile come è stata la venuta di Dio.

IL GRANDE GIUBILEO.

Il 2000 segnerà la data del Grande Giubileo. Quanto al contenuto, questo Grande Giubileo sarà, in un certo senso, uguale ad ogni altro. Ma sarà, al tempo stesso, diverso e di ogni altro più grande.

Ogni giubileo è preparato nella storia della Chiesa dalla divina Provvidenza. Ciò vale anche per il Grande Giubileo dell'Anno 2000. In questa prospettiva si può affermare che il Concilio Vaticano II costituisce un evento provvidenziale: con il Concilio è stata inaugurata l'immediata preparazione al Grande Giubileo del 2000. Nel cammino di preparazione all'appuntamento del 2000 si inserisce la serie di Sinodi, iniziata dopo il Concilio Vaticano II: Sinodi generali e Sinodi continentali, regionali, nazionali e diocesani. Il tema di fondo è quello dell'evangelizzazione. La preparazione al Giubileo dell'Anno 2000 si attua così, a livello universale e locale, in tutta la Chiesa, animata da una consapevolezza nuova della missione salvifica ricevuta da Cristo. Specifici compiti e responsabilità, in vista del Grande Giubileo dell'Anno 2000, spettano al ministero del Vescovo di Roma. L'attuale pontificato sin dal primo documento parla del Grande Giubileo in modo esplicito, invitando a vivere il periodo di attesa come "un nuovo avvento". Di fatto, la preparazione dell'Anno 2000 diventa quasi una sua chiave ermeneutica. I pellegrinaggi del Papa sono divenuti un elemento importante nell'impegno di realizzazione del Concilio Vaticano II.

Nella preparazione dell'Anno 2000 hanno un proprio ruolo da svolgere le singole Chiese, che con i loro Giubilei celebrano tappe significative nella storia della salvezza dei diversi popoli.

LA PREPARAZIONE AL GRANDE GIUBILEO.

E’ sembrato opportuno articolare il periodo della preparazione al Giubileo in due fasi riservando la fase propriamente preparatoria agli ultimi tre anni.

Nel corso della prima fase, tra i peccati che esigono un maggiore impegno di penitenza e di conversione, devono essere annoverati certamente quelli che hanno pregiudicato l'unità voluta da Dio per il suo Popolo. Siamo però tutti consapevoli che il raggiungimento di questo traguardo non può essere solo frutto di sforzi umani, pur indispensabili. L'unità è dono dello Spirito Santo. Ecco, dunque, uno dei compiti dei cristiani incamminati verso l'anno 2000. L'avvicinarsi della fine del secondo millennio sollecita tutti ad un esame di coscienza e ad opportune iniziative ecumeniche, così che al Grande Giubileo ci si possa presentare, se non del tutto uniti, almeno molto più prossimi a superare le divisioni del secondo millennio.

Un altro capitolo doloroso, sul quale i figli della Chiesa non possono non tornare con animo aperto al pentimento, è costituito dall'acquiescenza manifestata, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e persino di violenza nel servizio alla verità. Un serio esame di coscienza è stato auspicato da numerosi Cardinali e Vescovi soprattutto per la Chiesa del presente. Un'ulteriore esigenza sottolineata dai Cardinali e dai Vescovi è quella di Sinodi a carattere continentale, sulla scia di quelli già celebrati per l'Europa e per l'Africa.

La seconda fase si svilupperà nell’arco di tre anni, dal 1997 al 1999. La struttura ideale per tale triennio, centrato su Cristo, non può che essere teologica, cioè trinitaria.

Il primo anno, 1997, sarà pertanto dedicato alla riflessione su Cristo, Verbo del Padre, fattosi uomo per opera dello Spirito Santo. Tra i contenuti cristologici prospettati nel Concistoro emergono i seguenti: la riscoperta di Cristo Salvatore ed Evangelizzatore; l’approfondimento del mistero della sua Incarnazione e della sua nascita dal grembo verginale di Maria; la necessità della fede in Lui per la salvezza. Per conoscere la vera identità di Cristo, occorre che i cristiani, soprattutto nel corso di questo anno, tornino con rinnovato interesse alla Bibbia. Questo impegno di attualizzazione sacramentale potrà far leva, nel corso dell'anno, sulla riscoperta del Battesimo come fondamento dell'esistenza cristiana. Sotto il profilo ecumenico, questo sarà un anno molto importante per volgere insieme lo sguardo a Cristo unico Signore, nell'impegno di diventare in Lui una cosa sola, secondo la sua preghiera al Padre.

Il primo anno sarà, dunque, il momento favorevole per la riscoperta della catechesi nel suo significato e valore originario di "insegnamento degli Apostoli" circa la persona di Gesù Cristo ed il suo mistero di salvezza.

La Vergine Santa, che sarà presente in modo per così dire "trasversale" lungo tutta la fase preparatoria, verrà contemplata in questo primo anno soprattutto nel mistero della sua divina Maternità. È nel suo grembo che il Verbo si è fatto carne!

Il 1998, secondo anno della fase preparatoria, sarà dedicato in modo particolare allo Spirito Santo ed alla sua presenza santificatrice all'interno della Comunità dei discepoli di Cristo. La Chiesa non può prepararsi alla scadenza bimillenaria in nessun altro modo, se non nello Spirito Santo. Sarà dunque importante riscoprire lo Spirito come Colui che costruisce il Regno di Dio nel corso della storia e prepara la sua piena manifestazione in Gesù Cristo. In questa prospettiva escatologica, i credenti saranno chiamati a riscoprire la virtù teologale della speranza.

I cristiani sono chiamati a prepararsi al Grande Giubileo dell'inizio del terzo millennio rinnovando la loro speranza nell'avvento definitivo del Regno di Dio, preparandolo giorno dopo giorno nel loro intimo, nella Comunità cristiana a cui appartengono, nel contesto sociale in cui sono inseriti e così anche nella storia del mondo. È necessario inoltre che siano valorizzati ed approfonditi i segni di speranza presenti in questo ultimo scorcio di secolo sia in campo civile sia in campo ecclesiale.

La riflessione dei fedeli nel secondo anno di preparazione dovrà convergere con sollecitudine particolare sul valore dell'unità all'interno della Chiesa, a cui tendono i vari doni e carismi suscitati in essa dallo Spirito.

Maria, che concepì il Verbo incarnato per opera dello Spirito Santo e che poi in tutta la propria esistenza si lasciò guidare dalla sua azione interiore, sarà contemplata e imitata nel corso di quest'anno soprattutto come la donna docile alla voce dello Spirito.

Il 1999, terzo ed ultimo anno preparatorio, avrà la funzione di dilatare gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cristo: la prospettiva del "Padre che è nei cieli", dal quale è stato mandato ed al quale è ritornato. Il Giubileo, centrato sulla figura di Cristo, diventa così un grande atto di lode al Padre.

In questo terzo anno il senso del "cammino verso il Padre" dovrà spingere tutti a intraprendere, nell'adesione a Cristo Redentore dell'uomo, un cammino di autentica conversione, che comprende sia un aspetto "negativo" di liberazione dal peccato sia un aspetto "positivo" di scelta del bene. È questo il contesto adatto per la riscoperta e la intensa celebrazione del sacramento della Penitenza nel suo significato più profondo. Sarà pertanto opportuno, specialmente in questo anno, mettere in risalto la virtù teologale della carità. Due impegni saranno ineludibili specialmente nel corso del terzo anno preparatorio: quello del confronto con il secolarismo e quello del dialogo con le grandi religioni.

In tutto questo ampio orizzonte di impegni, Maria Santissima, figlia prescelta del Padre, sarà presente allo sguardo dei credenti come esempio perfetto di amore, sia verso Dio che verso il prossimo.

Un capitolo a sé è costituito dalla celebrazione stessa del Grande Giubileo, che avverrà contemporaneamente in Terra Santa, a Roma e nelle Chiese locali del mondo intero. Soprattutto in questa fase, la fase celebrativa, l'obiettivo sarà la glorificazione della Trinità. Il Duemila sarà un anno intensamente eucaristico: nel sacramento dell'Eucaristia il Salvatore, incarnatosi nel grembo di Maria venti secoli fa, continua ad offrirsi all'umanità come sorgente di vita divina. La dimensione ecumenica ed universale del Sacro Giubileo, potrà opportunamente essere evidenziata da un significativo incontro pancristiano. Una cosa è certa: ciascuno è invitato a fare quanto è in suo potere, perché non venga trascurata la grande sfida dell'Anno 2000, a cui è sicuramente connessa una particolare grazia del Signore per la Chiesa e per l'intera umanità.